Legislatura: 17Seduta di annuncio: 181 del 27/02/2014
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: PER L'ITALIA
Data firma: 27/02/2014
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 27/02/2014
TRASFORMA IL 27/03/2014
TRASFORMATO IL 27/03/2014
CONCLUSO IL 27/03/2014
BINETTI. —
Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca
. — Per sapere – premesso che:
il cyberbullismo include violenze psicologiche, insulti, offese e rivelazione di segreti online ed è un fenomeno in crescita ovunque, come conferma una ricerca realizzata da Save the Children, in collaborazione con Ipsos, in cui si evidenzia come 4 minori su 10 sono testimoni di atti di bullismo online verso coetanei, percepiti «diversi» per aspetto fisico (67 per cento), per orientamento sessuale (56 per cento) o perché stranieri (43 per cento); già in precedenza una ricerca Eurispes nel 2008 aveva identificato in Roma la capitale del bullismo, con un minore su tre che dichiarava di aver subito traumi fisici o emozionali;
il cyberbullismo rivela una crescita esponenziale dei disagi subiti soprattutto dai minori, ma non solo da loro, nonostante non tutti gli atti di cyberbullismo vengano denunciati; il fenomeno appare ancora più pericoloso se pensiamo che il 62 per cento dei bambini ha a disposizione un telefonino proprio e attualmente il 44,4 per cento dei bambini riceve un cellulare di ultima generazione tra i 9 e gli 11 anni, per cui è in grado di scattare foto e filmini e di diffonderli tra i suoi coetanei, senza rendersi conto delle conseguenze che può avere l'effetto moltiplicatore della diffusione del messaggio, a volte veramente devastante sulle vittime;
il bullismo online è ormai riconosciuto come primaria fonte di angoscia e potenziale psicopatologia per gli adolescenti nativi digitali e ogni struttura che si occupa di psicopatologia adolescenziale deve fare i conti con questo disagio emergente; l'esperienza maturata in questi ultimi anni, anche sulla base di vistosi fatti di cronaca, consente di approcciare ogni forma di psicopatologia web-mediata con un'idea precisa sulla gestione che gli adolescenti fanno delle emozioni, dell'aggressività e delle condotte sessuali, quando sono online;
fondamentale, affinché il fenomeno venga allo scoperto, è il ruolo dei familiari di vittime e di cyberbulli, ma anche il ruolo degli insegnanti e degli adulti che vengono a conoscenza di fatti riconducibili a possibili forme di cyberbullismo; occorre curare, ma soprattutto prevenire ed educare all'uso delle nuove tecnologie, anche in collaborazione con la polizia postale;
la cura e la riabilitazione richiedono psicoterapia e terapia di gruppo, con uno spazio di ascolto anche per genitori e insegnanti, non solo per le vittime, ma anche per i cyberbulli; occorre insegnare ai giovani nuove modalità di gestire la propria aggressività, aiutandoli a mettersi nei panni dei loro coetanei, per essere più empatici, nella gestione della propria affettività e dei propri sentimenti di colpa –:
se non ritenga utile attivare presso il Ministero, con la partecipazione di esperti un portale web divulgativo sulla sicurezza informatica, l'utilizzo dei social network e la diffusione di una appropriata coscienza di cittadinanza digitale da parte di tutti.
(3-00652)
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