ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02257

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 625 del 16/05/2016
Firmatari
Primo firmatario: LATRONICO COSIMO
Gruppo: MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Data firma: 16/05/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 16/05/2016
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 16/05/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 13/06/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02257
presentato da
LATRONICO Cosimo
testo di
Lunedì 16 maggio 2016, seduta n. 625

   LATRONICO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
   secondo i dati dell'Organizzazione mondiale del turismo (Omt), l'Italia si è confermata al quinto posto per gli arrivi e al settimo posto per gli introiti nella graduatoria 2015 delle destinazioni turistiche mondiali più frequentate dal turismo straniero. Le località marine hanno avuto un incremento rispetto al 2014 con le presenze che si attestano a 44.034.290 milioni di visitatori secondo i dati provvisori dell'Istat;
   l'Italia ha 7.500 chilometri di costa e la varietà delle sue coste ricca di golfi, insenature, approdi naturali, porti turistici, lunghe e sabbiose spiagge la rende perfetta per ogni tipo di vacanza e di viaggio all'insegna della natura, del divertimento e del relax. Nel nostro Paese risultano censite circa 30.000 concessioni rilasciate per finalità turistico-ricreative con strutture «amovibili» e circa 1.000 pertinenze demaniali marittime con manufatti «inamovibili» di proprietà dello Stato che coprono circa 18 milioni di metri quadri;
   anche il mare della Basilicata è caratterizzato da 35 chilometri di spiagge di sabbia finissima e dorata sulla costa ionica da Metaponto a Nova Siri e 15 chilometri di spiagge sul tirreno Maratea: baie, grotte naturali del Golfo di Policastro. Le località della costa ionica e tirrenica dispongono di numerose strutture ricettive alberghiere, agrituristiche e campeggi che hanno raggiunto livelli significanti crescita e di occupazione;
   il settore turistico balneare in Italia attira milioni di utenti e costituisce un asse portante dell'apparato produttivo italiano e un settore strategico di sviluppo e di occupazione. Gli stabilimenti balneari sono generalmente imprese economiche di tipo familiare che valorizzano l'offerta turistico-ricettiva, qualificandola come tra le più competitive e rendono le aree demaniali più attrattive e fruibili, preservando la bellezza e il paesaggio;
   con l'approssimarsi della stagione estiva 2016 le oltre 30.000 imprese balneari che operano sulle coste italiane rischiano di essere fuori legge per il pronunciamento della Corte di giustizia dell'Unione europea che potrebbe bocciare la proroga automatica delle concessioni demaniali fino al 2020 perché contraria alla «direttiva Bolkestein»;
   la direttiva Bolkestein è stata presentata dalla Commissione europea nel febbraio del 2004 ed emanata nel 2006. La legislazione italiana ha recepito la direttiva tramite l'approvazione del decreto legislativo n. 59 del 26 marzo 2010. La direttiva si concentra sui servizi del mercato unico europeo e prevede che, dal 1o gennaio 2016, le concessioni demaniali non potranno più essere rinnovate automaticamente (non valendo più il diritto di insistenza), ma dovranno essere oggetto di un bando con procedura di evidenza pubblica alla scadenza temporale di ogni concessione;
   nel 2008, la Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione a carico dell'Italia in materia di affidamento delle concessioni demaniali marittime, in quanto il rinnovo automatico delle concessioni, previsto dall'Italia, è in contrasto con la richiamata direttiva comunitaria, che prevede invece l'assegnazione del demanio pubblico mediante gara. Nel 2009 per chiudere la procedura di infrazione, il termine di durata delle concessioni in essere alla data di entrata in vigore del citato decreto e in scadenza al 31 dicembre 2015 è stato prorogato fino al 31 dicembre 2020, ai sensi dell'articolo 1, comma 18, del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 194, come modificato dall'articolo 1, comma 547, della legge 24 dicembre 2012, n. 228 (legge di stabilità 2013);
   la Corte di giustizia europea è stata chiamata a pronunciarsi sulla questione pregiudiziale relativa alla legge italiana sollevata dai Tribunali amministrativi regionali Sardegna e Lombardia, che hanno chiesto di verificare la compatibilità della norma della legge di stabilità 2013 con il diritto comunitario, esprimendo dubbi sull'automatismo della proroga;
