Legislatura: 17Seduta di annuncio: 426 del 13/05/2015
Primo firmatario: VALLASCAS ANDREA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 13/05/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma DELLA VALLE IVAN MOVIMENTO 5 STELLE 13/05/2015 CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 13/05/2015 MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 13/05/2015 L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 13/05/2015 BIANCHI NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE 13/05/2015 DA VILLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 13/05/2015
Ministero destinatario:
- PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 13/05/2015 Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 25/05/2015
VALLASCAS, DELLA VALLE, CIPRINI, MICILLO, L'ABBATE, NICOLA BIANCHI e DA VILLA. —
Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
la trasmissione Report del 10 maggio 2015 ha trasmesso una puntata sui debiti lasciati dall'Unità dopo il fallimento del 1994. Non soltanto non sono mai stati pagati, ma sono stati trasferiti a carico dello Stato. Ciò significa che a pagare alla fine rischiano di essere i contribuenti;
oggi finanziatori, giornalisti e fornitori sono costretti a fare i conti con la messa in liquidazione de Nuova Iniziativa Editoriale (la società editrice che ha portato i libri in tribunale nonostante 60 milioni di contributi pubblici incassati in 14 anni di gestione), ci sono anche i debiti della «passata» Unità; a circa 110 milioni di euro ammonta il vecchio debito accumulato dal giornale, fino al 1994 gestito direttamente dal Pds (nato dopo la fine del Pci);
a svelarlo per primo era stato il giornalista del Corriere della Sera, Manuale Bonaccorsi, precisando come le banche creditrici – San Paolo per 32 milioni, Bnl per 82, 20 per Banco popolare (allora Ifibanca) – abbiano già battuto cassa a Palazzo Chigi per recuperare i fondi prestati al quotidiano fondato il 12 febbraio 1924 da Antonio Gramsci;
tant’è vero che l'allora tesoriere del partito Pci-Pds-Ds e oggi presidente della Fondazione Ds, si trovò di fronte al maxi debito del partito, circa 447 milioni di euro. Un gran parte (125) derivanti dagli stessi mutui concessi al quotidiano, sui quali era già garante lo Stato, come sottolineò il Corsera. Come dimostra un documento esclusivo allora svelato dalla stesso giornale, l'obiettivo divenne allora «trasferire il debito del partito derivante dai mutui editoria allo Stato, il quale peraltro ne è già garante»;
non fu un caso che nel 2007, prima della nascita del Pd, i Democratici di Sinistra blindarono il proprio patrimonio immobiliare – valutato per circa mezzo miliardo di euro – dentro a una Fondazione Ds. La stessa che a sua volta ha poi ceduto gli stessi immobili un sistema di 57 fondazioni locali, presenti in tutto il territorio nazionale. Soggetti giuridici indipendenti e autonomi che gestiscono ancora circa 2400 immobili. Ma non più connessi al partito. L'obiettivo come ricorda la trasmissione Report, proprio quello di «fare da schermo e diventare inattaccabili dai creditori»;
dal 2008, dopo la nascita del Pd, la mole di debiti contratti dall'Unità non viene più pagata. E oggi resta a carico dello Stato, quindi dei contribuenti. Questo grazie ad una legge, varata nel 1998 dal Governo Prodi e che oggi non esiste più, che permise di trasferire la garanzia posta dallo Stato fin dal 1987 sui debiti dei quotidiani di partito «anche a soggetti diversi dalle editrici concessionarie». Specifica la legge: «La garanzia concessa a carico dello Stato è escutibile a seguito di accertata e ripetuta inadempienza da parte del concessionario»;
in pratica, come ha ricordato la trasmissione Report, «se un partito, non è in grado di pagare i debiti dell'editore, e non ci sono altri beni aggredibili – come nel caso dei Ds, i cui immobili erano stati «blindati» con il sistema delle fondazioni; dovrà essere lo Stato, in quanto garante, a pagare le banche creditrici al posto dell'Unità e della Fondazione Ds inadempienti;
le banche stesse hanno così prima ottenuto dal tribunale di Roma l'emissione di decreti ingiuntivi contro la presidenza del Consiglio dei ministri per riottenere i fondi prestati all'Unità. E ora il Tribunale ha deciso che entro 120 giorni il debito dovrà essere pagato. La Presidenza del Consiglio ha fatto opposizione, ma intanto, hanno precisato su Report, «bisogna scucire 95 milioni di euro», ovvero «il totale dei decreti ingiuntivi –:
di quali elementi disponga in merito a quanto descritto in premessa;
se trovi conferma quanto riportato dalla trasmissione Report e quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di evitare che i contribuenti italiani paghino i debiti di un giornale di partito. (3-01498)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):debito
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