ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/02047

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 897 del 05/12/2017
Firmatari
Primo firmatario: ZOLEZZI ALBERTO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 05/12/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 05/12/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-02047
presentato da
ZOLEZZI Alberto
testo di
Martedì 5 dicembre 2017, seduta n. 897

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:

   nell'interrogazione a risposta in Commissione n. 5-06192 presentata dal sottoscritto il 29 luglio 2015, si ponevano quesiti in merito allo stato dell'arte della caratterizzazione e bonifica del sito Ex-Cemerad e all'impiego dei fondi stanziati all'uopo;

   il sito «Ex-Cemerad» di Statte è stato sequestrato nel 2000 dove sono stivati da vent'anni, in stato di abbandono, circa 1140 metri cubi di rifiuti radioattivi stoccati all'interno;

   dal 2005 la situazione «non è migliorata» e i fusti hanno subito un «deterioramento inevitabile», secondo l'ex direttore del dipartimento nucleare dell'Ispra, Roberto Mezzanotte, recentemente scomparso;

   con il decreto-legge 5 gennaio 2015, n. 1, convertito, dalla legge 4 marzo 2015, n. 20, articolo 3, comma 5-bis, si stabilisce che «ai fini della messa in sicurezza e gestione dei rifiuti radioattivi in deposito nell'area ex Cemerad ricadente nel comune di Statte, in provincia di Taranto, sono destinati fino a dieci milioni di euro a valere sulle risorse disponibili sulla contabilità speciale aperta ai sensi dell'articolo 1, comma 4, del decreto-legge 7 agosto 2012, n. 129, convertito dalla legge 4 ottobre 2012, n. 171»;

   il proprietario della Cemerad, Giovanni Pluchino, era un personaggio chiave. Presidente dell'ordine dei chimici di Taranto, massone appartenente alla loggia «Pitagora», aveva stabilito stretti rapporti societari con Enea e Nucleco, le società a capitale pubblico che si occupano della gestione del nucleare italiano. Nell'informativa preparata alla fine degli anni ’90 dal Corpo forestale dello Stato erano indicati i rapporti commerciali della Cemerad: tra le tante società c'era la Setri di Cipriano Chianese, la mente dei traffici di rifiuti dei casalesi, legato — raccontano le indagini della direzione distrettuale antimafia di Napoli — all'ambiente di Licio Gelli;

   un verbale dei NAS, datato 9 agosto 2000 (quindi poco meno di due mesi dal sequestro), certificava «la sparizione di documenti dai faldoni 50-55» dell'archivio. I finanziamenti per caratterizzazioni e bonifica risalivano alla delibera del CIPE n. 35/05 (triennio 2005-2008), in cui venne previsto un finanziamento di 3.700.000 milioni di euro per la bonifica del sito ex Cemerad, cifra poi dirottata verso altri interventi; la regione Puglia nel 2008 stanziò dei fondi per la caratterizzazione e la bonifica del sito, che anche in questo caso vennero destinati «altrove»; il 2 dicembre 2014, il sito fu visitato dai parlamentari della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite collegate al ciclo dei rifiuti; a seguito dell'ispezione e delle audizioni presero forza atti normativi che portarono all'ennesimo finanziamento della caratterizzazione e della bonifica;

   la caratterizzazione dei rifiuti dell'ex Cemerad è importante anche in base a quanto emerso durante l'ispezione della Commissione presso lo stabilimento e le audizioni in prefettura a Taranto; è stato infatti dichiarato che presso l'ex Cemerad siano contenuti anche rifiuti radioattivi provenienti dallo stabilimento ILVA di Taranto;

   nel dicembre 2016 è stato eseguito da parte della Commissione parlamentare d'inchiesta il sequestro dei documenti di archivio dello stabilimento, presso la Sogin di Roma (http://www.corriereditaranto.it);

   nel maggio 2017 sono stati portati via i primi fusti, 86 fusti con il materiale più pericoloso (fra i quali uno con dentro camomilla mescolata ai rifiuti): 27 con sorgenti di radioattività e 59 con filtri utilizzati ai tempi del disastro di Chernobyl. I fusti sono stati sistemati al deposito di Casaccia (Roma), in attesa che venga realizzata la discarica nazionale delle scorie nucleari;

   la Sogin, la società che si occupa dello smaltimento dei rifiuti radioattivi, ha annunciato che entro il maggio dell'anno prossimo conta di portare via da Statte tutti i fusti ed entro la fine del 2018 conta di riconsegnare l'area bonificata;

   in realtà l'attività si è poi arrestata e pochi giorni fa durante il consiglio comunale di Taranto il commissario straordinario per le bonifiche, Vera Corbelli, intervenuta anche sulla vicenda delle migliaia di fusti radioattivi presenti nel sito della Cemerad, a Staffe ha detto che nel maggio 2017 furono rimossi quelli più pericolosi, 86 in tutto, alcuni provenienti anche da Chernobyl; la stessa ha affermato: «in quell'occasione sono stata avvicinata da due uomini, due massoni tarantini, che mi hanno detto che non sarei mai riuscita a completare l'operazione di bonifica. Uno dei due ha anche aggiunto di avere in tasca la mia lettera di trasferimento a Roma». Minacce e ostruzionismo che si sommano agli intoppi burocratici che da quattro mesi frenano lo smaltimento degli altri fusti: all'interno dell'ex fabbrica ve ne sono ancora migliaia che attendono di essere portati via –:

   se i Ministri interrogati siano al corrente di questa situazione, e quali iniziative di competenza abbiano assunto anche per giungere a una pronta rimozione di tutti i fusti e alla bonifica del sito.
(2-02047) «Zolezzi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione dell'ambiente

scorie radioattive

gestione dei rifiuti