ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00140

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 7 del 03/04/2013
Firmatari
Primo firmatario: BORGHI ENRICO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 03/04/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARANTELLI DANIELE PARTITO DEMOCRATICO 03/04/2013
BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 03/04/2013
GUERRA MAURO PARTITO DEMOCRATICO 03/04/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 03/04/2013
Stato iter:
23/05/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/05/2013
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/05/2013

CONCLUSO IL 23/05/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00140
presentato da
BORGHI Enrico
testo di
Mercoledì 3 aprile 2013, seduta n. 7

   BORGHI, MARANTELLI, BRAGA e GUERRA. — Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:
   nei giorni scorsi in tutto il territorio del Canton Ticino, appartenente alla Confederazione elvetica confinante con la Repubblica italiana, è stata avviata un'intensa campagna di stampa e mass-mediatica con uso di manifesti stradali da parte di un partito politico (l'Unione Democratica di Centro – UDC Ticinese) nei quali si è attivata quella che agli interroganti appare una vera e propria campagna xenofoba nei confronti dei lavoratori italiani occupati presso aziende ticinesi;
   tale iniziativa segue, a distanza di due anni, una precedente ed analoga campagna, nella quale i lavoratori italiani vennero additati alla pubblica opinione elvetica – in maniera volgare e offensiva come questa volta – come soggetti che derubano la ricchezza e il diritto al lavoro dei cittadini svizzeri;
   sono quasi 50.000 i cittadini italiani che quotidianamente si recano dall'Italia alla Svizzera per motivi di lavoro, provenienti segnatamente dalle province di Varese, Como, Sondrio e Lecco per la regione Lombardia e dalla provincia del Verbano Cusio Ossola per la regione Piemonte;
   le mansioni che i nostri cittadini occupano sono in molti casi di rilievo e di elevata professionalità, e la loro attività è regolata e garantita da uno specifico accordo bilaterale tra Italia e Svizzera;
   va ritenuta inaccettabile ogni campagna discriminatoria, con sfondo razzista e xenofobo, nei confronti di chiunque, e pertanto a maggior ragione nei confronti di cittadini della Repubblica italiana che in maniera onesta e corretta esplicano il diritto al lavoro garantito dalla nostra Costituzione in un confinante Stato estero;
   è indispensabile un passo diplomatico dell'Italia a tutela dell'onore e dei diritti dei nostri cittadini, lavoratori transfrontalieri, al fine di far cessare una pericolosa e perniciosa campagna di stampa ai danni dei medesimi –:
   quali iniziative immediate ed urgenti intenda assumere il Governo nei confronti delle autorità della Confederazione elvetica e del Canton Ticino tese a interrompere immediatamente ogni iniziativa discriminatoria, xenofoba e offensiva nei confronti dei lavoratori italiani occupati in Canton Ticino. (4-00140)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 23 maggio 2013
nell'allegato B della seduta n. 22
Interrogazione a risposta scritta 4-00140
presentata da
BORGHI Enrico

  Risposta. — Con riferimento alle iniziative del Governo tese a interrompere una retorica discriminatoria ed offensiva nei confronti dei lavoratori italiani occupati in Canton Ticino, si premette che la questione investirebbe, secondo dati del 2012 dell'Ufficio federale di statistica svizzero, 55.554 connazionali (ovvero un posto di lavoro su quattro in Ticino). Ai frontalieri, poi, si aggiungono gli artigiani che in virtù degli accordi bilaterali di libera circolazione varcano la frontiera e lavorano a fattura insieme ai propri dipendenti a costi più competitivi di quelli presenti sul mercato ticinese.
  La campagna contro i frontalieri è da inquadrare nel contesto pre-elettorale delle elezioni comunali del 14 aprile a Lugano, Mendrisio e Terre di Pedemonte. L'Unione democratica di centro del Ticino, che ha posto il tema dell'afflusso in Ticino di lavoratori frontalieri provenienti dall'Italia al centro della propria campagna politica, ha inteso cavalcare sia il disagio percepito dalla popolazione ticinese per il numero crescente di questa categoria di lavoratori (in aumento nel 2012 del 5,9 per cento rispetto al 2011) e per i loro presunti effetti distorsivi sui salari e sull'economia locale, sia l'ondata di cordoglio provocata dalla recente scomparsa, il 7 marzo 2013, di Giuliano Bignasca, leader e fondatore della Lega dei Ticinesi. Una analoga campagna, aggressiva e discriminatoria, se possibile di livello ancora più aspro, era stata condotta nel 2010-2011.
  Nell'informare che non sono giunte né all'Ambasciata d'Italia a Berna, né al Consolato generale d'Italia a Lugano – che da sempre mantengono una elevata vigilanza sulla questione – comunicazioni da parte della collettività residente o da associazioni o patronati, giova sottolineare che il tema si riallaccia a una questione più ampia che riguarda tutti i cittadini della Unione europea.
  Il 1o maggio 2013, il Consiglio federale ha infatti reintrodotto il contingentamento dei permessi di soggiorno nei confronti dei cittadini di otto Stati dell'Unione europea (Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria), ricorrendo alla «clausola di salvaguardia» prevista dall'accordo Comunità europea-Svizzera sulla libera circolazione di persone. Stando a una recente intervista rilasciata dallo stesso consigliere federale svizzero Burkhalter, è attualmente in corso di valutazione l'ipotesi di estendere la «clausola di salvaguardia», fino al limite massimo del 31 maggio 2014, ai cittadini di tutti i Paesi dell'Unione europea, per far cadere le rimostranze mosse da Bruxelles circa la discriminazione tra i Paesi membri.
  Nel giugno 2014 sarà inoltre sottoposta a referendum l'iniziativa popolare «Contro l'immigrazione di massa», promossa dall'UDC, che punta ad un ritorno sic et simpliciter al contingentamento dei permessi di soggiorno. Un anno più tardi, l'elettorato svizzero sarà chiamato alle urne per decidere dell'estensione della libera circolazione delle persone, alla Croazia, prossimo membro dell'Unione europea. Tali temi sono al centro di negoziati attualmente in corso tra la Confederazione Svizzera e l'Unione europea.
  Il Ministero degli affari esteri continuerà a seguire, tramite l'autorità diplomatica e consolare in Svizzera, le suddette questioni con la massima attenzione. Nel quadro della sua complessiva azione volta a tutelare, anche nel più ampio contesto europeo, i diritti e le aspirazioni dei lavoratori frontalieri e degli altri cittadini italiani residenti in Svizzera, la Farnesina manterrà uno stretto contatto con le autorità svizzere, acquisendo ogni ulteriore utile informazione. Parallelamente, sarà anche cura delle nostre autorità diplomatiche e consolari continuare a mantenere al corrente le competenti istanze italiane.
Il Viceministro degli affari esteriStaffan de Mistura.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

diritto del lavoro

Svizzera

accordo bilaterale

xenofobia

cittadino della Comunita'

lavoratore frontaliero