ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01604

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 457 del 08/07/2015
Firmatari
Primo firmatario: VIGNALI RAFFAELLO
Gruppo: AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Data firma: 08/07/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 08/07/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01604
presentato da
VIGNALI Raffaello
testo di
Mercoledì 8 luglio 2015, seduta n. 457

   VIGNALI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   le politiche pubbliche di acquisto dei dispositivi medici da almeno 7 anni mostrano una crescente tendenza ad aggiudicare al massimo ribasso, con valori medi annui che oscillano tra -12 per cento e -18 per cento rispetto alle basi d'asta spesso a loro volta fissate a livelli inferiori rispetto alle condizioni medie dei mercati di riferimento nei dodici mesi precedenti, con evidenti ripercussioni sui prezzi e sui fatturati delle imprese;
   il livello medio dei prezzi dei dispositivi medici negli ultimi 7 anni ha infatti perso il 25 per cento e a questa caduta verticale dei prezzi si è accompagnata una diminuzione del fatturato delle imprese di circa il 10 per cento dal 2010 al 2013;
   in questi ultimi anni per taluni dispositivi il crollo dei prezzi è stato ancora più pesante, come ad esempio è avvenuto per le siringhe (-34 per cento) e gli stent (-30 per cento); e lo stesso dicasi per la contrazione di taluni mercati specifici che è stata dell'ordine del 40-50 per cento, come ad esempio è avvenuto per i dispositivi per monitoraggio funzionale in ambito cardiologico (-42 per cento), l'elettromedicina (-44 per cento), e soprattutto l’imaging diagnostico (-49 per cento). Tali dinamiche, sia pure con un rallentamento, sono proseguite anche nel 2014, mantenendo nella maggior parte dei casi i valori di fatturato al disotto dei livelli 2008;
   in parallelo è altresì diminuita la quota di mercato assorbita dalle strutture sanitarie pubbliche, passata dal 74,9 per cento nel 2010 al 73,4 per cento nel 2013 e al 72,1 per cento nel 2014;
   tutti gli indicatori succitati dimostrano come la spesa pubblica in dispositivi medici e la relativa marginalità delle imprese del settore siano drasticamente diminuite negli ultimi anni, arrivando oggi a toccare un livello al di sotto del quale non è più possibile parlare a parere dell'interrogante di efficienza e razionalizzazione della spesa;
   dal 2009 al 2014, significativo è stato il contributo che il settore sanitario ha fornito al contenimento della spesa primaria pubblica e così come la modesta incidenza della spesa sanitaria pubblica nel nostro Paese rispetto ad altri paesi europei come Germania e Francia. I tagli degli anni precedenti, infatti, tradotti in un calo del 25 per cento dei prezzi medi praticati dalle aziende del settore, hanno già causato la perdita di 6mila addetti su 60mila;
   la spesa in dispositivi medici 2013 è risultata di 5.457 milioni di euro, pari al 5,1 per cento del FSO di quell'anno; quella 2014 di 5.636 milioni, pari al 5,2 per cento del FSO. Valori quindi già molto lontani dal tetto pre-manovra e che lo diventerebbero ancora di più in base a quest'ultima;
   peraltro, non va dimenticato che senza dispositivi medici all'interno di un ospedale non è possibile erogare nessun tipo di prestazione sanitaria, neppure la più semplice;
   la legge di stabilità per il 2015 ha imposto alle Regioni di ridurre la spesa complessiva rispetto a quella vigente di circa 4 miliardi di euro annui per il periodo 2015-2017;
   con l'Intesa del 26 febbraio scorso Stato e regioni hanno stabilito di tagliare il vigente finanziamento statale ordinario (FSO) del Servizio sanitario nazionale (SSN) per il 2015 di circa 2.4 miliardi di euro (precisamente 2.352 milioni, importo leggermente più alto dell'incremento originariamente previsto nel Patto per la Salute per l'anno in corso);
   con l'intesa del 2 luglio 2015 si è previsto un tetto di spesa per i dispositivi medici pari al 4,4 per cento, che tale taglio sia reso permanente, ovvero vada a colpire anche il finanziamento 2016 indicato nell'ultimo Patto per la Salute, attraverso la rinegoziazione dei contratti e il payback, meccanismo quest'ultimo già in vigore per il settore del farmaco, dove la sua gestione è a carattere nazionale ed è curata dall'Aifa. Per non sforare il tetto ed evitare il payback la spesa in dispositivi medici dovrebbe essere abbattuta di un ulteriore 15 per cento, quando i prezzi sono già calati del -25 per cento, abbassando la qualità dell'assistenza sanitaria a livelli che non possono considerarsi accettabili;
   secondo la Federazione di Confindustria che rappresenta i produttori e i distributori di dispositivi medici, Assobiomedica, il payback rischia di provocare un aumento vertiginoso dei contenziosi tra imprese e pubblica amministrazione, e quindi di spese legali a carico di entrambi, una riduzione drastica della qualità dei servizi di assistenza sanitaria per i cittadini ed un impatto negativo per molte aziende stimabile fra i 300 e i 450 milioni, che rappresenterebbero una percentuale fra il 5,5 per cento e l'8 per cento del totale dei ricevi in Italia;
   fra le 3.000 aziende del settore vi sono moltissime PMI italiane, i cui margini sono di gran lunga inferiori a queste percentuali e che sarebbero quindi nell'oggettiva impossibilità di concorrere per la loro parte a questa misura, con inevitabile e forzosa chiusura o drastico ridimensionamento dell'attività. Mentre sul fronte delle grandi imprese multinazionali, largamente presente in Italia con importanti attività di ricerca e produzione, si assisterebbe ad una lunga sequenza di disinvestimenti e delocalizzazioni;
   il meccanismo del payback, qualora applicato, potrebbe far registrare effettive entrate per le casse regionali verosimilmente non prima di un paio di anni dalla sua introduzione. Immediate, invece, sarebbero le ripercussioni negative per le imprese che dovrebbero comunque subito accantonare nei propri bilanci appositi fondi per rischi e oneri, pari a circa 1 miliardo di euro nel triennio 2015-2017, che si tradurrebbero in altrettanti minori investimenti (in studi clinici, education, eccetera) –:
   quali azioni intenda adottare al fine di mitigare l'applicazione del meccanismo del payback, che si prevede di porre a carico dei dispositivi medici, alla luce delle evidenti ripercussioni negative non solo su un settore industriale ad alto tasso di innovazione ma anche sulla qualità e quantità delle prestazioni sanitarie dei cittadini italiani. (3-01604)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

attrezzature medico-chirurgiche