ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00725

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 29 del 05/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: PES CATERINA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 05/06/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BORGHI ENRICO PARTITO DEMOCRATICO 05/06/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 05/06/2013
Stato iter:
04/02/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/02/2014
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IL 13/09/2013

SOLLECITO IL 31/10/2013

RISPOSTA PUBBLICATA IL 04/02/2014

CONCLUSO IL 04/02/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00725
presentato da
PES Caterina
testo presentato
Mercoledì 5 giugno 2013
modificato
Venerdì 13 settembre 2013, seduta n. 77

   PES e BORGHI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:
   la società Saras spa ha presentato nel giugno 2011, e regolarizzato ad agosto 2011, l'istanza di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale relativa alla «realizzazione di un pozzo esplorativo per la ricerca di idrocarburi nel permesso di ricerca denominato Eleonora»;
   il progetto prevede la realizzazione di un pozzo denominato Eleonora 1 Dir, della profondità di 2.850 metri, entro l'area del permesso di ricerca «Eleonora» che si estende su una superficie di circa 44.300 ettari nell'entroterra del Golfo di Oristano;
   il pozzo sarà realizzato con tecnica a rotazione e circolazione inversa di fanghi bentonitici e dopo i primi 450 metri verrà direzionato, con un angolo di deviazione di circa 300 dalla verticale, in modo da consentire il raggiungimento di cinque obiettivi minerari a profondità variabile, non allineati sulla stessa verticale ma traslati progressivamente verso NNE;
   il punto di intesto del pozzo è situato a circa 4,5 chilometri dall'abitato di Arborea e a circa 180 metri dal SIC ITB 030016 «Stagno di S'Ena Arrubia e territori limitrofi» e dalla ZPS ITB 034001 «Stagno di S'Ena Arrubia», la cui perimetrazione coincide con quella della zona umida di importanza internazionale IT 016 «Stagno di S'Ena Arrubia»;
   per l'allestimento del cantiere, che occupa una superficie di 570 metri quadri sono previsti la rimozione preliminare dello strato superficiale di circa 40 centimetri di terreno vegetale, la realizzazione di una pavimentazione superficiale costituita da uno strato di pietrisco costipato e rullato, la messa in opera delle opere civili (cantina, basamenti degli impianti, canalette di raccolta acque, e altro) oltre che l'installazione di impianti (torre di perforazione di altezza 45 metri, top drive, generatori elettrici, circuito fanghi, bacini di stoccaggio fanghi esausti, e altro);
   le operazioni di perforazione prevedono l'infissione nel suolo mediante battipalo di un tubo guida del diametro di 20 fino alla profondità di 50 metri o fino a rifiuto totale, la perforazione, all'interno del tubo guida, del primo tratto del pozzo fino a una profondità di 450 metri, successivo rivestimento con colonna da 13 3/8 (colonna di ancoraggio) e cementazione dell'intercapedine tra pareti del foro e superficie esterna della colonna, la perforazione del tratto intermedio del pozzo (da 450 metri a 1.550 metri), rivestimento con colonna da 9 5/8 e cementazione dell'intercapedine; la perforazione dell'ultimo tratto, da 1.550 metri a 2.850 metri, rivestimento con liner da 7 e cementazione;
   il paese di Arborea è il principale distretto agricolo e di allevamento bovino di tutta la Sardegna;
   vi sono circa 200 aziende e oltre 30.000 capi bovini che producono il 98 per cento del latte vaccino sardo per un giro d'affari di diverse centinaia di milioni di euro;
