ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00237

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 60 del 29/07/2013
Firmatari
Primo firmatario: COSTANTINO CELESTE
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 29/07/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 29/07/2013
Stato iter:
22/01/2014
Fasi iter:

RITIRATO IL 22/01/2014

CONCLUSO IL 22/01/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-00237
presentato da
COSTANTINO Celeste
testo di
Lunedì 29 luglio 2013, seduta n. 60

   COSTANTINO. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   a partire dall'anno accademico 2007-08 e per i successivi tre anni la Commissione pari opportunità della regione Piemonte, su sollecitazione del CIRSDe (Centro interdisciplinare di ricerche e studi delle donne), ha promosso, sulla base di convenzioni con i Rettori delle università piemontesi, quattro corsi di «Storia delle donne e di genere», che sono stati attivati nelle facoltà di lettere dell'università di Torino e dell'università del Piemonte Orientale (Vercelli), e nella facoltà di scienze politiche dell'università del Piemonte Orientale (Alessandria);
   con l'insediamento del nuovo consiglio regionale e della nuova giunta nel 2011, la CRPO è decaduta senza aver rifinanziato i corsi del CIRSDe;
   pur essendo il costo di ciascun progetto attivato di circa 6.000 euro, una cifra esigua, neppure le università hanno ritenuto di farsi carico di assicurarne la continuità, adducendo a motivazione il taglio delle risorse assegnate alle università dalla riforma Gelmini;
   nel corso dell'anno 2011 anche le risorse assegnate alla nuova CRPO sono state ridotte da 150 a 64 mila euro, mentre è stato azzerato nel 2012 e non si sa se vi sarà uno stanziamento di soli 30 mila euro per il 2013;
   i corsi di «Storia delle donne e di genere» avevano raccolto un grande interesse da parte di studentesse e di studenti, facendo registrare la partecipazione di circa 600 studenti, 400 esami registrati e una quindicina di tesi discusse. Inoltre i corsi consentivano di insegnare a 4 docenti a contratto (due all'università di Torino, due all'università del Piemonte Orientale, rispettivamente a Vercelli e Alessandria);
   nella primavera del 2012 le studentesse del collettivo Alter Eva di Torino hanno lanciato un appello contro la chiusura dei corsi e raccolto numerose firme, presentate al senato accademico dell'università di Torino a conclusione di un seminario autogestito e di una giornata di studi; il Senato ha garantito che avrebbe preso in considerazione la richiesta, ma finora nulla è avvenuto;
   il patrimonio di sapere accumulato dagli studi delle donne e di genere rappresenta una preziosa risorsa culturale collettiva, anche grazie a una consolidata tradizione interdisciplinare che ha prodotto nuovi oggetti di ricerca e paradigmi interpretativi innovativi, diventati un punto di riferimento imprescindibile per tutto il dibattito teorico internazionale;
   la prospettiva di genere non è una specializzazione eccentrica che meriti tutt'al più di sopravvivere in una sorta di riserva culturale, a disposizione soltanto di quelle donne interessate a coltivarla e applicarla, separata di fatto dagli altri insegnamenti universitari, oltre che sostanzialmente assente dagli studi primari. Si tratta di un campo di sapere e di un'impostazione metodologica che meriterebbe di pervadere tutte le discipline, di trovare spazio e riconoscimento presso l'intera comunità scientifica, anche perché, solo a partire da una nuova formazione e consapevolezza riguardo al ruolo delle donne nella storia, nel sapere, nella società e al riconoscimento della discriminazione, sarà possibile diffondere una vera cultura della parità dei sessi in grado di prevenire anche il cancro della violenza degli uomini sulle donne;
   la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne, ratificata recentemente dal Parlamento, recita all'articolo 4 (Educazione), comma 1: «Le Parti intraprendono, se del caso, le azioni necessarie per includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado dei materiali didattici su temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di genere non stereotipati, il reciproco rispetto, la soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, la violenza contro le donne basata sul genere e il diritto all'integrità personale, appropriati al livello cognitivo degli allievi»;
   la vicenda illustrata mostra invece la fragilità delle strategie perseguite nel tentativo di rendere accessibili gli studi di genere all'interno dell'offerta formativa universitaria: colmarne l'assenza con interventi sporadici non è sufficiente, perché si scontra con le tendenze conservative dell'università italiana, aggravate e legittimate dall'idea che in tempi di crisi e scarsità di risorse gli studi di genere siano superflui;
   la chiusura dei tre corsi attivati presso l'università di Torino e l'università del Piemonte Orientale ha comportato un impoverimento dell'offerta formativa, una marcia indietro nell'ambito dell'educazione alla cittadinanza e non ha consentito il rinnovo dei quattro contratti di docenza annuale (due da 60 ore, due da 30);
   se le Ministre interrogate non ritengano, nei limiti delle rispettive competenze, data l'importanza di simili iniziative educative per l'affermazione delle pari opportunità, di farsi promotore – anche in applicazione della Convenzione di Istanbul – di progetti per la diffusione degli studi di genere e sessuali nelle università, anche attraverso l'assegnazione di risorse destinate a tali insegnamenti e di contribuire al loro inserimento strutturale nei curricula universitari. (3-00237)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

donna

insegnamento superiore

convenzione europea

violenza sessuale