ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01249

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 363 del 15/01/2015
Firmatari
Primo firmatario: OTTOBRE MAURO
Gruppo: MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Data firma: 15/01/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 15/01/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01249
presentato da
OTTOBRE Mauro
testo di
Giovedì 15 gennaio 2015, seduta n. 363

   OTTOBRE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
   Roberto Berardi, cittadino italiano, è detenuto da quasi due anni nel carcere di Bata nella Guinea Equatoriale, dopo l'arresto avvenuto il 19 gennaio 2013 ed un processo che il 26 agosto 2013 ha portato alla sua condanna a 2 anni e 4 mesi;
   processo che si è svolto in violazione di ogni principio giuridico e in primo luogo dei diritti della difesa dell'imputato e in ragione del quale da parte della difesa di Berardi è stato presentato ricorso alla Corte suprema della Guinea Equatoriale per la revisione del processo e la riapertura del caso;
   la difesa di Roberto Berardi è sostenuta dall'avvocato Mbomio Nvò in Guinea Equatoriale ed ha un rappresentante legale in Italia nella persona del dottor Romano Perrino, che ha presentato alcuni ricorsi internazionali, sia in relazione al processo sia in riferimento alle condizioni disumane nelle quali Berardi è oggi detenuto in isolamento e sottoposto a vessazioni e torture;
   ogni assicurazione del regime della Guinea Equatoriale di riaprire il caso o di adottare un provvedimento di grazia sono state disattese, da ultimo nell'aprile 2014 la promessa del presidente Mbasogo, in un incontro con il vicepresidente della Commissione dell'Unione europea Antonio Tajani, di impegnarsi ad «una soluzione rapida per liberare» Berardi;
   il regime dittatoriale vigente in Guinea Equatoriale dal 1979, con il presidente Teodoro Obiang Nguema Mbasogo e oggi con il vicepresidente Teodorin Obiang Nguema Mangue, ha negli anni determinato fenomeni di illegalità, di corruzione, di violazione dei diritti umani che interessano anche i rapporti economici e gli investimenti da parte di società estere;
   vi sono pressioni da parte degli organismi internazionali affinché i rapporti economici con la Guinea Equatoriale da parte di altri Paesi siano vincolati ad un processo di apertura alle opposizioni, oggi in stato di sostanziale clandestinità, e di confronto ai fini dell'affermazione delle garanzie essenziali sotto il profilo giuridico e costituzionale;
   in questo contesto si deve inquadrare il caso della società Eloba Construccion di cui Berardi era amministratore unico e direttore generale, la cui proprietà era al 60 per cento del vice presidente Obiang Nguema Mangue, conosciuto come Teodorin, e al 40 per cento dell'imprenditore italiano;
   nella gestione della società Berardi ha scoperto casi di distrazione di fondi verso conti correnti negli Stati Uniti ad opera del vicepresidente Obiang, denunciati i quali è stato arrestato sulla base dell'accusa pretestuosa di essere egli responsabile della situazione finanziaria della società, analoga ad altri casi nei quali appalti statali sono stati subappaltati a società straniere da parte delle autorità del Paese, con scelte sostanzialmente riconducibii agli interessi della famiglia presidenziale;
   alla fine del 2012 Berardi, che già aveva riscontrato molte difficoltà nella gestione dell'attività con il suo socio, ha appreso come Teodoro Obiang Nguema Mangue fosse indagato negli Stati Uniti per riciclaggio di denaro, tramite l'apertura di conti correnti aperti a nome della società Eloba, società a cui avrebbe appunto sottratto forti somme di denaro;
   Berardi ha ricevuto una sola visita consolare in data 14 dicembre 2013 da parte del segretario di ambasciata d'Italia in Camerun, che ha competenza per la Guinea equatoriale, alla quale hanno assistito autorità guineane impedendo un colloquio riservato fra il diplomatico italiano e Berardi;
   dopo tale visita il 14 dicembre 2013 Berardi è stato posto in stato di isolamento, con l'unica possibilità comunicare grazie all'uso di un cellulare, in determinati momenti;
   a seguito di un colloquio telefonico con i familiari, in cui si ribadivano le condizioni drammatiche in cui Berardi è costretto in carcere, la moglie ha presentato una denuncia alla procura della Repubblica di Roma, preso atto che dopo un anno di detenzione non vi era stato alcun miglioramento delle condizioni carcerarie;
   il caso di Roberto Berardi, come di altri cittadini italiani detenuti all'estero, è seguito anche dalla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato della Repubblica presieduta dal senatore Luigi Manconi, il quale ha presentato il 5 febbraio 2014 un'interrogazione a risposta scritta cui il Governo ha risposto il 4 marzo 2014;
   nella risposta del Governo, il Vice ministro degli affari esteri Pistelli afferma che:
  «La Farnesina, anche tramite l'ambasciata in Camerun (in Guinea equatoriale, infatti, l'Italia non ha una sede diplomatica), sta compiendo ogni sforzo affinché siano garantite al signor Berardi condizioni detentive conformi agli standard di tutela dei diritti umani. Nel contempo, ogni possibile via diplomatica è al vaglio affinché possa essere trovata una conclusione positiva all’iter giudiziario in cui è coinvolto il connazionale. Al fine di salvaguardare la sua integrità fisica, si ricorda che l'ambasciata a Yaoundé ha svolto sin dall'inizio una costante azione di assistenza a suo favore anche attraverso persone di riferimento sul posto (fra queste il console generale spagnolo a Bata), che hanno mantenuto contatti con il signor Berardi ed effettuato diverse visite nel luogo di detenzione.
