ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00284

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 10 del 29/04/2013
Firmatari
Primo firmatario: COLLETTI ANDREA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/04/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 20/04/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 20/04/2013
Stato iter:
17/12/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 17/12/2013
FADDA PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 17/12/2013

CONCLUSO IL 17/12/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00284
presentato da
COLLETTI Andrea
testo di
Lunedì 29 aprile 2013, seduta n. 10

   COLLETTI e MASSIMILIANO BERNINI. — Al Ministro della salute, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   nei cittadini di Viterbo e di 16 comuni della provincia interessati dall'emergenza arsenico nell'acqua la concentrazione della sostanza nell'organismo è oltre il doppio rispetto a quella presente nella popolazione generale;
   concentrazioni superiori alla norma sono state rilevate anche nei bambini, come evidenzia uno studio condotto dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss), con la collaborazione dell'ordine dei medici;
   le analisi sono state eseguite su 269 soggetti sani, da 1 a 88 anni di età, residenti nelle aree a rischio;
   l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha stabilito che l'arsenico è un elemento cancerogeno e l'Unione europea ne ha fissato limiti di concentrazione precisi già a partire dal 2001;
   l'acqua della rete idrica locale «fuori norma» utilizzata per irrigare i terreni sta contaminando anche le coltivazioni e gli ortaggi, mettendo a serio rischio la salute dei cittadini;
   l'emergenza colpisce in misura particolare i detenuti del carcere «Mammagialla» di Viterbo che non si possono permettere «alternative» costose, come l'acquisto di acqua minerale per bere e per cucinare;
   l'arsenico ingerito dai detenuti sta già provocando danni evidenti alla loro salute, come dimostra la comparsa di macchie cutanee dovute, presumibilmente, all'intossicazione;
   il problema non riguarda soltanto il carcere di Viterbo, ma anche istituti di pena di altre località italiane dove è stata riscontrata una elevata concentrazione di particolati nocivi nell'acqua;
   un'interrogazione parlamentare sul tema è già stata presentata il 12 settembre 2011 dall'onorevole Rita Bernardini, ma non ha portato ad alcuna misura risolutiva da parte dei Ministeri competenti –:
   quali misure urgenti di competenza intendano introdurre i ministri, ognuno per le rispettive competenze, per tutelare la salute dei detenuti e sostenere le strutture penitenziarie colpite dall'avvelenamento delle acque, a Viterbo e nel resto d'Italia. (4-00284)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 17 dicembre 2013
nell'allegato B della seduta n. 139
4-00284
presentata da
COLLETTI Andrea

