ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01164

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 333 del 17/11/2014
Firmatari
Primo firmatario: BOSCO ANTONINO
Gruppo: NUOVO CENTRODESTRA
Data firma: 17/11/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 17/11/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01164
presentato da
BOSCO Antonino
testo di
Lunedì 17 novembre 2014, seduta n. 333

   BOSCO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   il negoziato per il partenariato transatlantico per commercio e investimenti, meglio noto con l'acronimo TTIP, è oggetto di attenzione della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo;
   la Commissione, infatti, ha presentato i risultati di un report sull'analisi dei suoi potenziali effetti sul mercato dei prodotti agricoli europei. Gli Stati Uniti, sebbene partner importante per l'Unione europea, non rappresentano una quota elevata dell’import/export di prodotti agricoli dell'Unione;
   per tutti gli anni ’90 l'Unione europea aveva una bilancia commerciale in deficit, ma, in particolare a partire dal 2012, la tendenza si è invertita. Nel 2012 gli Stati Uniti rappresentavano la destinazione del 5 per cento delle esportazioni dell'Unione europea di prodotti agricoli lordi, l'Unione europea l'8 per cento di quelle americane;
   da un'analisi interna dell'Unione europea, si nota uno scenario molto variegato. Tra gli Stati membri, Francia, Paesi Bassi, Germania, Italia e Spagna sono i principali esportatori. In termini percentuali invece, la Croazia, la Lettonia e la Lituania vedono una grande parte dei loro prodotti agricoli andare oltremare (attorno al 20 per cento). Il principale importatore in termini di valore delle importazioni è invece la Germania (circa 20 miliardi di euro) seguita da Paesi Bassi e Regno Unito. In termini di fetta di mercato, invece, Danimarca, Portogallo, Croazia e Spagna vedono le percentuali più elevate;
   le differenze tra Stati membri non si fermano qui: diverso peso hanno le importazioni e le esportazioni di prodotti lavorati e non, e diversa è la bilancia commerciale. Il TTIP riguarderà quindi in maniera differente i diversi Stati membri, situazione che ovviamente complica ulteriormente i già controversi negoziati;
    le differenze sono poi sensibili anche da prodotto a prodotto. L'esportazione di prodotti agricoli rappresenta, nel totale dell’export verso gli USA, circa il 6,6 per cento. Di questa quota, l'1,4 per cento sono prodotti non lavorati, il 5,4 per cento prodotti lavorati. Il valore totale è pari a 111 miliardi di euro. Tra le due sponde dell'Atlantico le tariffe doganali per i prodotti agricoli sono ancora elevate, se comparate ad altri settori industriali, sebbene abbiano subito riduzioni nel corso del tempo. Le tariffe doganali più significative imposte dagli Stati Uniti sono quelle sul tabacco, sui prodotti lattiero caseari e sullo zucchero. Le tariffe dell'Unione europea, invece, sono più alte per la carne e per prodotti lattiero caseari;
   oltre alle tariffe doganali, il commercio tra USA e Unione europea è condizionato dalla presenza di misure non tariffarie (MNT), ambigue e politicamente sensibili. Tra le misure non tariffarie, due tipi in particolare condizionano il commercio transatlantico: misure sanitarie e fitosanitarie (SPS) ed ostacoli tecnici al commercio (OTC). Ad oggi, praticamente tutti i prodotti sono affetti da almeno una misura non tariffaria, andando ad incidere tanto sulla commercializzazione di un prodotto, quanto sul volume commercializzato;
   il rapporto della Commissione evidenzia che, per quanto riguarda il settore agricolo, saranno in particolare gli USA a vedere un aumento delle loro importazioni dall'Unione europea. Per l'Unione europea ci si potrà aspettare un aumento delle esportazioni nel settore dei prodotti lattiero caseari, del vino e degli alcolici, dello zucchero e del biodiesel. Scenari nefasti invece sono previsti per il settore delle vacche da latte. Conseguenze negative, sebbene di entità minori, sono ravvisabili per etanolo, pollame e alcuni cereali;
   in particolare, sottolinea la relazione, le conseguenze negative si avranno qualora l'accordo non venisse accompagnato da una convergenza regolamentare su numerose questioni, tra cui OGM, utilizzo di ormoni e ractopamina per accelerare la crescita di bovini, trattamenti per debellare agenti patogeni nella carne, pesticidi e additivi alimentari. Alla base di queste divergenze vi sono due differenti approcci: l'Unione europea usa il principio di precauzione, mentre gli Stati Uniti si affidano alle prove scientifiche per adottare restrizioni al commercio. L'Unione europea lascia l'onere della prova alle aziende, mentre gli USA alle agenzie nazionali. Le questioni ancora aperte sono perciò ancora tante. Alcuni passi in avanti sono già stati fatti, ad esempio l'accordo sul mutuo riconoscimento dei prodotti biologici a partire dal giugno 2012. La partita però resta ancora aperta, ed i gruppi di interesse da una e dall'altra parte dell'oceano svolgono e vogliono svolgere un ruolo chiave –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa;
   se sia possibile avere delle rassicurazioni sul fatto che l'adozione dell'accordo TTIP tra Stati Uniti d'America ed Unione europea non comporti degli svantaggi per i prodotti agroalimentari italiani ed europei e che quindi si garantisca una tutela dei livelli qualitativi del made in Italy agroalimentare ed il mantenimento della maggiore protezione dei consumatori, così come stabilito dalle normative comunitarie. (3-01164)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prodotto agricolo

importazione comunitaria

produzione nazionale