ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02780

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 739 del 09/02/2017
Firmatari
Primo firmatario: GELMINI MARIASTELLA
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 09/02/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO PER LA SEMPLIFICAZIONE E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 09/02/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02780
presentato da
GELMINI Mariastella
testo di
Giovedì 9 febbraio 2017, seduta n. 739

   GELMINI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione . — Per sapere – premesso che:
   la legge 30 marzo 2004, n. 92 ha istituito il 10 febbraio quale «Giorno del ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe e dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra;
   in tale giornata sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado ed è favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende;
   la data prescelta è il giorno in cui, nel 1947, a Parigi, venne firmato il trattato di pace fra l'Italia e le potenze alleate ed associate, che segnò i nuovi confini del nostro Paese e assegnò alla Jugoslavia l'Istria e la maggior parte della Venezia Giulia e istituì il Territorio Libero di Trieste;
   è doveroso ricordare quegli uomini e quelle donne uccisi solo perché italiani nelle Foibe, vittime di quella pulizia politica ed etnica compiuta dai partigiani comunisti titini in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia tra il 1943 e il 1945;
   il pensiero deve andare ai 350 mila italiani costretti a fuggire dalle loro terre, in un esodo che durò oltre 10 anni e che venne occultato per decenni dalla memoria collettiva del Paese;
   ma se è giusto commemorare, in questa data simbolo, il ricordo di tali sofferenze, sarebbe altrettanto doveroso che il Paese manifestasse quotidianamente la sua vicinanza a chi ha patito tali e tanti dolori, a partire da quelle piccole cose che nella quotidianità rischiano di riaprire ferite e ricordi drammatici;
   in particolare, la legge 15 febbraio 1989, n. 54 ha stabilito, all'articolo 1, che «tutte le amministrazioni dello Stato, del parastato, degli enti locali e qualsiasi altro ufficio o ente, nel rilasciare attestazioni, certificazioni, dichiarazioni, documenti in genere, a cittadini italiani nati in comuni già sotto la sovranità italiana ed oggi compresi nei territori ceduti ad altri Stati, ai sensi del trattato di pace con le potenze alleate ed associate, quando deve essere indicato il luogo di nascita dell'interessato, hanno l'obbligo di riportare unicamente il nome italiano del comune, senza alcun riferimento allo Stato cui attualmente appartiene»;
   l'articolo 2 della citata legge sancisce che le amministrazioni, gli enti, gli uffici pubblici sono obbligati, su richiesta anche orale del cittadino stesso, ad adeguare il documento a quanto previsto dalla norma;
   secondo quanto riportato da articoli di stampa, ancora oggi, vari enti pubblici non sarebbero in grado di applicare tale disposizione. In particolare, il quotidiano «Il Giornale» dell'8 febbraio 2016 riporta il caso di T.D., nato a Dignano d'Istria (Pola) nel 1941, a cui nel 2015 è stato comunicato che il sistema informatico dell'Inps non consentiva di inserire, quale luogo di nascita, Dignano d'Istria, Italia e che verso la fine del 2016, a seguito della ricezione di una pratica dallo stesso istituto previdenziale, lo stesso era riconosciuto come nato in «EE» (Escursionista Estero); o il caso di una signora, nata a Pola nel 1938, che chiedendo il duplicato della tessera di libera circolazione presso un ufficio della regione Piemonte e riferendo che era nata in Italia, si sentiva rispondere che «Italia» non era accettata dal sistema –:
   se il Governo sia a conoscenza di questi e analoghi casi;
   quali iniziative intenda adottare, non solo e non tanto per garantire la piena applicazione della legge n. 54 del 1989, ma per dare un tangibile e concreto segno di rispetto e di vicinanza a molti esuli, considerando che si tratterebbe di un piccolo gesto, ma di grande valore per ricordare loro che l'Italia è la loro patria. (3-02780)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

comune

guerra

comunismo