Legislatura: 17Seduta di annuncio: 574 del 22/02/2016
Primo firmatario: SARTI GIULIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 22/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 22/02/2016 FERRARESI VITTORIO MOVIMENTO 5 STELLE 22/02/2016 AGOSTINELLI DONATELLA MOVIMENTO 5 STELLE 22/02/2016 COLLETTI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 22/02/2016 BONAFEDE ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE 22/02/2016 DELL'ORCO MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE 22/02/2016
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 22/02/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 23/02/2016 Resoconto FERRI COSIMO MARIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA) REPLICA 23/02/2016 Resoconto SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 23/02/2016
DISCUSSIONE IL 23/02/2016
SVOLTO IL 23/02/2016
CONCLUSO IL 23/02/2016
SARTI, SPADONI, FERRARESI, AGOSTINELLI, COLLETTI, BONAFEDE e DELL'ORCO. –
Al Ministro della giustizia
. – Per sapere – premesso che:
a fine gennaio 2015 è stata condotta la più grande operazione contro la ’ndrangheta in Emilia-Romagna, denominata appunto Aemilia, operazione che ha coinvolto ovviamente anche altre regioni, tra cui Veneto, Piemonte, Calabria e Sicilia. Ad oggi gli imputati sono 219, nove dei quali attualmente sottoposti al regime di 41-bis, e 189 i capi di imputazione;
si tratta di un avvenimento senza precedenti per la regione Emilia-Romagna, per i numeri e per le dimensioni dell'inchiesta. Un'inchiesta, condotta dalle forze dell'ordine e dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna, segnata da due momenti fondamentali: il primo, alla fine di gennaio 2015, ha portato a 117 arresti. Il secondo, a metà luglio 2015, ha colpito la cosiddetta «’ndrangheta imprenditrice». Al centro delle indagini, coordinate dall'ex procuratore capo di Bologna, Roberto Alfonso, c’è il clan Grande Aracri, originario di Cutro;
nell'avviso di conclusione delle indagini notificato nel mese di giugno 2015, gli inquirenti spiegano che l'associazione a delinquere fa capo a Nicolino Sarcone, Michele Bolognino, Alfonso Diletto, Francesco Lamanna, Antonio Gualtieri e Romolo Villirillo. Tra i partecipanti al sodalizio si ritrovano i nomi degli imprenditori Giuseppe Giglio, Gaetano Blasco e Antonio Valerio (questi ultimi intercettati mentre ridevano dopo le scosse di terremoto del 2012), Giuseppe Iaquinta (padre del calciatore Vincenzo). Tanti i reati contestati, si va dall'associazione a delinquere di stampo mafioso contestata a circa 54 imputati, alle estorsioni, dalle minacce all'usura, dall'intestazione fittizia dei beni al falso in bilancio, dalla turbativa d'asta alla corruzione elettorale;
la prima udienza preliminare si è svolta il 28 ottobre 2015 davanti al giudice per l'udienza preliminare Francesca Zavaglia. Durante la terza udienza del 6 novembre 2015, il giudice per l'udienza preliminare ha rigettato le eccezioni di competenza territoriale presentate dagli avvocati di alcuni imputati al fine di spostare la sede a Catanzaro. Dunque, con la decisione del giudice per l'udienza preliminare, il processo in questa prima fase continuerà all'interno dello stand numero 19 della Fiera di Bologna, appositamente adibito ad aula bunker;
come sostenuto dai pubblici ministeri dell'accusa è importante che lo svolgimento di tutto il processo sia in Emilia-Romagna, per varie motivazioni. In primis la maggior parte dei reati contestati sono stati commessi in questa regione, inoltre attraverso le indagini e le intercettazioni è risultato chiaro il fatto che l'organizzazione criminale di stampo mafioso individuata in questi anni di inchieste sia radicata sul territorio emiliano e indipendente dalla «casa madre» di Cutro. Lo scenario che emerge dalle indagini e dall'intera inchiesta, non è quello di una «semplice infiltrazione» di un clan ’ndranghetista al Nord ma di un vero e proprio radicamento con sede principale nella provincia di Reggio Emilia;
