ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00458

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 16 del 15/05/2013
Firmatari
Primo firmatario: PINI GIANLUCA
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 15/05/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 15/05/2013
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 22/05/2013
Stato iter:
18/10/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 18/10/2013
PISTELLI LAPO VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 18/10/2013

CONCLUSO IL 18/10/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00458
presentato da
PINI Gianluca
testo di
Mercoledì 15 maggio 2013, seduta n. 16

   GIANLUCA PINI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri, al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   il 9 aprile 1995 moriva in un attentato suicida compiuto a Gaza la giovane cittadina americana di religione ebraica Alisa Michelle Flatow;
   il 25 febbraio 1996 Sara Duker e Matthew Eisenfeld, giovani cittadini americani di religione ebraica, venivano uccisi in un altro attacco terroristico a Gerusalemme;
   stando alla ricostruzione della vicenda, recentemente pubblicata sul numero del settimanale Panorama apparso il 9 maggio 2013, la magistratura statunitense ha accertato, sulla base di ammissioni fatte da rappresentanti di Hamas e della Jihad Islamica Palestinese, che i due atti criminosi vennero finanziati dalle autorità della Repubblica Islamica dell'Iran;
   in particolare, il 3 novembre 1998 il giudice Royce C. Lamberth della Corte distrettuale del Distretto di Columbia condannava Teheran a risarcire la famiglia Flatow, corrispondendole 250 milioni di dollari; l'11 novembre 2000, il medesimo giudice imponeva al Governo della Repubblica islamica dell'Iran il pagamento di altri 300 milioni di dollari alle famiglie Duker ed Eisenfeld;
   nell'impossibilità di ottenere il risarcimento negli Stati Uniti, le famiglie Flatow, Duker ed Eisenfeld hanno chiesto nel 2004 la delibazione in Italia delle pronunce della magistratura americana, onde poter ottenere nel nostro Paese, dove esistono fondi riconducibili al Governo iraniano, la liquidazione del risarcimento;
   il 29 luglio 2005 le pronunce americane sono state delibate nel nostro ordinamento con sentenza passata in giudicato;
   ciò nonostante, il Governo iraniano resisteva e sollecitava un intervento del Ministero degli affari esteri italiano, che raccomandava all'Ambasciata della Repubblica Islamica d'Iran di costituirsi in giudizio, promettendo l'intervento ad adiuvandum del nostro Esecutivo, come certificato da un fax datato 23 novembre 2005, firmato dal vicedirettore pro-tempore del Cerimoniale del Ministero degli affari esteri;
   alla costituzione in giudizio da parte iraniana hanno fatto seguito nuovi episodi processuali, tra i quali si segnalano l'annullamento del sequestro dei fondi individuati per il risarcimento precedentemente disposto, giunto il 17 gennaio 2006, e quello della sentenza sulla delibazione nel nostro ordinamento delle pronunce americane intervenuto l'8 maggio 2007 malgrado il suo passaggio in giudicato fosse maturato il 29 luglio 2005;
   nel 2011, le famiglie Flatow, Duker ed Eisenfeld hanno tuttavia riavviato l’iter processuale, questa volta contando sull'appoggio di diversi membri del Congresso statunitense, per rivendicare la delibazione automatica delle sentenze americane in Italia e quindi ottenere una nuova pronuncia da parte della magistratura italiana che permetta l'aggressione dei fondi iraniani presenti nel nostro Paese;
   a quanto consta all'interrogante, il 13 maggio 2013 i senatori statunitensi Richard Blumenthal, Mark Kirk, Christopher S. Murphy, Frank R. Lautenberg, Bernard Sanders e Robert Menendez hanno indirizzato una lettera all'ambasciatore d'Italia a Washington, Claudio Bisogniero, chiedendo al Governo del nostro Paese di delibare nell'ordinamento italiano le sentenze statunitensi concernenti le famiglie Flatow, Duker ed Eisenfeld e ritirare la «dichiarazione d'interesse nella questione» già manifestata dalla Repubblica italiana, che ha permesso all'Iran di costituirsi in passato in giudizio;
   nella medesima missiva, i senatori statunitensi sopramenzionati sottolineavano altresì l'importanza di confermare il principio secondo il quale gli Stati sponsor del terrorismo debbono pagare un prezzo pesante per il sostegno offerto alle organizzazioni terroristiche, esprimendo una preoccupazione del tutto condivisibile –:
   quale sia la posizione del Governo sui fatti generalizzati nella premessa e quale orientamento si conti di assumere rispetto alla richiesta pervenuta all'ambasciatore della Repubblica italiana negli Stati Uniti.
(4-00458)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 18 ottobre 2013
nell'allegato B della seduta n. 100
4-00458
presentata da
PINI Gianluca

  Risposta. — A tale proposito, l'avvocatura dello Stato – investita della questione da parte di questo Dicastero – ha sottolineato in sede giudiziaria l'inopportunità di misure restrittive sui conti correnti e sulle proprietà immobiliari necessari all'espletamento delle funzioni dell'ambasciata iraniana a Roma. Ciò al fine di non violare i principi di diritto consuetudinario internazionale e, in particolare, il «ne impediatur legatio» incluso nella Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche del 18 aprile 1961 ed espressamente codificato dalla Convenzione delle Nazioni unite sulle immunità giurisdizionali degli Stati e dei loro beni adottata a New York il 2 dicembre 2004, di cui Italia e Iran sono parti all'espletamento delle funzioni dell'ambasciata iraniana a Roma.
  Come è noto, lo scorso luglio, la I sezione civile della Corte d'appello di Roma ha rigettato la domanda di riconoscimento dell'esecutività della sentenza emessa dalla Corte statunitense del distretto di Columbia, ribadendo il citato principio di immunità. La Corte d'appello ha infatti argomentato che è pienamente operativa l'immunità degli Stati in sede esecutiva e che anche per quanto riguarda l’exequatur il giudice adito deve deliberare se sia applicabile l'immunità e quindi «pronunciarsi in merito alla stregua degli stessi principi».
  Giova precisare che nel diritto processuale civile italiano l'intervento dell'avvocatura dello Stato – che la Farnesina valuta di caso in caso se sia opportuno richiedere – non costituisce una dichiarazione di interesse di natura politica, bensì un intervento tecnico-giuridico sulla base del quadro normativo, con riferimento anche al diritto internazionale.
Il Viceministro degli affari esteriLapo Pistelli.

Classificazione EUROVOC:
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