ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01924

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 848 del 12/09/2017
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 12/09/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 12/09/2017
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 12/09/2017
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 03/10/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-01924
presentato da
PILI Mauro
testo di
Martedì 12 settembre 2017, seduta n. 848

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
   la rotta Algeria-Sulcis è una porta d'ingresso per i terroristi in Europa;
   è giunto il momento di far luce su una vicenda riguardante l'attentatore di Charleroi (Belgio) che il 6 agosto 2016 ferì con il machete due poliziotte vicino al commissariato della città belga, il quale, a quanto consta all'interpellante sarebbe sbarcato in Sardegna, a Porto Pino, direttamente dall'Algeria;
   l'interrogante, nel corso di una diretta Facebook da Porto Pino, dopo l'ennesimo sbarco nelle ultime 24 ore di 56 algerini, ha comunicato di essere in possesso di informazioni che confermerebbero l'identità di Khaled Babouri, nato nel giugno del 1983 in Algeria, e ucciso dopo che aveva ferito gravemente le due poliziotte belghe al grido di «Allah u akbar»: un attentato rivendicato il giorno dopo dall'Isis attraverso la sua agenzia Amaq;
   l'uomo, a quanto risulta all'interpellante sarebbe stato identificato al centro di prima accoglienza di Elmas nell'agosto del 2008 dopo lo sbarco a Porto Pino, in comune di Sant'Anna Arresi (Cagliari);
   Babouri sarebbe quindi stato identificato e portato nel centro di primo soccorso e accoglienza di Elmas; fu quindi espulso e avrebbe avuto 15 giorni di tempo per lasciare il territorio nazionale;
   a quanto consta all'interpellante, questi avrebbe attraversato l'Europa e si sarebbe radicalizzato in Belgio, dove sarebbe stato ben noto alle forze dell'ordine fin dal 2012. L'algerino sarebbe stato quindi irregolare sul territorio belga e per ben due volte – riferiscono i media belgi – sarebbe stato colpito da decreto di espulsione;
   tutto questo dimostra che l'Europa, anche attraverso la Sardegna, e un luogo in cui i terroristi possono facilmente entrare e uscire. Si tratta di terroristi che, espulsi da una parte, rientrano dall'altra;
   questo conferma che si continua a negare, in maniera irresponsabile, che la rotta Algeria-Sardegna sia realmente un crocevia per terroristi;
   è necessario bloccare questo flusso incontrollato di migranti verso la Sardegna. Si tratta di un rischio quotidiano e la conferma del collegamento diretto tra terrorismo e questa rotta dovrebbe indurre ad un'azione concreta per stroncare questo crocevia;
   ci si domanda quanti altri ne siano entrati dalla Sardegna senza alcun tipo di controllo e di verifiche incrociate;
   da 4 anni l'interpellante denuncia con atti parlamentari la pericolosità del tragitto Algeria-Sulcis senza che il Governo abbia mai attivato veri controlli tesi a bloccare tale inusitato flusso di clandestini provenienti dall'Algeria verso la Sardegna –:
   se il Governo sia a conoscenza di altri casi di ingresso di terroristi attraverso quella rotta;
   se trovi conferma che l'ingresso in Europa del terrorista di cui in premessa sia avvenuto attraverso la suddetta rotta;
   quali iniziative intenda assumere il Governo per bloccare definitivamente questa rotta e questo flusso migratorio illegale dell'Algeria.
(2-01924) «Pili».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

controllo delle migrazioni

terrorismo

migrazione illegale