in data 1o luglio 2015, il MoVimento Cinque Stelle ha presentato un question time al Ministro della giustizia affinché si adoperasse per trovare uno spazio idoneo e attrezzato allo svolgimento dell'udienza preliminare del processo a Bologna. Alla richiesta veniva data la seguente risposta: «Sulla questione posta dagli onorevoli interroganti in merito alle specifiche esigenze rappresentate dal procuratore della Repubblica e dal presidente del Tribunale di Bologna per la celebrazione dell'udienza preliminare nel procedimento del cosiddetto processo Aemilia, rappresento che alle note trasmesse dai predetti è seguita nell'immediato un'intensa attività dei competenti uffici di questo dicastero, finalizzata alla pronta risoluzione delle criticità prospettate. In particolare la direzione generale delle risorse materiali ha non solo inviato una tempestiva nota di risposta alle richieste scritte degli uffici bolognesi, ma ha altresì avviato un'immediata e diretta interlocuzione con gli stessi in ordine all'individuazione dei locali più adeguati alla celebrazione del processo e alle connesse esigenze di sicurezza. Ancor più la predetta direzione generale ha svolto, recependo sul punto la specifica richiesta del presidente del tribunale, diversi sopralluoghi finalizzati proprio alla concreta verifica delle soluzioni possibili. Ai fini delle valutazioni competenti è stato richiesto poi l'ausilio di personale tecnico specializzato in carico tanto al DAP che al provveditorato regionale dell'Emilia Romagna, comunicando tali iniziative ai capi degli uffici interessati. Saranno pertanto oggetto di tempestiva adozione tutti i provvedimenti necessari alla migliore celebrazione di un processo che per gravità delle imputazioni e numero delle parti processuali richiede senz'altro la predisposizione di adeguate misure organizzative. La pronta attivazione da parte del Ministero credo fughi ogni preoccupazione formulata dagli onorevoli interroganti e assicuro che la situazione continuerà ad essere costantemente monitorata sino al raggiungimento di un'adeguata soluzione»;
contrariamente a quanto dichiarato, il Ministero non ha ottemperato e per risolvere la situazione la regione Emilia-Romagna ha stanziato ben 748.000 euro per affittare il padiglione 19 presso la Fiera di Bologna, ai fini dello svolgimento dell'udienza preliminare;
la fase dibattimentale del procedimento si dovrebbe spostare a Reggio Emilia per le ragioni sopra esposte, ed è fondamentale che si svolga nella sua sede naturale. Ricorrono tutti i presupposti giuridici. È stabilito infatti che il dibattimento avvenga davanti al giudice competente del luogo in cui si è costituita l'associazione e realizzata la programmazione, l'ideazione e la direzione delle attività illecite dell'organizzazione criminosa;
sono circa un'ottantina gli imputati che hanno fatto richiesta di rito abbreviato ex articolo 438 del codice di procedura penale e patteggiamenti; tra loro si trovano anche Nicolino Grande Aracri, capo della Cosca. Presumibilmente dunque le aule del tribunale di Reggio Emilia potranno essere utilizzate per il dibattimento, ma non si ha nessuna notizia su dove si svolgeranno, invece, i suddetti giudizi abbreviati –:
se ritenga opportuno mettere in atto ogni iniziativa di competenza affinché sia trovato al più presto uno spazio idoneo per lo svolgimento del dibattimento del processo Aemilia, la cui entità necessita di ambienti e di attrezzature che rispettino i criteri di massima sicurezza;
se, in vista delle numerose richieste di rito abbreviato ex articolo 438 del codice di procedura penale, sia già a conoscenza della sede in cui verranno svolti tali riti alternativi;
se, nel caso in cui si dovesse decidere di continuare lo svolgimento dei riti abbreviati presso il padiglione 19 della Fiera di Bologna, il Ministero provvederà alle relative spese d'affitto. (3-02035)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):udienza giudiziaria
procedura penale
mafia