ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01729

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 492 del 29/09/2015
Firmatari
Primo firmatario: BOMBASSEI ALBERTO
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 29/09/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 29/09/2015
Stato iter:
30/09/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 30/09/2015
Resoconto BOMBASSEI ALBERTO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 30/09/2015
Resoconto RENZI MATTEO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
REPLICA 30/09/2015
Resoconto BOMBASSEI ALBERTO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 30/09/2015

SVOLTO IL 30/09/2015

CONCLUSO IL 30/09/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01729
presentato da
BOMBASSEI Alberto
testo presentato
Martedì 29 settembre 2015
modificato
Mercoledì 30 settembre 2015, seduta n. 493

   BOMBASSEI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri . — Per sapere – premesso che:
   il quadro al quale imprese e cittadini sono confrontati evidenzia l'urgenza e la necessità di rimettere al centro dell'agenda politica nazionale ed europea la competitività del sistema industriale. La definizione di un approccio di politica industriale coordinato e coerente costituisce, infatti, un presupposto imprescindibile per migliorare il potenziale di crescita del nostro Paese;
   i dati evidenziati in un recente studio presentato dalla Roland berger strategy consultants (in occasione del convegno «Automotive: progettare il rilancio – made in Italy, smart regulation e competitività, le linee guida per ripartire» svoltosi presso la Camera dei deputati) nel mese di marzo 2015, mostrano come i vari Paesi europei stiano vivendo, più degli altri competitor mondiali, una fase di deindustrializzazione. Nel decennio che va dal 1991 al 2011, se da un lato, a livello globale, la quota di valore aggiunto prodotta dal settore manifatturiero è andata costantemente crescendo, dall'altro lato, il contributo fornito dall'Europa alla realizzazione del valore aggiunto derivante dal settore manifatturiero a livello globale è andato gradualmente riducendosi, passando dal 36 per cento nel 1991 al 25 per cento nel 2011. Di contro, l'Europa si conferma al secondo posto tra i Paesi manifatturieri, anche se è stata superata dal blocco dei Paesi emergenti, che sono passati dal 21 per cento al 40 per cento;
   questa tendenza è confermata dai dati riguardanti i posti di lavoro garantiti dal settore manifatturiero: tra il 2000 e il 2013 la percentuale degli occupati è passata dal 20 per cento al 17 per cento in Germania e dal 21 per cento al 18 per cento in Italia, a fronte di un aumento dal 23 per cento al 31 per cento in Cina e dal 13 per cento al 14 per cento in Brasile. Inoltre, i dati evidenziano anche un profondo deficit di competitività dell'Europa nei confronti dei Paesi emergenti ed evidenzia l'esigenza di invertire il trend negativo europeo, avviando una fase di reindustrializzazione che coinvolga, in primo luogo, Italia e Germania, quali Paesi leader manifatturieri europei;
   Italia e Germania rappresentano, infatti, insieme il secondo cluster di esportazione al mondo, tenuto conto che il 14,4 per cento sul totale del contributo al prodotto interno lordo del manifatturiero è dato dalle esportazioni e sono preceduti soltanto dalla Cina, con il 16,7 per cento. I dati sull’export rivelano come oltre il 90 per cento delle esportazioni dei due Paesi sia composto da beni manufatti e come i due Paesi si collochino in posizioni di leadership nelle esportazioni per ciascun settore manifatturiero in termini di contributo al prodotto interno lordo;
   i dati contenuti nell'analisi sovra menzionata ravvisano, nell'affermarsi dell’«internet degli oggetti e dei servizi», l'avvento di una nuova quarta rivoluzione industriale, successiva a quella dell'automazione attraverso cui entro il 2030 – con una percentuale del 20 per cento dell'attività industriale sul totale del valore aggiunto del vecchio continente – il numero di addetti dell'industria potrà conoscere un incremento dai 25 milioni del 2011 ai 31 milioni della fine del prossimo decennio;