  La stessa ambasciata, dopo ripetute richieste avanzate verso le autorità di Malabo, ha potuto svolgere una visita consolare il 13 dicembre 2013. In quell'occasione, il funzionario dell'ambasciata ha espressamente richiesto che al signor Berardi venisse prestata adeguata assistenza medica e che fosse altresì facilitato il contatto con i suoi familiari. Sono seguite successive richieste formali volte ad assicurare al connazionale un trattamento dignitoso e a tenere costantemente aggiornata la nostra sede sulle sue condizioni di salute, soprattutto a seguito del suo trasferimento in cella di isolamento per detenzione illegale di cellulari nell'istituto di pena.
  Nel mese di gennaio 2014, il nostro corrispondente consolare in pectore si è recato per due volte presso il penitenziario. Le autorità, pur negando la possibilità di incontrare il signor Berardi poiché in regime di isolamento, hanno acconsentito, su nostra insistenza, a che il corrispondente facesse pervenire al connazionale cibo, medicine e altri generi di prima necessità, con spese a carico dell'ambasciata. Da ultimo, 18 febbraio, il console generale spagnolo ha potuto accertarsi, alla presenza delle autorità del penitenziario, delle condizioni fisiche del signor Berardi, senza notare infermità o particolari segni di violenza. Lo stesso console si è riservato di chiedere entro breve una nuova visita consolare, questa volta senza la presenza di testimoni.
  Il nostro ambasciatore in Camerun, competente per il Paese, ha da ultimo investito del caso, il 23 gennaio, il nuovo ambasciatore della Guinea equatoriale a Yaoundé, chiedendo nuovamente la massima attenzione al rispetto dei diritti umani. Ha anche auspicato che, una volta scontata una parte rilevante della pena, si possa prevedere una liberazione anticipata, o almeno forme alternative al carcere.
  Questo intervento si aggiunge ai molteplici passi compiuti negli scorsi mesi dalla nostra ambasciata. Si ricorda, in particolare, la nota verbale inviata nel mese di aprile 2013 al Ministero degli esteri di Malabo per sollecitare la scarcerazione e il rientro in Italia del signor Berardi e la richiesta ufficiale di liberazione fatta pervenire al figlio del presidente, Teodorin. Della vicenda è stato investito anche il nunzio apostolico a Yaoundé, accreditato anche in Guinea equatoriale, il quale è intervenuto presso il Presidente della Repubblica Teodoro Obiang. L'azione ad ampio raggio della nostra ambasciata non ha mancato di coinvolgere anche la delegazione dell'Unione europea in Gabon, competente anche per la Guinea equatoriale, che ha assicurato un intervento sulle autorità di Malabo.
  Lo stesso (vice ministro Pistelli) nel corso della visita ad Addis Abeba per partecipare al consiglio esecutivo dell'Unione africana (27-28 gennaio 2014), si è personalmente occupato del caso, sollevando la questione direttamente con il Ministro degli esteri della Guinea equatoriale. Questi, che ha affermato di conoscere bene il caso del connazionale e di essere in contatto con il Ministro della giustizia del proprio Paese, ha altresì aggiunto una nota di cautela, ricordando che il connazionale sarebbe anche oggetto di indagini per attività illecite in un altro Paese africano (il Camerun). Nel prendere atto di ciò, ha comunque chiesto un suo attivo interessamento sul caso, insistendo in particolare affinché, nell'immediato, le condizioni detentive del signor Berardi risultino adeguate agli standard internazionali.
  Anche la sede centrale della Farnesina, dal canto suo, si è mossa ai fini di tutelare il connazionale e tenendo sempre informati i parenti più stretti del signor Berardi. Oltre alla quotidiana azione di raccordo delle attività dell'ambasciata a Yaoundè, già nel mese di maggio 2013, il direttore generale per gli italiani all'estero, l'ambasciatore Cristina Ravaglia, riceveva l'ambasciatore della Guinea equatoriale a Roma per sensibilizzarla sul caso del connazionale, cui seguivano successivi da passi effettuati in occasione della giornata dell'Africa, tenutasi due settimane dopo, e presso il rappresentante permanente della Guinea equatoriale alla FAO»;
   Roberto Berardi recentemente ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio dei ministri Renzi in cui chiede fermamente che il Governo operi in merito alla propria situazione ed affinché casi come il suo non debbano più verificarsi –:
   quali ulteriori iniziative urgenti il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale abbia intrapreso o abbia intenzione di intraprendere per giungere ad una documentata, obiettiva, ricostruzione dei fatti, delle responsabilità che hanno portato alla condanna ingiusta e arbitraria di Berardi;
   quali iniziative urgenti il governo italiano intenda porre in essere, nei rapporti con la Guinea Equatoriale e presso ogni organismo internazionale affinché sia sostenuta da parte del nostro Paese la richiesta di revisione del processo Berardi;
   quali atti il Governo italiano intenda assumere, affinché da parte della Commissione europea sia espressa una posizione comune sulla situazione di Berardi e in ordine ad altri casi analoghi di violazione dei princìpi del giusto processo e dei diritti umani, sulla base anche dei pronunciamenti della Corte europea per i diritti dell'uomo. (3-01249)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

ambasciata

riciclaggio di denaro