   l'Avvocato generale della Corte di giustizia dell'Unione europea, Maciej Szpunar, a febbraio 2016, si è espresso con un parere negativo (non vincolante per la Corte dell'Unione europea) che ritiene fondati i dubbi espressi dai Tar, concludendo che «la direttiva 2006/123/CE, relativa ai servizi nel mercato Ue, impedisce alla normativa nazionale di prorogare in modo automatico la data di scadenza delle concessioni per lo sfruttamento economico del demanio pubblico marittimo e lacustre»;
   il Governo sta predisponendo con ritardo un disegno di legge in materia di demanio marittimo che dovrebbe produrre un quadro normativo chiaro, adeguandosi ai principi comunitari in materia di trasparenza, libertà di stabilimento e prestazione di servizi e raccogliere le istanze degli enti territoriali e delle categorie economiche che operano sul demanio marittimo;
   da uno studio comparato su alcuni Paesi mediterranei relativo alle concessioni balneari emerge che la durata massima delle concessioni oscilla tra i 7 anni dell'Italia, i 30 della Spagna e i 75 del Portogallo e che, la scelta del concessionario non avviene necessariamente con gare pubbliche. La Commissione europea dovrebbe chiarire i motivi delle diverse normative sui demani marittimi spagnolo e portoghese rispetto a quello italiano, nonostante per tutti dovrebbe valere la direttiva europea Bolkestein che nel nostro Paese è stata la giustificazione per abolire il rinnovo automatico delle concessioni balneari e per minacciarne la messa all'asta;
   la Commissione europea sostiene che l'apertura alla libera concorrenza permetta di garantire una migliore qualità dei servizi e prezzi più convenienti. In Italia, invece, gli oppositori della «Bolkestein» avvertono che la sua applicazione segnerebbe la fine del made in Italy perché le spiagge italiane finirebbero gestite da multinazionali straniere;
   mentre esponenti del Governo promettono di intervenire in tempo, alcune regioni a quanto consta all'interrogante, provano ad approvare delibere che cercano di andare incontro alle necessità delle imprese balneari andando, allo stesso tempo, incontro alle norme europee;
   ad avviso dell'interrogante il provvedimento di riforma in materia di demanio marittimo dovrà contenere regole chiare per redigere la nuova disciplina sulle concessioni demaniali marittime, stabilendo i nuovi limiti di durata delle concessioni in maniera proporzionata all'interesse pubblico e all'entità degli investimenti, fissando i criteri per le assegnazioni delle gare che le regioni sono tenute a rispettare;
   se la pronuncia della Corte di giustizia europea dovesse confermare tali posizioni, molte imprese balneari italiane si troverebbero in una situazione di estrema difficoltà, avendo continuato ad investire sui propri stabilimenti in virtù della proroga concessa. L'offerta turistica italiana subirebbe un duro colpo con l'apertura ad attori economici esteri, snaturando un comparto economico che richiederebbe particolare attenzione per le peculiarità di ogni singolo Paese, oltre a determinare una situazione di estrema criticità per la prossima stagione estiva –:
   se il Governo intenda attivarsi, nell'ambito delle proprie competenze, affinché siano assunte le opportune iniziative, al fine di risolvere le problematiche evidenziate in premessa;
   se il Governo intenda attivarsi per promuovere una riforma delle concessioni in grado di restituire futuro e certezza alle 30.000 imprese che rappresentano l'eccellenza del sistema turistico nazionale e che da oltre 7 anni sono in attesa di una soluzione compatibile con le norme europee;
   quali iniziative il Governo intenda adottare per negoziare con l'Unione europea una più lunga fase transitoria nell'applicazione delle direttive che consenta agli operatori balneari e titolari di concessioni di ammortizzare gli investimenti fatti, vista l'imminenza della stagione balneare;
   se il Governo intenda intervenire, in tempi brevi, assumendo iniziative per il riordino del settore, coinvolgendo al tavolo di lavoro tutti i soggetti interessati per garantire futuro e certezza ad un comparto che rappresenta una realtà fondamentale per il sistema turistico nazionale e che attende da troppi anni una legge di riforma. (3-02257)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

infrastruttura turistica

Corte di giustizia CE

procedura CE d'infrazione