ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00450

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 16 del 15/05/2013
Firmatari
Primo firmatario: GAGNARLI CHIARA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/05/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
BERNINI PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
IANNUZZI CRISTIAN MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
DELL'ORCO MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
AGOSTINELLI DONATELLA MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
ARTINI MASSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013
BASILIO TATIANA MOVIMENTO 5 STELLE 15/05/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 15/05/2013
Stato iter:
15/11/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/11/2013
FADDA PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/11/2013

CONCLUSO IL 15/11/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00450
presentato da
GAGNARLI Chiara
testo di
Mercoledì 15 maggio 2013, seduta n. 16

   GAGNARLI, GALLINELLA, PAOLO BERNINI, BUSTO, DAGA, CRISTIAN IANNUZZI, LIUZZI, DELL'ORCO, SIBILIA, SCAGLIUSI, ZOLEZZI, DE ROSA, MASSIMILIANO BERNINI, BENEDETTI, AGOSTINELLI, CORDA, RIZZO, FRUSONE, ARTINI, ALBERTI e BASILIO. — Al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   come previsto dalla direttiva 2008/120/CE sulla protezione dei suini è fatto divieto in tutti gli Stati membri dell'Unione europea di allevare le scrofe in gabbie di gestazione, ad eccezione delle prime quattro settimane di gravidanza e della settimana prima del parto;
   la citata direttiva è stata recepita in Italia dal decreto legislativo 7 luglio 2011, n. 122, recante «Attuazione della direttiva 2008/120/CE che stabilisce le norme minime per la protezione dei suini»; il provvedimento è entrato in vigore il 3 agosto 2011 e dal 1o gennaio 2013 le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative dovevano essere già state applicate a tutte le aziende che si occupano dell'allevamento e dell'ingrasso dei suini;
   le gabbie di gestazione sono vietate in Svezia già dal 1994 e nel Regno Unito dal 1999 e undici Stati membri (Austria, Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Romania, Slovacchia, Svezia e Regno Unito) hanno confermato di essere pienamente conformi dal 1o gennaio 2013 alla disposizione dell'articolo 3, paragrafi 4 e 9, della direttiva 2008/120/CE;
   queste gabbie restringono il movimento delle scrofe, che riescono soltanto ad alzarsi e sdraiarsi per l'esiguo spazio a disposizione, e sono tenute in ambienti spogli senza alcuna possibilità di grufolare ed esplorare liberamente, di rotolarsi, di usare la lettiera per riscaldarsi, di praticare i movimenti tipici che precedono il parto; si tratta di una impossibilità che genera negli animali malessere e frustrazione e che provoca atteggiamenti di aggressività come, ad esempio, mordere le gabbie, atteggiamenti che delineano mancato adattamento a spazi inadeguati;
   la Commissione europea ha recentemente inviato nei confronti di 9 Paesi (Belgio, Cipro, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Polonia e Portogallo) una lettera con la quale si contestano lacune nell'implementazione della citata direttiva 2008/120/CE manifestando l'intenzione di «..avviare delle procedure di infrazione contro gli Stati membri che non applicano la direttiva 2008/120/CE che stabilisce norme minime per la protezione dei suini»;
   in Italia si stima che circa la metà degli allevamenti non abbia ancora provveduto a mettersi in regola, nonostante il formale recepimento della direttiva 2008/120/CE con decreto legislativo 7 luglio, n. 122, lamentando costi eccessivi per l'adeguamento delle strutture –:
   quali iniziative i Ministri interrogati intendano assumere per garantire la piena e concreta applicazione della direttiva 2008/120/CE;
   quali siano stati i risultati delle ispezioni che fino ad oggi il Ministero della salute, nell'ambito della propria competenza, ha disposto nei confronti degli allevamenti di suini per accertare l'osservanza delle disposizioni del decreto legislativo 7 luglio, n. 122, anche alla luce delle comunicazioni che il Ministero dovrà fornire alla Commissione riguardo gli esiti delle citate ispezioni ai sensi del comma 3 dell'articolo 6 del decreto di recepimento della direttiva 2008/120/CE. (4-00450)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 15 novembre 2013
nell'allegato B della seduta n. 119
4-00450
presentata da
GAGNARLI Chiara