   nel contesto europeo ed internazionale alcuni Paesi stanno da tempo sostenendo la modernizzazione dell'industria manifatturiera 2.0 attraverso programmi di finanziamento e specifiche iniziative di ricerca per adeguare i processi di produzione e sviluppare nuovi prodotti;
   nella fattispecie, «Industrie 4.0» è un'iniziativa strategica del Governo tedesco adottata come parte integrante dell’high-tech strategy 2020 action plan del novembre 2011; l'obiettivo è quello di realizzare la fabbrica intelligente (smart factory), che si caratterizza per la capacità di adattamento, efficienza delle risorse ed ergonomia e vede l'integrazione dei clienti e partner commerciali nei processi di business e di valore;
   in questa direzione, gli Stati Uniti hanno sviluppato la smart manufacturing leadership coalition (smlc), organizzazione no-profit di professionisti di produzione, fornitori e aziende di tecnologia, consorzi di produzione, università, agenzie governative e laboratori che ha l'obiettivo di consentire agli stakeholders del settore manifatturiero di aggregarsi per sviluppare attività di ricerca e sviluppo, standard, piattaforme e infrastrutture condivise che facilitino l'adozione della produzione intelligente diffusa. Inoltre, il programma Networking and information technology research and development (Nitrd) riunisce 18 agenzie di ricerca e coordina la ricerca in diversi domini IT, tra cui human-computer interaction e information management;
   anche nella Repubblica popolare cinese il 12o piano quinquennale (2011-2015) stabilisce l'obiettivo di ridurre la dipendenza dalla tecnologia estera e di perseguire la leadership tecnologica a livello mondiale in sette «settori strategici», tra cui l'high-end equipment manufacturing e new-generation information technology. La Cina ha, inoltre, istituito una «IoT innovation zone» nella città di Wuxi (nella provincia del Jiangsu), con oltre 300 aziende e con una forza lavoro attualmente impegnata pari a circa 70.000 unità;
   ancora, nella Repubblica dell'India il finanziamento per l'innovazione è una delle priorità fondamentali del 12o piano quinquennale (2012-2017) che prevede un aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo pubblica e privata del 2 per cento del prodotto interno lordo. Nel 2011, è stato lanciato il progetto «Cyber-physical systems innovation hub», sotto l'egida del Ministero delle comunicazioni e delle IT per condurre una ricerca in molteplici settori, tra cui la robotica umanoide;
   nell'ambito della «strategia Europa 2020», con la comunicazione del 2010 «Una politica industriale integrata per l'era della globalizzazione» (COM(2010) 0614), successivamente ripresa dalle comunicazioni «Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa economica» (COM (2012)0582), adottata nell'ottobre del 2012, e «Per una rinascita industriale europea» (COM(2014)0014) del gennaio 2014, l'Unione europea ha indicato le grandi linee per una rinnovata politica industriale proattiva, capace di accrescere la competitività del tessuto produttivo e di porre le basi della reindustrializzazione dell'Europa, proponendo una serie di azioni concrete, dirette a rispondere in modo puntuale ai problemi della crescita, dell'occupazione nel breve/medio termine, ribadendo la centralità del manifatturiero e l'importanza di avanzare verso un approccio integrato ed innovativo di politica industriale;
   il Comitato economico e sociale (Cese), nel parere espresso sul tema della reindustrializzazione dell'Europa e dell'impatto dei servizi alle imprese nell'industria (CCMI/121, 16 ottobre 2014) sottolinea come «(...) l'industria 4.0 offrirà all'Europa l'opportunità unica di perseguire diversi obiettivi investendo in una sola infrastruttura. Rinviare tale investimento significherebbe compromettere la competitività europea. Un investimento di questo tipo dovrebbe, pertanto, essere valutato positivamente anche nel quadro delle raccomandazioni specifiche per Paese emanate ogni anno nel corso del semestre europeo», ed ancora, nella relazione illustrativa sul tema «Trasformazioni economiche nel mondo, conseguenze per la competitività dell'Unione europea» (CCMI/134, 23 luglio 2015), si sottolinea l'importanza del ruolo dell'industria 4.0 e delle tecnologie rivoluzionarie, evidenziando che «(...) Le imprese degli Stati membri con scarse competenze digitali hanno più difficoltà ad applicare le innovazioni di punta, le tecniche di modernizzazione e i modelli aziendali aggiornati»;