   la realizzazione del pozzo avrebbe un grosso impatto sull'economia locale;
   è nato un comitato civico per opporsi al «progetto Eleonora» che ha evidenziato da subito le carenze del progetto e la totale incompatibilità con la storia e l'identità di Arborea e di tutta la provincia di Oristano;
   una delibera dell'assessorato regionale all'industria del 2009 autorizzava la Saras spa ad ispezionare il territorio in esame;
   inizialmente la regione Sardegna non aveva ritenuto necessaria la valutazione di impatto ambientale;
   in seguito alle richieste e alle osservazioni pervenute al servizio SAVI da parte del comitato civico «no al Progetto Eleonora», di diverse associazioni ambientaliste, di centinaia di cittadini e di ProgReS Progetu Repùblica si è ritenuto di dover richiedere la valutazione di impatto ambientale;
   con delibera del 18 aprile 2012, infatti, la giunta regionale ha deciso di sottoporre alla procedura di valutazione di impatto ambientale l'intervento in questione, proprio «in considerazione delle criticità legate, principalmente, all'ubicazione dell'intervento in aree ad elevata sensibilità ambientale, con particolare riferimento al fatto che l'area di cantiere ricade all'interno della fascia costiera; è interna all'Oasi di protezione faunistica “S'Ena Arrubia” (istituita con decreto dell'ass. dif. ambiente n. 111 del 20 luglio 1978), si trova a meno di 150 metri da SIC, ZPS e aree umide Ramsar, è interna alla perimetrazione dell'IBA 218 “Sinis e stagni di Oristano”. Nondimeno è risultata critica la vicinanza dell'area di intervento a recettori sensibili (aziende, abitazioni, e altro), da cui il cantiere dista poche centinaia di metri»;
   il 7 maggio 2012 il comune di Arborea ha deliberato la propria opposizione al «progetto Eleonora» così come aveva fatto in precedenza l'amministrazione comunale di Marrubiu, consapevole del fatto che il territorio non è organizzato per compartimenti stagni e che eventuali danni al territorio di Arborea si sarebbero inevitabilmente riversati anche sui comuni limitrofi;
   con comunicazione del 27 marzo 2012 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare richiamava l'assessorato regionale e il comune di Arborea a fornire informazioni in merito alle possibili incidenze negative sullo stagno S'Ena Arrubia SIC-ZPS e zone limitrofe;
   il Ministro era già intervenuto in proposito con nota del 23 dicembre 2011 nella quale aveva chiesto rassicurazioni alla regione Sardegna e all'amministrazione comunale;
   come già evidenziato nella prima nota di dicembre, il Ministero scriveva che «in relazione ad eventuali alterazioni dello stato di conservazione del sito Stagno di S'Ena Arrubia, ipotizzabili come derivate dalla compromissione della falda freatica durante le attività di trivellazione, si sottolinea l'importanza di condurre un approfondito studio da parte della Società proponente di tutte le possibili interferenze indirette nei confronti dei siti Natura 2000 presenti»;
   inoltre, il Ministro ha ricordato che la zona riceve dei finanziamenti (progetto LIFE) per scopi ambientali –:
   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritenga che la realizzazione di un pozzo esplorativo per la ricerca di idrocarburi nel permesso di ricerca denominato Eleonora possa recare grave pregiudizio all'ambiente e alla popolazione di quei luoghi;
   se sia sua intenzione porre in opera tutte le iniziative di competenza necessarie per tutelare le aree ad elevata sensibilità ambientale interessate dal progetto «Eleonora» e la popolazione ivi residente.
(4-00725)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 4 febbraio 2014
nell'allegato B della seduta n. 166
4-00725
presentata da
PES Caterina

