Legislatura: 17Seduta di annuncio: 334 del 19/11/2014
Primo firmatario: CAUSI MARCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/11/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma BONIFAZI FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014 CAPOZZOLO SABRINA PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014 CARBONE ERNESTO PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014 CARELLA RENZO PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014 COLANINNO MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014 DE MARIA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014 DI MAIO MARCO PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014 FRAGOMELI GIAN MARIO PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014 FREGOLENT SILVIA PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014 GINATO FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014 GITTI GREGORIO PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014 GUTGELD ITZHAK YORAM PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014 LODOLINI EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014 MORETTO SARA PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014 PASTORINO LUCA PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014 PELILLO MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014 PETRINI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014 RIBAUDO FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014 SANGA GIOVANNI PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014 ZOGGIA DAVIDE PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014 MARTELLA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014 ROSATO ETTORE PARTITO DEMOCRATICO 18/11/2014
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 18/11/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 19/11/2014 Resoconto DI MAIO MARCO PARTITO DEMOCRATICO RISPOSTA GOVERNO 19/11/2014 Resoconto PADOAN PIETRO CARLO MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE) REPLICA 19/11/2014 Resoconto CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
DISCUSSIONE IL 19/11/2014
SVOLTO IL 19/11/2014
CONCLUSO IL 19/11/2014
CAUSI, BONIFAZI, CAPOZZOLO, CARBONE, CARELLA, COLANINNO, DE MARIA, MARCO DI MAIO, FRAGOMELI, FREGOLENT, GINATO, GITTI, GUTGELD, LODOLINI, MORETTO, PASTORINO, PELILLO, PETRINI, RIBAUDO, SANGA, ZOGGIA, MARTELLA e ROSATO. —
Al Ministro dell'economia e delle finanze. – Per sapere – premesso che:
le difformità nella legislazione fiscale fra le diverse giurisdizioni nazionali sono alla base di rilevanti e perduranti distorsioni che influenzano le scelte localizzative delle imprese, e quindi dell'occupazione, e le direzioni dei flussi di capitale;
tali distorsioni sono state una delle cause della crisi finanziaria del 2008/2009, spingendo i Governi ad avviare una serie di progetti per la modifica delle regole fiscali internazionali, affidando in questa direzione compiti specifici all'Ocse e al G20;
nel recente vertice australiano del G20 lo stato di attuazione di questi progetti è stato sottoposto a valutazione, in particolare per ciò che riguarda: stabilire principi coerenti a livello internazionale per la tassazione dei redditi d'impresa e per ridurre i fenomeni elusivi ed evasivi correlati agli arbitraggi fra diverse giurisdizioni; acquisire standard internazionali comuni e condivisi in materia di trasparenza dei flussi finanziari e di interscambio di informazioni; riorganizzare i metodi e gli strumenti tributari alle nuove forme organizzative e tecnologiche determinate dall'economia digitale;
il percorso di innovazione delle regole internazionali in materia resta tuttavia lento e incerto e le conclusioni dei più recenti vertici internazionali sono difficili da valutare con riguardo all'impatto effettivo a breve termine, salvo per ciò che riguarda i nuovi accordi finalmente firmati in materia di standard automatici di trasmissione delle informazioni (common reporting standards);
anche all'interno dell'Unione europea i progressi verso l'armonizzazione fiscale segnano il passo e restano indietro al confronto con altri settori in cui, anche per la spinta della crisi, la costruzione comunitaria ha fatto qualche passo avanti (unione bancaria, nuovo meccanismo di vigilanza unica, qualche primo accenno a meccanismi di coordinamento delle politiche fiscali);
le regole europee consentono arbitraggi sia in materia di tributi sia in quella del diritto societario, come ha mostrato alla pubblica opinione italiana il caso della Fiat-Fca;
la potenziale dimensione distorsiva degli arbitraggi fiscali intraeuropei è emersa in modo preoccupante nel caso del Lussemburgo e dell'applicazione di ruling favorevoli con l'obiettivo di attrarre le scelte di localizzazione societaria a danno di altri Paesi dell'Unione europea;
la concorrenza fiscale fra Stati è dannosa per la crescita economica e per la sua qualità e robustezza, in particolare all'interno di un'area come quella europea dove vige la libera circolazione dei beni e delle persone, nonché, per la maggioranza dei Paesi, anche una moneta unica –:
con quali atti e quali iniziative il Governo intenda perseguire un ruolo attivo, propositivo e trainante a livello internazionale ed europeo per ridurre la concorrenza fiscale fra Stati, aumentare la trasparenza delle transazioni finanziarie internazionali e combattere le forme di elusione ed evasione delle grandi imprese multinazionali, in particolare nel settore dell'economia digitale. (3-01172)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):fiscalita'
libera circolazione delle merci
economia della conoscenza