ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01317

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 382 del 26/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: BOSCO ANTONINO
Gruppo: AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Data firma: 26/02/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 26/02/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01317
presentato da
BOSCO Antonino
testo di
Giovedì 26 febbraio 2015, seduta n. 382

   BOSCO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   dal XV Rapporto sulla formazione continua – Annualità 2013-2014, è emerso che tra l'Italia ed il resto dei Paesi facenti parte dell'Unione europea, vi è ancora un notevole divario per quanto concerne la partecipazione degli adulti 25-64 enni ai corsi di formazione continua;
   la misurazione dei livelli di partecipazione della popolazione adulta alle attività di lifelong learning, e il relativo andamento nel tempo, sono oggetto di sistematica attenzione da parte delle istituzioni europee da almeno quindici anni. Si tratta di un tema che ha una lunga tradizione in molte delle culture che compongono il mosaico europeo; pertanto, non sorprende l'attenzione che gli è riservata: una cittadinanza (e una forza lavoro) propensa alla costante manutenzione delle proprie competenze rappresenta uno dei cardini attorno al quale tentare di realizzare l'ambizioso progetto di rendere l'Europa l'economia basata sulla conoscenza più competitiva al mondo, ma capace al tempo stesso di essere anche equa e inclusiva. In particolar modo, a livello comunitario, l'attenzione si è focalizzata sui livelli di partecipazione della popolazione adulta in età attiva, fissando precisi parametri da raggiungere entro un arco di tempo stabilito;
   in realtà, come fotografato anche dal relativo benchmark, quello della partecipazione degli adulti è uno dei versanti in cui i risultati ottenuti sono meno in linea con le aspettative e, soprattutto, sono ancora disomogenei tra i singoli Stati membri. Infatti, come già divenne evidente nel decennio della Strategia di Lisbona, sarebbe stato molto difficile, per la platea della popolazione adulta in età compresa fra i 25 e i 64 anni partecipante ad attività formative raggiungere il livello fissato al 12,5 per cento;
   nel contempo, si andava ampliando anziché restringersi il divario tra i Paesi con i maggiori livelli di partecipazione e quelli con la minor propensione alla formazione lungo l'arco della vita;
   tale stato di cose non è mutato nel corso degli anni e se nel suo insieme, pur lentamente, l'Europa sta avvicinandosi al raggiungimento dell'obiettivo del 15 per cento entro il 2020, non bisogna dimenticare che dietro al dato medio continuano a nascondersi sensibili disallineamenti tra differenti blocchi di Paesi;
   nel corso del 2013 i cittadini europei compresi nella fascia di età tra i 25 e i 64 anni che risultano aver partecipato ad attività di istruzione e formazione sono stati complessivamente oltre ventinove milioni, pari al 10,5 per cento della popolazione di età corrispondente residente nei 28 Paesi che attualmente compongono l'Unione europea; dodici mesi prima erano stati il 9 per cento;
   in due casi su tre le attività hanno riguardato temi connessi al lavoro. Pur se con qualche fluttuazione, nel biennio considerato non si segnalano, nell'insieme, variazioni di rilievo: queste, anzi, sembrano rientrare in un fisiologico intervallo imputabile all'ordinario andamento della gestione dell'offerta formativa;
   gli Stati in cui la popolazione adulta partecipa maggiormente ad attività formative sono quelli del Nord Europa e, segnatamente, quelli dell'area scandinava, seguiti dall'Olanda, dalla Gran Bretagna e dalla Francia: sono Paesi in cui la propensione e la fruizione alla formazione, al di là delle maggiori indubbie possibilità offerte dal sistema, vengono percepite come una sorta di dovere «civico» e vissute come un diritto per la persona e un fattore necessario per l'individuazione di posti di lavoro qualificati;
   anche nel 2013 l'Italia rimane (né poteva ragionevolmente essere diverso) tra i Paesi dove il livello di partecipazione è al di sotto della media europea. Nel nostro Paese, nell'arco di tale anno si è registrata la partecipazione media del 6,2 per cento cifra che tradotta in valori assoluti sta a significare oltre due milioni di persone in età compresa fra 25 e 64 anni di età; se il dato fosse stato in linea con l'obiettivo fissato per il 2020, i partecipanti avrebbero dovuto essere quasi cinque milioni –:
   alla luce di quanto espresso in premessa, cosa il Governo intenda fare per aumentare i livelli di partecipazione della popolazione adulta italiana tra i 25 e i 64 anni ai corsi di formazione continua, in modo da equiparare il più possibile l'Italia alla realtà di altri Paesi comunitari e per consentire così alla popolazione attiva del nostro Paese di competere equamente nel mercato del lavoro ormai da intendersi come globalizzato. (3-01317)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

istituzione dell'Unione europea

politica comunitaria dell'occupazione

strategia europea per l'occupazione