  Risposta. — Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo indicato in esame, appare opportuno sottolineare preliminarmente la circostanza che con il decreto legislativo n. 112 del 31 marzo 1998 le competenze relative alla ricerca e coltivazione di idrocarburi sulla terraferma sono state trasferite alle regioni.
  L'articolo 34 di tale disposizione normativa, in particolare, prevede che le funzioni relative al rilascio dei permessi di ricerca e alle concessioni di coltivazioni di minerali solidi e delle risorse geotermiche sulla terraferma sono delegate alle regioni; il successivo articolo 35 assegna, poi, alle medesime regioni, anche gli adempimenti relativi alla valutazione di impatto ambientale (Via) dei relativi progetti di ricerca e di coltivazione.
  Nondimeno, in merito ai possibili effetti derivanti dalla attività esplorativa in corso di autorizzazione da parte della Regione autonoma Sardegna, non si può non temere la possibilità di un impatto negativo anche non irrilevante sull'ambiente circostante il progettato pozzo esplorativo, tenuto conto della contiguità del sito interessato dalle prospezioni con ecosistemi tutelati da normative comunitarie.
  Ed è questo il motivo per il quale lo scrivente Ministero ha ritenuto, a suo tempo, di richiedere ai competenti uffici regionali, per tramite della propria Struttura tecnica interessata e nell'ambito delle pertinenti funzioni istituzionali, ogni utile elemento conoscitivo al riguardo e di segnalare la necessità di garantire il rispetto delle tutele previste, in particolare, dall'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997.
  Ma si ritiene opportuno, a questo punto, procedere con ordine.
  Nel corso del 2006, la Regione autonoma Sardegna, d'intesa con gli altri enti locali interessati, ha rilasciato alla Saras spa il permesso di ricerca, da questa richiesto, che consentiva la sola attività di esplorazione per la ricerca di gas naturale nel sottosuolo della Provincia di Oristano (cosiddetto «Progetto Eleonora»). L'area inizialmente interessata era pari a 22.500 ettari di territorio ricadente nei comuni di Oristano, Arborea, Marrubbiu, Terralba, San Nicolò d'Arcidano e Mogoro, successivamente ampliata agli attuali 44.300 ettari includendo ulteriori territori ricadenti nei comuni di Cabras, Riola Sardo, Nurachi, Baratili San Pietro, Zeddiani, Tramatza, Solarussa, Siamaggiore, Palmas Arborea, Santa Giusta, Uras e Guspini, quest'ultimo in provincia del Medio Campidano.
  Gli esiti delle conseguenti campagne d'indagine hanno consentito alla società Saras di poter prevedere, con un alto margine di probabilità, la presenza nel sottosuolo di un giacimento costituito da cinque serbatoi geologici, a profondità variabili tra i 600 e i 2.850 metri, della capacità di svariati miliardi di metri cubi di gas naturale.
  Al fine di pervenire, quindi, alla quantificazione dell'effettivo potenziale di tali giacimenti, sinora preliminarmente evidenziato solo attraverso indagini indirette, la società Saras ha chiesto alla amministrazione regionale l'autorizzazione per realizzare un pozzo esplorativo nella piana di Oristano, nel territorio del Comune di Arborea, con l'obiettivo di confermare la presenza di gas naturale e determinarne la qualità.
  La fase di esplorazione prevede, da progetto, solo opere temporanee della durata complessiva di circa 6 mesi, di cui circa 50 giorni di perforazione vera e propria. È prevista la realizzazione di una piazzuola della dimensione di circa 10.000 metriquadrati. Al centro del piazzale sarà dislocato l'impianto di perforazione per realizzare l'unico pozzo previsto in questa fase di ricerca. All'interno dell'area è previsto che vengano allestiti gli uffici, in appositi container, nonché gli impianti ausiliari alle opere di trivellazione.
  Nel corpo della interrogazione che si riscontra, peraltro, sono sapientemente illustrate, con dovizia di particolari, le opere che si intendono realizzare e le procedure tecnico-operative da seguire per la trivellazione, richiamando l'attenzione dei lettori sulla circostanza che l'ubicazione dell'intervento ricade in aree ad elevata sensibilità ambientale.
  In particolare, viene sottolineato che il punto di innesto del pozzo esplorativo è previsto a circa 4,5 chilometri dall'abitato di Arborea e a circa 180 metri dal SIC ITB 030016 «
