ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/03373

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 888 del 20/11/2017
Firmatari
Primo firmatario: ROMANO PAOLO NICOLO'
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/11/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 20/11/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-03373
presentato da
ROMANO Paolo Nicolò
testo di
Lunedì 20 novembre 2017, seduta n. 888

   PAOLO NICOLÒ ROMANO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   nella puntata del programma Le Iene del 12 novembre 2017 è stato mandato un servizio dal titolo «Ryanair: volare low cost ha il suo prezzo» dove è stata nuovamente riproposta la questione del dumping sociale di Ryanair a danno dei suoi dipendenti italiani. Preme rilevare che, in un fuori onda dello stesso servizio, una dirigente dell'Ente nazionale aviazione civile (Enac) di nome Monica Piccirillo, ha fatto chiaramente intendere che gli strumenti normativi e giuridici per intervenire ci sarebbero ma la compagnia irlandese godrebbe di protezioni politiche ai più alti livelli;

   tali gravi affermazioni si sposano perfettamente con quanto dichiarato dallo stesso presidente di Enac, Vito Riggio, che in occasione della sua audizione del 5 ottobre 2017, – presso la commissione Lavori pubblici, comunicazioni del Senato – «sui disagi derivanti dalla recente cancellazione dei voli della compagnia Ryanair», ha sostenuto che Enac, pur non essendo direttamente competente in materia di lavoro, da anni chiede al Governo di intervenire contro il vettore irlandese. Richieste, sollecitate anche per iscritto, tutte cadute nel vuoto;

   come è noto, la maggior parte del personale di volo di Ryanair viene assunto con contratti di lavoro autonomo e non direttamente dal vettore ma da un'agenzia interinale. I piloti, non avendo un contratto da dipendente sono costretti ad aprire una Limited, una partita iva, in Irlanda, ricevendo una retribuzione lorda per ora di volo effettuata senza alcun stipendio base, malattia e ferie pagate. Anche per le altre figure naviganti non esiste un contratto collettivo nazionale e il ricorso al sindacato non è consentito per contratto; ciò secondo l'interrogante in aperta violazione dell'articolo 39 della nostra Costituzione;

   invero la materia è stata ampiamente trattata giudizialmente anche se i tribunali, non solo italiani, hanno sempre fatto prevalere la tesi che essendo il «luogo di lavoro» l'aeromobile, si considerava laddove esso veniva registrato; ciò confermava quindi la legittimità delle certificazioni contrattuali e previdenziali del Paese della compagnia. Tesi giurisprudenziale del concetto di «luogo di lavoro dell'equipaggio aereo» la cui autentica interpretazione poteva essere rimessa solo alla magistratura europea, trattandosi di materia di regolamentazione europea;

   infatti il 14 settembre 2017 la Corte di giustizia europea, seconda sezione, si è pronunciata definitivamente stabilendo che «al fine di determinare la competenza del giudice, la nozione di "luogo in cui il lavoratore svolge abitualmente la propria attività" non è equiparabile a quella di "base di servizio"» poiché deve valutare «in quale Stato si trovi il luogo da cui il lavoratore effettua le sue missioni di trasporto, dove ritorna dopo le sue missioni, dove riceve le istruzioni e organizza il suo lavoro». Una sentenza storica che introduce una concezione estensiva della nozione di «luogo di lavoro», non esclusivamente ridotta alla «nazionalità degli aeromobili», e che di conseguenza implicherebbe l'applicazione dei contratti di lavoro nazionali e non quelli della compagnia di riferimento;

   a seguito di tale rivoluziona sentenza non risulta all'interrogante nessuna iniziativa da parte del Governo volta ad imporre al vettore irlandese il rispetto della normativa di lavoro italiana. All'opposto, oltre a quello che l'interrogante giudica l'imbarazzante silenzio del Governo, Ryanair continuerebbe ad operare in spregio a tale regolamentazione, come il servizio de Le Iene dimostra, oltre che a godere di laute elargizioni pubbliche percepite dai gestori aeroportuali su cui, anche su questo, il Governo mantiene la più totale opacità –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda intraprendere per far sì che Ryanair, a seguito della storica sentenza della II sezione della Corte di giustizia europea, si conformi alla normativa nazionale sul lavoro così da porre fine al dumping sociale a danno dei suoi dipendenti italiani e del sistema Paese.
(3-03373)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

trasporto aereo

contratto di lavoro

Corte di giustizia CE