   a livello comunitario, la ricerca su «Internet delle cose e dei servizi» (Internet of things and services) ha beneficiato di un importante sostegno attraverso il settimo programma quadro di ricerca (2007-2013) per le attività di ricerca e sviluppo tecnologico nell'ambito del quale sono stati allocati circa 9 miliardi di euro per il settore Ict. Sono stati, altresì, investiti 2,4 miliardi di euro nella piattaforma tecnologica Artemis per promuovere progetti di sviluppo in otto sottoprogrammi che includono sia la manufacturing and production automation che il cyber-physical system;
   sotto gli auspici di questa iniziativa, il progetto «ActionPlanT», co-finanziato dalla Commissione europea nell'ambito dell'iniziativa di partenariato pubblico-privato Factories of the future, ha presentato la sua «Vision for manufacturing 2.0», un documento di discussione per le future iniziative di finanziamento della ricerca nell'ambito del nuovo programma quadro per la ricerca – Horizon 2020 (2014-2020);
   la Commissione europea ha definito gli ambiti di intervento prioritari su cui concentrare l'attenzione nell'individuazione della strategia globale relativa alla creazione del «mercato unico digitale»: con la digital single market strategy la Commissione europea intende «(...) sostenere tutti i settori industriali a integrare nuove tecnologie e gestire la transizione verso un sistema industriale intelligente (Industry 4.0)»;
   il Commissario europeo all'economia digitale Günther Oettinger ha recentemente annunciato la presentazione di un piano di azione – che verrà presentato a inizio 2016 ai Ministri europei – articolato su quattro linee guida: interventi («dal sostegno alla ricerca e alla diffusione di expertise tecnologico sino alla creazione di hub regionali d'innovazione digitale») per favorire l'integrazione delle tecnologie di nuova generazione nei propri processi produttivi, sostegno allo sviluppo di piattaforme digitali di prossima generazione e alla diffusione delle competenze digitali in linea con la strategia già in atto per il mercato unico digitale, un nuovo pacchetto legislativo ed una regolamentazione più smart, partendo dalla libera circolazione dei dati;
   con l'approvazione della «Strategia italiana per la crescita digitale 2014-2020» e della «Strategia italiana per la banda ultra-larga» il Governo intende perseguire l'obiettivo di colmare il ritardo digitale del Paese sul fronte infrastrutturale e nei servizi, concorrendo a delineare un quadro normativo aggiornato ed un ecosistema digitale favorevole alla crescita economica, alla volontà di investire ed innovare, allo sviluppo delle reti tecnologiche e delle reti tra istituzioni e imprese, nonché orientato alla transizione verso un sistema industriale in grado di raccogliere la sfida della competitività digitale globale;
   secondo i dati Istat la produzione industriale è tornata a crescere: a luglio 2015, infatti, si è registrato un aumento tendenziale dell'indice generale dell'1,1 per cento rispetto a giugno 2015 e del 2,7 per cento rispetto al 2014. I dati congiunturali mostrano tutti i principali settori produttivi in miglioramento e nella media dei primi sette mesi la produzione è cresciuta dello 0,7 per cento. Si conferma, dunque, in questa fase, l'esigenza di avviare un nuovo ciclo industriale, in particolare sul modello dell’«Industria 4.0», che si fonda su un rinnovato e riconfigurato legame tra innovazione, competenze e capitale umano, tecnologie digitali e macchinari, nell'ottica di creare sistemi manifatturieri avanzati e riportare le produzioni delocalizzate in Europa –:
   quali iniziative il Governo ritenga opportuno adottare, in un'ottica di rilancio strategico della politica industriale nazionale, orientata all'adozione pervasiva del paradigma «Industria 4.0» ed alla digitalizzazione delle filiere dell'industria manifatturiera e dei relativi servizi accessori e complementari. (3-01729)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

tecnologia digitale

mercato unico

partenariato pubblico-privato