Stagno di S'Ena Arrubia e territori limitrofi» e dalla ZPS ITB 034001 «Stagno di S'Ena Arrubia», la cui perimetrazione coincide con quella della zona umida di importanza internazionale IT 016 «Stagno di S'Ena Arrubia».
  Sul punto, la società Saras ha precisato che pur essendo vicina ad un'area di pregio naturalistico, l'area di trivellazione è stata scelta per ridurre al minimo le attività di perforazione ed il loro impatto sull'ambiente. Solo da quel particolare punto sarà possibile, infatti, raggiungere con una unica perforazione tutti e 5 i serbatoi geologici sovrapposti di metano, anziché trovarsi nella necessità di perforare 2 o addirittura 3 pozzi, in caso di diversa localizzazione, con un inevitabile aumento dell'impatto ambientale ed un allungamento dei tempi di esecuzione dei lavori.
  Tuttavia, una volta presentato, il progetto denominato «Realizzazione di un pozzo esplorativo per ricerca di idrocarburi nel permesso di ricerca denominato “Eleonora”» ha destato grande preoccupazione presso l'opinione pubblica e le istituzioni locali. La Regione autonoma Sardegna rispondendo alla richiesta di informazioni di questo Ministero aveva già fatto presente che erano state numerosissime le osservazioni e i reclami ad essa pervenuti in ordine al progetto della società Samas, da parte di associazioni ambientaliste, operatori dell'economia locale e privati cittadini, anche riuniti in comitati.
  Anche per questo, si ritiene, il competente ufficio regionale (servizio sostenibilità ambientale, valutazione impatti e sistemi informativi ambientali, in sigla Savi), dopo aver richiesto alla società Samas determinate integrazioni e chiarimenti su vari aspetti ritenuti particolarmente critici, ha completato la propria istruttoria proponendo alla Giunta Regionale (competente alla conclusione dei procedimenti in materia di Via ai sensi della legge regionale Sardegna n. 9 del 2006), che ne ha condiviso il merito, l'assoggettamento del progetto alla procedura di valutazione di impatto ambientale. E questo, anche al fine di consentire – per quanto sopra appena detto – un più esteso coinvolgimento della popolazione, per una maggiore e più approfondita conoscenza del progetto e dei suoi potenziali e possibili effetti negativi, diretti ed indiretti, sulla salute, sull'ambiente, sul paesaggio, sulle attività produttive, eccetera.
  La società Saras ha presentato nel marzo 2013 la pertinente istanza di Via, ivi includendo la relazione per la «valutazione d'incidenza» prevista all'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997. A seguito di una integrazione documentale richiesta dalla Amministrazione Regionale per regolarizzare l'istanza, si è dato corso all'avvio del procedimento di Via in data 5 aprile 2013.
  A seguito della pubblicazione del pertinente avviso sulla stampa a diffusione locale nonché della presentazione pubblica del progetto presso il Comune di Arborea il 30 maggio 2013, con ampia partecipazione di cittadini e degli altri soggetti comunque interessati, sono pervenute alla competente Struttura regionale numerosissime osservazioni, anche informate, approfondite e meticolose.
  Al fine di consentire l'analisi e la predisposizione delle risposte a tali osservazioni, si era concordato originariamente il termine del 31 ottobre 2013 per la consegna del progetto aggiornato da parte della società Samas, successivamente prorogato al 30 novembre 2013 su richiesta di quest'ultima. Da notizie di stampa si è appreso che la società Samas intendeva utilizzare tale periodo di proroga per rendere il documento fruibile anche dai non addetti ai lavori, al fine di pervenire a una completa e chiara illustrazione delle risposte alle numerose osservazioni formulate da cittadini, associazioni e istituzioni pubbliche.
  Ad oggi, per quanto sopra riferito, la procedura di Via rimessa alla esclusiva competenza della amministrazione regionale non si è ancora conclusa, talché non è possibile – e non lo sarà ancora per un po’ di tempo, in relazione alle dinamiche proprie e alla relativa tempistica delle pertinenti attività valutative – conoscere gli esiti, in particolare, e per quanto qui più specificatamente interessa, della valutazione di incidenza.