  Risposta. — In merito all'applicazione, negli allevamenti italiani di suini da riproduzione, dei criteri strutturali degli allevamenti suinicoli previsti dalla direttiva del Consiglio 2008/120/CE, si segnala che il Ministero della salute ha richiesto ai servizi veterinari regionali, in due occasioni, di far svolgere ai veterinari ufficiali delle Aziende sanitarie locali una ricognizione direttamente negli allevamenti, per rilevare la situazione effettiva delle singole strutture proprio rispetto ai criteri di benessere sanciti dalla direttiva.
  Si è trattato, in particolare, di verificare l'adeguamento degli allevamenti di suini da riproduzione al principio del «
group housing», cioè dell'allevamento in gruppo delle scrofe e non più in gabbia (ad eccezione del periodo corrispondente ad una parte della gestazione e al parto), anche perché la Commissione europea, di concerto con gli Stati membri, ha inteso procedere solo su questo aspetto rispetto a tutti gli altri parametri di benessere contenuti nella direttiva.
  Tali ricognizioni, che hanno interessato l'intero territorio nazionale, sono state realizzate sia per acquisire informazioni sulla situazione a livello nazionale antecedente all'entrata in vigore della direttiva, sia per soddisfare le richieste della Commissione, che ha utilizzato i dati per le sue valutazioni sulle eventuali procedure di infrazione da attivare a carico degli Stati membri.
  Il primo giro ispettivo ha permesso di raccogliere i dati fino al 30 giugno 2011 e l'analisi dei medesimi ha mostrato i seguenti risultati:
   il 56,89 per cento degli allevamenti con 10-99 scrofe rispettava i criteri della direttiva 2008/120/CE per quanto attiene al «
group housing»;
   il 49,22 per cento degli allevamenti con 100-249 scrofe rispettava i criteri della direttiva 2008/120/CE per quanto attiene al «
group housing»;
   il 41,08 per cento degli allevamenti con 250-749 scrofe rispettava i criteri della direttiva 2008/120/CE per quanto attiene al «
group housing»;
   il 41,86 per cento degli allevamenti con 750 e più scrofe rispettava i criteri della direttiva 2008/120/CE per quanto attiene al «
group housing»;
   globalmente il livello di «
compliance» alla direttiva per il «group housing» degli allevamenti da riproduzione di suini, in Italia, corrispondeva fino al 30 giugno 2011 al 51,51 per cento.

  Il secondo giro ispettivo ha raccolto i dati fino al 31 agosto 2012 e l'analisi degli stessi ha prodotto i seguenti risultati:
   il numero di aziende nella classe 10-99 scrofe è aumentato di 231 unità e il grado di «
compliance» è passato dal 56,89 per cento al 79,46 per cento. Questo dato è risultato in netta controtendenza con quanto registrato negli altri Stati membri dell'Unione europea dove, in questa classe di numerosità degli allevamenti (10-99 scrofe), si è registrata la minore percentuale di allineamento ai criteri della direttiva;
   il numero di aziende nella classe 100-249 scrofe è diminuito di 14 unità e il grado di «
compliance» è passato dal 49,22 per cento al 52,10 per cento;
   il numero di aziende nella classe 250-749 scrofe è diminuito di 45 unità e il grado di «
compliance» è passato dal 41,08 per cento al 45,7 per cento;
   il numero di aziende nella classe 750 e più scrofe è diminuito di 44 unità e il grado di «
compliance» è passato dal 41,86 per cento al 47,95 per cento;
   globalmente il livello di «
compliance» è incrementato dal 51,51 per cento al 68,51 per cento;
   i dati di stima, richiesti espressamente dalla Commissione dell'Unione europea su quella che avrebbe potuto essere la situazione del «
group housing» in Italia alla fine dell'anno 2012 hanno mostrato che il livello di «compliance» sarebbe risultato pari al 91,56 per cento.

  Sulla base di queste rilevazioni, il 23 novembre 2012, in risposta alla prima richiesta di informazioni della Commissione europea, il Ministero della salute ha richiesto alla Commissione di non attivare nei confronti dell'Italia una procedura di infrazione per mancata attuazione della direttiva 2008/120/CE inerente le norme minime sulla protezione dei suini.
  Tale richiesta è stata accolta dalla Commissione anche se, ad oggi, è aperto un negoziato con la direzione generale per la salute e la politica dei consumatori della stessa Commissione europea, in forma di scambio di note e di informazioni, in relazione al fatto che la Commissione richiede l'allineamento «rapido» delle sia pur residue strutture ancora non a norma per ciò che concerne il «
group housing».
Il Sottosegretario di Stato per la salutePaolo Fadda.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

applicazione del diritto comunitario

suino

allevamento

procedura CE d'infrazione

protezione degli animali