ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00604

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 165 del 03/02/2014
Firmatari
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: PER L'ITALIA
Data firma: 03/02/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 03/02/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 29/01/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-00604
presentato da
BINETTI Paola
testo di
Lunedì 3 febbraio 2014, seduta n. 165

   BINETTI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   nell'ultimo Consiglio dei ministri il Ministro interrogato ha presentato il nuovo Programma nazionale della ricerca 2014-2020 che dovrà essere approvato dal CIPE;
   il Programma delinea la strategia nazionale per la ricerca ed è di particolare interesse non solo per chi si occupa di ricerca ma anche per tutto il progetto di innovazione e di sviluppo del Paese. È stato presentato un modello di programmazione che passa dai tre anni attuali ai sette anni per consentire una migliore pianificazione delle ricerche più innovative;
   si tratta di un documento molto atteso dal sistema italiano della ricerca in quanto l'ultimo PNR 2011-2013, approvato con delibera CIPE del 23 marzo 2011, è definitivamente scaduto anche perché non è stato aggiornato annualmente come previsto dalla legge (cfr articolo 1 decreto legislativo n. 204 del 1998);
   il programma presentato dal Ministro delinea un percorso innovativo condivisibile per la sua proiezione settennale ma che lascia perplessi per il metodo in quanto la legislazione vigente prevede un programma triennale aggiornato annualmente per cui sarebbe auspicabile una revisione del quadro normativo;
   nel documento si preannuncia uno stanziamento di 900 milioni di euro l'anno, per 6,3 miliardi complessivi. A queste risorse si aggiungeranno le risorse degli altri Ministeri o enti finanziatori, che confluiranno nel Pnr. Il Ministro ha anche messo in evidenza come per la prima volta in Italia, tutti i Ministeri si coordineranno per fornire ai ricercatori italiani un quadro di riferimento unico, spendibile a livello europeo in modo maggiormente competitivo. Sembra quindi che finalmente saranno applicate le disposizioni di legge evitando rilievi della Corte dei conti come quelli fatti con la deliberazione n. 3/2012 della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato;
   il Piano dovrebbe nascere dalla collaborazione fra tutti gli interlocutori impegnati nella ricerca, a partire dal Ministero dello sviluppo economico. Per questo verranno costituiti comitati di programma (CP) specifici per ciascuna linea di intervento, formati da rappresentanti dei principali enti pubblici e privati partecipanti a quell'intervento, in primo luogo le regioni, che definiranno linee guida e programmi. Sono stati comunque già definiti alcuni temi strategici, raggruppati in undici macroaree, che vanno dalla biomedicina alla bioeconomia, dall'ambiente all'agenda digitale;
   gli obiettivi sono molto ambiziosi e, oltre a rilanciare la ricerca in Italia, puntano ad avviare Grandi progetti nazionali di innovazione, a creare nuova occupazione, a favorire la crescita dell'autonomia dei nostri ricercatori e a trasferire non solo tecnologie e brevetti, ma anche le competenze che fanno da base, all'interno di una cornice del sistema Paese;
   il programma si articola su tre assi prioritari: la formazione di persone altamente qualificate da inserire nel tessuto produttivo del Paese; l'identificazione di un numero limitato di progetti tematici importanti per non disperdere risorse e infine la promozione della capacità d'innovare e di competere da parte del sistema delle imprese, in particolare delle piccole e piccolissime;
   il trasferimento di conoscenze e competenze, dal mondo della ricerca al sistema produttivo, con ricadute in termini di occupazione, costituisce forse l'elemento più innovativo e valorizza il patrimonio di cultura professionale che caratterizza il made in Italy, nuove forme di collaborazione tra sistema di ricerca pubblico e privato, con un modello analogo a quello europeo;
   il Programma italiano in questo modo sarà coerente, come richiesto dalla legge, al programma di ricerca europeo, Horizon 2020, nella scelta dei temi, nelle procedure e nei tempi;
   se da una parte è apprezzabile lo sforzo e sono condivisibili gli obiettivi fondamentali per delineare una seria ed efficace politica nazionale della ricerca che coinvolga tutti i livelli decisionali, che abbia tempi sostenibili e priorità chiare e chiaramente integrate nel contesto dello spazio europeo della ricerca, dall'altra non si può non sottolineare la mancanza di un sistema legislativo coerente;
   il sistema dell'università e della ricerca ha gradualmente ha perso la sua specificità normativa rispetto alle altre amministrazioni e l'autonomia tutelata dall'articolo 33 comma 6 della Carta Costituzionale è stata ridimensionata. Un sistema nel quale esistono troppi vincoli normativi e misure di contenimento della spesa che soffocano il sistema; il quadro giuridico relativo alle professionalità impegnate nell'università, negli enti pubblici nazionali di ricerca e nelle strutture private che fanno ricerca risulta inadeguato in quanto frammentato e disorganico. Manca una cornice normativa che tenendo conto delle distinzioni di ruoli e di contesto in cui operano le diverse figure consenta una flessibile circolazione del capitale umano;
   si pensi solo che a legislazione vigente un ente nazionale di ricerca, che prima di procedere al reclutamento è obbligato ad attivare procedure di mobilità da altre amministrazioni, se identifica un docente universitario che si vuole spostare dall'università all'ente non può prenderlo in mobilità per vincoli normativi (impossibilità di cessione del contratto ex articolo 30 decreto legislativo n. 165 del 2001) –:
   in che modo il Miur intenda procedere per riconoscere specificità e autonomia del sistema dell'università e della ricerca e valorizzare la mobilità tra i ricercatori inseriti in diverse realtà professionali: università, enti di ricerca, uffici studi di aziende e altri riducendo le differenze che esistono tra di loro, sia a livello contrattuale che di prospettiva di carriera. (3-00604)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

politica della ricerca

ente pubblico

creazione di posti di lavoro

personale di ricerca

denominazione di origine

trasferimento tecnologico