  Per quanto attiene, infatti, agli aspetti della questione più direttamente riconducibili alle competenze istituzionali di questo Ministero, gli interroganti hanno opportunamente fatto riferimento ad una prima comunicazione del 23 dicembre 2011, alla quale ne è poi seguita una successiva di sollecito del 19 marzo 2012.
  Con esse, riscontrando una segnalazione pervenuta dal Gruppo consigliare «Obiettivo Comune» del Comune di Arborea, la competente struttura ministeriale, nel prendere atto della localizzazione dell'intervento esplorativo oggetto dell'intervento da sottoporre a Via, aveva richiamato alla attenzione degli uffici regionali che il sito naturalistico «minacciato» dalla realizzazione degli interventi esplorativi aveva beneficiato di un sostegno finanziario nell'ambito del Progetto LIFE 97NAT/IT/4177, e che i programmi di cofinanziamento LIFE prevedono, nella stipula del contratto, la garanzia del mantenimento a lungo termine degli interventi condotti e dei risultati ottenuti, anche dopo il termine del progetto.
  Era stato fatto presente, altresì, che in relazione ad eventuali alterazioni dello stato di conservazione del sito «
Stagno di S'Ena Arrubbia», ipotizzabili come derivate dalla compromissione della falda freatica in relazione alle attività di trivellazione, emergeva l'importanza che la Società proponente conducesse un approfondito studio su tutte le possibili interferenze indirette nei confronti dei siti Natura 2000 presenti, con particolare riferimento all'aspetto appena citato.
  Quale ulteriore argomento posto alla attenzione dell'interlocutore, venivano, infine, richiamate le tutele introdotte in Italia dal decreto del Presidente della Repubblica n. 357 dell'8 settembre 1997, e, in particolare, dall'articolo 5, il cui comma 3 prevede che i proponenti di interventi non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli
habitat presenti nel sito, ma che possono avere incidenze significative sul Sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altre iniziative, presentano, ai fini della valutazione di incidenza, uno studio volto ad individuare e valutare i principali effetti che detti interventi possono avere sul sito interessato, tenuto conto dei relativi obiettivi di conservazione.
  In altre parole, la valutazione di incidenza ambientale ha lo scopo di accertare preventivamente se determinati progetti possano avere incidenza significativa sui siti di importanza comunitari (Sic) e sulle zone di protezione speciale (Zps), e ciò al fine di salvaguardare l'integrità dei predetti Siti attraverso l'esame delle interferenze di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli
habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l'equilibrio ambientale.
  La valutazione di incidenza è previsto che venga svolta nell'ambito della procedura di Via la cui competenza, come già sottolineato, è rimessa alla Amministrazione regionale.
  Allo stato, si è appreso, la società Saras ha presentato il 29 novembre 2013, e quindi entro i termini di proroga concessi, la ulteriore documentazione concernente le controdeduzioni alle osservazioni a suo tempo formulate sul progetto, le quali sono visionabili sul sito
web della Regione. Le attività valutative di competenza regionale hanno quindi ripreso corso.
  Pur trattandosi, si ripete ancora, di competenza autorizzativa rimessa alla competenza della amministrazione regionale, questo Ministero, tuttavia, alla luce delle funzioni specifiche rimesse sulla materia, quale garante della integrità dei siti di Natura 2000 nei confronti dell'Unione europea, e nell'ambito di una più generale funzione di tutela dell'ambiente e del territorio, stante la rilevanza degli interessi ambientali in gioco, provvederà ad adottare ogni lecita e possibile iniziativa, anche mediante un costante monitoraggio della situazione in atto, finalizzata a garantire il massimo rispetto delle procedure valutative e di conformità ambientale appositamente dettate a salvaguardia della integrità degli ambienti interessati dagli interventi esplorativi per i quali è stata richiesta l'autorizzazione.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareAndrea Orlando.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

zona protetta

protezione dell'ambiente

impatto ambientale

Sardegna

riserva naturale

produzione nazionale

amministrazione locale