ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00700

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 193 del 19/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: PICIERNO PINA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 19/03/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 19/03/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-00700
presentato da
PICIERNO Pina
testo di
Mercoledì 19 marzo 2014, seduta n. 193

   PICIERNO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   negli ultimi giorni ha suscitato clamore la vicenda del giornalista del settimanale l'Espresso, Claudio Pappaianni, vittima di minacce da parte di un imprenditore napoletano del campo della ristorazione, Antonio Tobia Polese, già condannato in via definitiva per favoreggiamento a Raffaele Cutolo e alla Nuova camorra organizzata;
   in particolare, lo stesso Polese, credendo di non esser registrato dopo lo spegnimento delle telecamere durante un'intervista televisiva rilasciata a un'emittente locale, si lasciava andare a commenti poco lusinghieri nei confronti del giornalista, fino a minacciare lo stesso dicendo «La pagherà cara !»;  
   Polese non ha gradito l'inchiesta di Pappaianni pubblicata su l'Espresso del 14 febbraio, in cui si evidenziava un'ipotesi investigativa secondo la quale il ristorante-albergo di Antonio Polese, location di centinaia di matrimoni all'anno e di una fortunata serie tv, potrebbe avere come socio occulto lo stesso boss Raffaele Cutolo;
   il passaggio cruciale dell'inchiesta de l'Espresso è il racconto inedito di un colloquio in carcere tra il fondatore della Nco e la nipote Roberta. La ragazza manifesta il disagio di suo fratello, rimasto senza lavoro. Scrive Pappaianni «Io vorrei uscire un paio di mesi per mettere a posto a te e a Raffaele. E anche a Mauro, per l'amor di Dio !», è lo sfogo del padrino, che mai come in quel momento appare come un animale ferito rinchiuso in una gabbia. «Potrei fare mille e mille cose. Vedi, c’è una località dove comprammo un vecchio rudere spagnolo, 700 milioni no ?[...] Adesso vale sessanta miliardi (di lire, ndr). Eravamo quattro soci, no [...] Tre stanno lì [...] Dove fanno il festival della canzone [...]», aggiunge. «A Sanremo ?», chiede la nipote a Cutolo, che fa cenno di no con il capo, secondo quanto riportato nel citato articolo;
   l'ipotesi investigativa secondo cui il riferimento del boss Cutolo sia al Grand Hotel «La Sonrisa» dei Polese sembrerebbe rafforzata dal fatto che in quella struttura, da trent'anni, viene celebrata una manifestazione canora trasmessa quasi ininterrottamente su RaiUno. Lo stesso Polese dice chiaramente, nell'intervista televisiva succitata, che il Palazzo del Festival della canzone napoletana «È questo qua !»;
   quando la notizia delle minacce di Polese a Pappaianni viene ripresa prima da ilfattoquotidiano.it e, poi, dal sito web de l'Espresso, l'intervista video in questione viene oscurata dal sito web dell'emittente televisiva «PiùEnne» di Avellino che pure l'aveva realizzata e già mandata in onda una settimana prima sul proprio canale tv;
   a l'Espresso la proprietà della TV ha raccontato di non aver ricevuto «nessuna pressione» per rimuovere quel video e che non ci sia stato «nessun tipo di scontro con i giornalisti»;
   nelle stesse ore, veniva arrestato un noto boss della camorra napoletana, Angelo Cuccaro, condannato all'ergastolo in via definitiva. Sul capo di Cuccaro pendono, altresì, altre accuse, tra le quali quella di estorsione ai commercianti del suo quartiere per l'organizzazione della tradizionale «Festa dei gigli». Documento determinante dell'accusa è un videoreportage realizzato sempre per l'Espresso dallo stesso Claudio Pappaianni, che secondo quanto raccontato dall'Osservatorio «Ossigeno per l'informazione» aveva subito minacce attraverso il social network «Facebook» per quell'inchiesta, poi insignito del premio Ilaria Alpi;
   a Napoli è in atto una nuova faida di camorra, una guerra senza esclusione di colpi, con morti ammazzati e dati alle fiamme. È in atto una riorganizzazione dei clan della città e della provincia, attraverso un feroce regolamento di conti che miete anche vittime innocenti, estranee alla criminalità organizzata –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa;
   se non ritenga opportuno il Ministro interrogato, sentiti eventualmente il prefetto, la questura e la Direzione distrettuale antimafia competente, assegnare al giornalista la necessaria protezione a salvaguardia della incolumità sua e quella dei suoi familiari, ravvisando un rischio reale e concreto di pericolosa sovraesposizione del giornalista coinvolto, anche alla luce del contestuale arresto del boss Angelo Cuccaro, cui potrebbero conseguire atti di ritorsione. (3-00700)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

diritto dell'individuo

professioni del settore delle comunicazioni

industria della ristorazione

mafia

accusa

vittima

arresto