  Risposta. — In merito alla problematica delineata nell'interrogazione in esame, la prefettura – ufficio territoriale del governo di Viterbo ha segnalato che, in previsione della scadenza (31 dicembre 2012) della deroga, decisa dalla Commissione europea, che ha consentito il consumo dell'acqua in presenza di concentrazione di arsenico al Valore Massimo Ammissibile (V.M.A.) di 20 mg/l e di fluoruro al Valore Massimo Ammissibile di 2.5 mg/l, con ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri del 28 gennaio 2011, n. 3921, a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza nella regione Lazio, sono stati definiti gli interventi da attuare con risorse economiche regionali.
  L'ordinanza ha individuato due distinte fasi per fronteggiare il problema: la prima (fase 1) relativa a quei comuni con parametri di arsenico superiori alla soglia di 20 mg/l; la seconda (fase 2) per tutti gli altri con valori compresi tra 10 e 20 mg/l.
  Al fine di monitorare l'andamento dei lavori, negli ultimi anni la regione Lazio ha organizzato tavoli tecnici informativi a cui hanno partecipato tutti i soggetti coinvolti (ambito territoriale ottimale – A.T.O., gestori, Asl e comuni), per acquisire e sollecitare l'attuazione dei piani necessari per sostenere le istanze di deroga per i parametri arsenico e fluoruro.
  Nonostante l'impegno delle autorità regionali per fronteggiare le difficoltà relative all'emergenza, alla data del 31 dicembre 2012, in 43 comuni della provincia di Viterbo, per un totale di circa 227.200 abitanti, non è stato possibile distribuire acqua conforme per il parametro arsenico e in 18 comuni, in parte compresi nei complessivi 43, corrispondenti a circa 128.000 abitanti, non è stato possibile distribuire acqua conforme per il parametro fluoruro.
  Il rientro nei limiti di legge dei suddetti parametri verrà completato progressivamente nei diversi comuni a partire dai primi mesi del 2013 e fino a tutto il 2014.
  Dal 1o gennaio 2013 la prefettura di Viterbo ha attentamente monitorato la situazione idrica in ordine ai successivi adempimenti posti in essere dagli enti locali, dall'A.T.O. n. 1 Lazio nord – Viterbo e dagli enti gestori del servizio idrico integrato per la salvaguardia della salute pubblica.
  Nel sito ufficiale dell'Ausl di Viterbo sono pubblicati ed aggiornati periodicamente i risultati dei controlli gestionali sulle acque, distinti per comuni. In quelli dove si sono registrati parametri di arsenico e di fluoruro oltre il Valore Massimo Ammissibile consentito, i sindaci hanno emanato apposite ordinanze di non potabilità, provvedendo, altresì, ad informare adeguatamente la popolazione e gli esercizi commerciali relativamente all'utilizzo delle acque.
  Inoltre, sono stati adottati interventi mirati, come l'installazione delle cosiddette «cassette dell'acqua» o fontanelle pubbliche, che erogano acqua conforme al decreto legislativo n. 31 del 2001, ed alcuni enti si sono dotati di piccoli impianti di dearsenificazione da utilizzare presso edifici sensibili, come scuole o centri per disabili.
  Particolare attenzione è stata posta alla casa circondariale di Viterbo; la prefettura è intervenuta in merito all'approvvigionamento di acqua con valori inferiori a 10 μg/l di arsenico per tutta la popolazione carceraria, consistente in 720 detenuti e 78 agenti.
  Al riguardo, si segnala che il presidente della società Talete S.p.a., ente gestore del servizio idrico, ha richiesto ed ottenuto un apposito sovvenzionamento da parte della regione Lazio, che ha consentito l'installazione di un dearsenificatore.
  In ambito provinciale, al fine di migliorare la qualità dell'acqua distribuita per il consumo umano, la società Talete S.p.a. ha eseguito e sta eseguendo interventi di miscelazione ed ottimizzazione della risorsa idrica, proveniente da altre fonti locali, con acqua avente concentrazioni minori di arsenico, riuscendo ad ottenere, in alcuni comuni, l'erogazione di acqua con una concentrazione di arsenico inferiore a 10 μg/l.
  Per le fonti aventi una concentrazione di arsenico compresa tra 20 μg/litro e 50 μg/litro, è in fase di conclusione l'appalto gestito dalla regione Lazio per la realizzazione di dearsenificatori.
  Per le fonti aventi una concentrazione di arsenico compresa tra 10 μg/litro e 20 μg/litro, nel mese di febbraio 2013 hanno avuto inizio le procedure di gara per l'affidamento dell'appalto.
  L'ultimazione e la messa in funzione di tutti gli impianti oggetto dell'appalto regionale sarà progressiva e dovrebbe concludersi entro 365 giorni dall'aggiudicazione dell'appalto.
  Più in generale, si segnala che l'Istituto superiore di sanità (ISS), tra le attività realizzate nell'ambito della corretta gestione dei rischi correlati all'utilizzo delle acque destinate al consumo umano, sta conducendo lo «studio per valutare l'esposizione alimentare all'arsenico in popolazioni residenti nelle aree del Lazio caratterizzate dalla presenza di arsenico di origine geologica nelle acque destinate al consumo umano».
  Tale studio mira a fornire adeguati elementi scientifici per valutare e caratterizzare il possibile rischio per la salute associato alla contaminazione da arsenico degli alimenti ed ha, come specifici obiettivi, l'identificazione delle fonti e dell'entità dell'esposizione alimentare all'arsenico nella sua forma tossica (arsenico inorganico), la valutazione dell'effetto della cottura degli alimenti con acque contenenti arsenico, nonché la caratterizzazione dell'efficienza del metabolismo dell'arsenico nelle popolazioni esposte per evidenziare eventuali sottogruppi più suscettibili.
  Lo studio è condotto in collaborazione con gli ordini dei medici delle province interessate della regione Lazio e i risultati preliminari sono stati pubblicati nel 2012: informazioni aggiornate sugli obiettivi e l'andamento dello studio sono contenute nell'articolo «esposizione ad arsenico attraverso acqua e alimenti in aree a rischio: il caso del Lazio», pubblicato nel notiziario dell'Istituto superiore di sanità, febbraio 2013, ad ampia diffusione e liberamente disponibile in rete.
  I risultati preliminari della ricerca evidenziano uno scenario complesso, che richiede ulteriori approfondimenti, ai fini di una tutela della sicurezza degli alimenti e della salute della popolazione fondata su solide ed aggiornate basi scientifiche.
  Le evidenze preliminari circa l'ingresso dell'arsenico inorganico nelle catene alimentari indicano l'opportunità di proseguire con ulteriori ricerche per valutare l'esistenza di eventuali rischi per specifici settori della popolazione, in particolare coloro che fanno uso esclusivo o prevalente di prodotti locali nella propria alimentazione.
  I risultati dello studio, misurando l'esposizione attuale della popolazione all'arsenico inorganico, forniscono una base di dati di riferimento rispetto a cui potrà essere valutata l'efficacia nel tempo degli interventi già intrapresi e di quelli che eventualmente si renderanno necessari, volti a ridurre l'esposizione stessa.

Il Sottosegretario di Stato per la salutePaolo Fadda.

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