ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02411

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 658 del 20/07/2016
Firmatari
Primo firmatario: VALLASCAS ANDREA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/07/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2016
CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2016
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2016
DA VILLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2016
COZZOLINO EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 20/07/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 20/07/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02411
presentato da
VALLASCAS Andrea
testo di
Mercoledì 20 luglio 2016, seduta n. 658

   VALLASCAS, PESCO, CRIPPA, VILLAROSA, DA VILLA e COZZOLINO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   secondo autorevoli osservatori e analisti finanziari, negli ultimi cinque anni, nei Paesi dell'Africa subsahariana, il debito nei confronti dei creditori privati (banche, fondi di investimento, fondi private equity) sarebbe cresciuto enormemente rispetto ai livelli di crescita del debito verso i creditori ufficiali (Governi, Fondo monetario internazionale, Banca mondiale e Banca africana per lo sviluppo);
   in particolare, se il debito nei confronti dei creditori ufficiali è passato, dal 2000 a oggi, da 130 a 150 miliardi di dollari, il debito dovuto ai creditori privati sarebbe invece passato dai 30 miliardi del 2010 ai circa 160 miliardi del 2015;
   questo stato di cose sarebbe stato determinato dall'accelerazione che avrebbe avuto, a partire dal 2009, l'emissione da parte dei Paesi dell'area di nuove obbligazioni pubbliche e private per 5 miliardi: dal 2013 al 2014 le nuove obbligazioni sono passate da 14 a 20 miliardi;
   secondo gli osservatori dei mercati finanziari, le obbligazioni sovrane starebbero acquisendo uno spazio sempre più ampio nella composizione del debito totale dei Paesi in via di sviluppo: negli ultimi dieci anni, ad esempio, la quota sarebbe passata dall'1 al 4 per cento;
   nel contempo, per effetto della riduzione eccessiva dei tassi di interesse nei mercati occidentali, si sarebbe accentuata la tendenza degli investitori a rivolgersi a mercati con maggiori rendimenti, anche se con elevate componenti di rischio: tra questi, per gli elementi precedentemente illustrati, riscuoterebbero particolare interesse i prodotti e i mercati finanziari africani;
   questa situazione è testimoniata dal successo ottenuto dall'emissione di titoli in valuta estera da parte degli Stati dell'Africa: il Ruanda, nonostante la situazione di instabilità politica, ha venduto titoli a Bnp Paribas e Citigroup; Senegal e Costa d'Avorio hanno venduto obbligazioni per un ammontare di un miliardo di dollari; ugualmente sono stati collocati con grande successo titoli emessi da Kenia, Ghana, Zambia; mentre Nigeria e Tanzania, solo per citarne alcuni, sarebbero intenzionate a emettere titoli in valuta estera;
   da quanto esposto, emergerebbe che l'accesso ai mercati finanziari dei titoli di Stato non è esclusivo di Paesi con una solida economia di mercato, come Nigeria e Sudafrica, ma anche di nazioni caratterizzate da debolezza economica e instabilità politica;
   a questo proposito, è il caso di rilevare che, a causa del crollo dei prezzi delle materie prime, che rappresentano la principale, se non unica, componente delle esportazioni e delle entrate in valuta, e della svalutazione delle monete nazionali africane nei confronti di dollaro ed euro, aumenterebbero sia il debito nazionale sia le componenti di rischio dei titoli emessi;
   a questi elementi si aggiungerebbero, nel generare ulteriori rischi, la volatilità valutaria determinata dalla contrazione dei debiti con la vendita di obbligazioni in dollari e in euro;
   lo stesso passaggio da un sistema dei prestiti controllato e gestito attraverso accordi bilaterali a uno che si esplica interamente sui mercati finanziari esporrebbe ulteriormente le economie africane e la stessa sostenibilità dei prestiti;
   da quanto illustrato, emergerebbe una molteplicità di incognite negli investimenti in titoli di Stato africani, incognite che dovrebbero generare la legittima necessità di verificare le componenti di rischio per gli investitori europei e, in particolare, italiani;
   anche nel recente passato, in più circostanze, la crisi di alcuni istituti del sistema bancario italiano è stata affrontata dallo Stato anche con l'esposizione di capitali pubblici, come il caso del fondo Atlante, che impegna Cassa depositi e prestiti con circa 500 milioni di euro, o il decreto «salva banche» del Governo;
   queste circostanze dovrebbero richiamare con forza la necessità di una vigilanza in merito alla partecipazione degli istituti di credito italiani agli investimenti in titoli obbligazionari sovrani, con particolare attenzione a quelli emessi dagli Stati dell'Africa subsahariana –:
   se quanto esposto in premessa corrisponda al vero;
   se risulti e a quanto ammonti la presenza di fondi obbligazionari africani nel portafoglio titoli detenuti da istituti bancari e investitori istituzionali italiani;
   quali siano gli strumenti a garanzia dei risparmiatori italiani di fronte all'evenienza di una svalutazione dei titoli obbligazionari africani, eventualmente detenuti da istituti bancari e investitori istituzionali italiani. (3-02411)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

Banca africana di sviluppo

accordo bilaterale

emissione di valori