ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/00766

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 212 del 15/04/2014
Firmatari
Primo firmatario: CICU SALVATORE
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 15/04/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PALESE ROCCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 15/04/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 15/04/2014
Stato iter:
16/04/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 16/04/2014
Resoconto CICU SALVATORE FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 16/04/2014
Resoconto ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 16/04/2014
Resoconto CICU SALVATORE FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 16/04/2014

SVOLTO IL 16/04/2014

CONCLUSO IL 16/04/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00766
presentato da
CICU Salvatore
testo presentato
Martedì 15 aprile 2014
modificato
Mercoledì 16 aprile 2014, seduta n. 213

   CICU e PALESE. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   l'intervento del precedente Governo del 17 dicembre 2013 ha dimostrato l'assenza di una strategia di riforma efficace del processo civile e una totale «ignoranza» sui reali problemi che investono imprese e cittadini, facendo un chiaro passo indietro, sempre nella direzione della rottamazione della giustizia civile italiana. Le misure contenute nell'ultimo disegno di legge delega sono state «vendute» ai mezzi di comunicazione come il rimedio alle evidenti lungaggini dei procedimenti nel nostro Paese, ma in realtà sono una «lista della spesa» infarcita di norme sbagliate ed inutili, come sempre a «costo zero» (come si precisa nell'ultimo articolo del disegno di legge);
   nell'VIII conferenza dell'avvocatura a Napoli del 16 gennaio 2014, l'Oua (Organismo unitario dell'avvocatura) ha messo in evidenza alcuni degli aspetti più controversi della riforma del processo civile, quali la presunta «responsabilizzazione» dei legali rispetto alle cosiddette «liti temerarie», che imbavaglia i legali, minacciando la condanna solidale del professionista, la motivazione a pagamento, assolutamente in contrasto con l'articolo 111 (comma 6) della Costituzione, che limita la possibilità per una vittima di poter ricorrere contro una sentenza sbagliata, se non pagando ulteriormente per la tutela di un diritto, la previsione del giudice unico in appello per alcune materie e per le cause pendenti da oltre tre anni, che comporta una maggiore decisionalità in capo al magistrato e, visto l'enorme arretrato, di fatto fa ritornare in campo proprio quegli «ausiliari», oltretutto mai assunti;
   per quanto riguarda il cosiddetto «appello veloce», che punta alla riduzione della capacità di revisione da parte del magistrato, spinto a rifarsi direttamente a quanto stabilito nel precedente grado senza analisi critica, è tuttavia criticabile perché, per quanto sia condivisibile l'obiettivo di velocizzare e razionalizzare il processo civile, ciò non può andare a discapito di quelle che sono le garanzie fondamentali del processo ed è per questo che è stato dato il via alla protesta nel corso dell'assemblea generale straordinaria del 7 febbraio 2014;
   gli avvocati di tutta la nazione hanno denunciato un attacco senza precedenti al diritto di difesa, contro un sistema giustizia già da troppo tempo gravato da pesantissime carenze di mezzi e di organici, su cui pende il malcelato tentativo di addossare la maggiore responsabilità del cattivo funzionamento e dell'eccessiva durata dei procedimenti giudiziari;
   la protesta si è fatta sempre più paralizzante, fino al punto di dar vita ad una kermesse di 15.000 avvocati in toga a Roma che il 20 febbraio 2014 hanno lasciato i tribunali per scendere in piazza e dettare il loro promemoria al prossimo Governo, che nell'ultima riforma del processo civile ha posto nuove barriere economiche alla giustizia, limitando il numero dei processi, ma lasciando la possibilità soltanto a pochi fortunati di esercitare il proprio diritto alla difesa;
   a detta degli avvocati in protesta, infatti, la giustizia diventerà appannaggio dei più abbienti, perché la riforma del processo civile, a fronte di una crescita incontrollata ed incontrollabile dei costi di accesso, non comprende alcun effettivo e concreto reinvestimento per migliorare il funzionamento del sistema e ha calpestato i diritti dei non abbienti attraverso la drastica ed ingiustificata riduzione delle risorse da dedicare alla loro difesa;
   protesta ancora più estrema è stata posta in essere dagli avvocati sardi, in particolare dagli avvocati di Cagliari, Oristano e Tempio, che hanno incrociato le braccia dall'11 febbraio 2014, contestando la riforma del processo, e che non hanno sospeso ma intendono proseguire ad oltranza – nonostante abbiano ricevuto la comunicazione dell'autorità di garanzia – finché il Ministro interrogato non effettuerà una revisione sostanziale del progetto normativo di riforma del processo civile;
   l'Aiga, Associazione giovani avvocati, a conclusione del tavolo sull'avvocatura convocato dal Ministro interrogato il 27 marzo 2014, ha insistito sulla necessità di riformare l'accesso alla professione forense fin dall'università, che rappresenta il problema principale, ma ha anche sottolineato che non si può ridurre una riforma ad una scommessa che il Ministro interrogato vuole giocare con l'avvocatura, ma è necessario dare attuazione ai tavoli di lavoro proposti che non devono rimanere soltanto un'idea;
   il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa, ha sottolineato l'atteggiamento senza dubbio più costruttivo di questo nuovo Governo rispetto a quello precedente che ha varato l'insoddisfacente riforma del processo civile, ma ha chiesto espressamente al Ministro interrogato di ritirare il disegno di legge di riforma –:
   se il Ministro interrogato non ritenga di dover intervenire con urgenza per una revisione sostanziale del progetto normativo di riforma del processo civile, adottando le misure necessarie per varare una riforma che garantisca il diritto alla difesa a tutti i cittadini a prescindere dalle loro condizioni economiche e sociali. (3-00766)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

accesso alla professione

procedura civile

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diritti della difesa