ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/02051

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 900 del 13/12/2017
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 13/12/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO PER LA SEMPLIFICAZIONE E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 13/12/2017
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 28/12/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-02051
presentato da
PILI Mauro
testo di
Mercoledì 13 dicembre 2017, seduta n. 900

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:

   un gruppo di precari della ricerca in Sardegna ha rivolto all'interpellante un accorato appello al fine di sottoporre all'attenzione del Governo la situazione ormai insostenibile in cui versa il più grande Ente di ricerca italiano, il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr);

   il Cnr si avvale del lavoro di circa 11500 lavoratori e lavoratrici, dei quali il 40 per cento lavora con forme contrattuali che la legge definisce precarie e atipiche;

   questi lavoratori oggi contribuiscono al successo dell'ente, garantendo allo stesso il rispetto che merita in ambito scientifico, tanto che esso è l'unico ente pubblico di ricerca (Epr) che rientra tra i 200 centri di ricerca più innovativi del mondo (137/mo posto, secondo la rivista Nature);

   i progetti di ricerca sono finanziati solo parzialmente dal Cnr e prevalentemente da fondi comunitari, nazionali, regionali e privati. Tradotto in cifre, ciò significa che le forme contrattuali atipiche interessano circa 4.500 lavoratori che svolgono il compito di sostenere le attività di ricerca, apportando un contributo fondamentale per la produzione scientifica dell'ente;

   di questi lavoratori circa 2000 hanno un contratto a tempo determinato e i restanti 2500 lavorano con assegni di ricerca e Contratti di collaborazione coordinata e continuativa;

   questa situazione di precariato è conseguenza sia di un vuoto normativo, che non definisce percorsi interni certi, sia della limitata immissione di nuovi assunti in sostituzione delle cessazioni dei rapporti di lavoro per pensionamento;

   contribuisce ad aggravare questo contesto il taglio sistematico del fondo ordinario di esercizio per gli enti pubblici di ricerca, la cui entità consente oramai di coprire solo le spese di personale a tempo indeterminato e la gestione ordinaria;

   recentemente sono stati disposti gli strumenti legislativi per sanare questa situazione: Il decreto legislativo n. 75 del 25 maggio 2017, «Modifiche e integrazioni al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 1652, che autorizza, con l'articolo 20, commi 1 e 2, l'apertura delle procedure per il “superamento del precariato nelle pubbliche amministrazioni”» ovvero la stabilizzazione di tutto il personale precario; la circolare n. 3 del 2017 del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, che definisce gli indirizzi operativi di cui al decreto legislativo n. 75 del 2017;

   per tali norme il Governo nazionale non ha disposto, invece, un'adeguata copertura finanziaria a beneficio degli enti che potrebbero avvalersi di questa possibilità, tra i quali il Cnr;

   si tratterebbe di vincolare circa 120 milioni di euro per il solo Cnr;

   a tanto ammonta la previsione di spesa riportata sul «piano di fabbisogno» o «piano triennale delle attività», presentato dal consiglio di amministrazione del Cnr e approvato dal Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca per la stabilizzazione dei precari aventi diritto: a) circa 1.300 unità di personale con contratto a tempo determinato (comma 1, dell'articolo 20 del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75); b) circa 1.300 posizioni da mettere al bando con riserva di posti nella misura del 50 per cento (comma 2 dell'articolo 20 del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75);

   al momento, la cifra stanziata dal Governo per la stabilizzazione dei precari della ricerca di tutti gli Epr è di appena 10 milioni di euro per il 2018, 40 milioni aggiuntivi per il 2019 e per il 2020, in cofinanziamento al 50 per cento con gli enti stabilizzanti, e non si tratta di fondi strutturali;

   la Sardegna si pregia di ospitare il Cnr in tre delle sue province (Cagliari, Oristano e Sassari), nelle quali sono attivamente impegnate oltre 200 unità di personale di ruolo e circa 100 unità di personale in formazione e/o con contratti di lavoro atipici, distribuite in 15 sedi afferenti a 14 istituti (Iom, Isac, Igag, Ift, Isem, Irgb, Ibimet, Icm, Ispa, Ispaam, Ise, Iamc, In, icb), le cui missioni coprono molti settori nodali per lo sviluppo economico, sociale ed ambientale dell'isola: chimica biomolecolare, agroalimentare, ambiente, oceanografia, biologia marina, storia e culture del Mediterraneo, genetica dei tumori, biomedicina, neuroscienze;

   le ricerche svolte in tali discipline si inseriscono nel panorama scientifico regionale, nazionale e internazionale attraverso importanti collaborazioni e progettualità che, finora, hanno consentito il mantenimento in servizio del personale precario grazie ai fondi dei progetti di ricerca finanziati con denaro pubblico e da commesse con aziende private;

   gli istituti singoli distribuiti su tutto il territorio isolano e l'unica area della ricerca del Cnr, a Sassari, rappresentano ormai una consolidata realtà strettamente connessa con le istituzioni e con il tessuto socioeconomico regionale –:

   se il Governo non intenda intraprendere le iniziative necessarie per non disperdere il patrimonio di professionalità maturato in lunghi anni di lavoro;

   se il Governo non intenda assumere iniziative per stanziare le risorse necessarie affinché venga affrontata tale situazione, a partire dalla salvaguardia dei lavoratori precari della Sardegna.
(2-02051) «Pili».