ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01661

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 741 del 14/02/2017
Firmatari
Primo firmatario: MONCHIERO GIOVANNI
Gruppo: CIVICI E INNOVATORI
Data firma: 14/02/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MENORELLO DOMENICO CIVICI E INNOVATORI 14/02/2017
GALGANO ADRIANA CIVICI E INNOVATORI 14/02/2017
MATARRESE SALVATORE CIVICI E INNOVATORI 14/02/2017
MOLEA BRUNO CIVICI E INNOVATORI 14/02/2017
OLIARO ROBERTA CIVICI E INNOVATORI 14/02/2017
DAMBRUOSO STEFANO CIVICI E INNOVATORI 14/02/2017
QUINTARELLI GIUSEPPE STEFANO CIVICI E INNOVATORI 14/02/2017
CATALANO IVAN CIVICI E INNOVATORI 14/02/2017
BOMBASSEI ALBERTO CIVICI E INNOVATORI 14/02/2017
MUCCI MARA CIVICI E INNOVATORI 14/02/2017
VACCARO GUGLIELMO MISTO-USEI-IDEA 14/02/2017
PISO VINCENZO MISTO-USEI-IDEA 14/02/2017
ROCCELLA EUGENIA MISTO-USEI-IDEA 14/02/2017
GIGLI GIAN LUIGI DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO 14/02/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 14/02/2017
Stato iter:
17/02/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 17/02/2017
Resoconto MONCHIERO GIOVANNI CIVICI E INNOVATORI
 
RISPOSTA GOVERNO 17/02/2017
Resoconto CASERO LUIGI ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
REPLICA 17/02/2017
Resoconto MONCHIERO GIOVANNI CIVICI E INNOVATORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 17/02/2017

SVOLTO IL 17/02/2017

CONCLUSO IL 17/02/2017

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01661
presentato da
MONCHIERO Giovanni
testo presentato
Martedì 14 febbraio 2017
modificato
Venerdì 17 febbraio 2017, seduta n. 744

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   i recenti provvedimenti economici approvati dal legislatore alla fine del 2016, con particolare riferimento al decreto-legge 22 ottobre 2016, n. 193, (cosiddetto, «decreto fiscale») e alla legge 11 dicembre 2016, n. 232 (legge di bilancio per il 2017), oltre ad aver introdotto importanti misure (quali, ad esempio, la così detto A.P.E. ovvero sostegni a scuola e famiglia), sono stati appesantiti da scelte, spesso aventi natura temporanea e non strutturale, nonché in qualche senso forse condizionate dalla allora imminente scadenza referendaria;
   il 21 dicembre 2016 sia la Camera dei deputati che il Senato della Repubblica hanno approvato a maggioranza assoluta la risoluzione di maggioranza sulla relazione presentata dal nuovo Governo che ha chiesto l'autorizzazione ad un nuovo indebitamento fino a venti miliardi di euro per interventi a sostegno del sistema bancario;
   la relazione al Parlamento è stata predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012, il quale prevede che, qualora il Governo, al fine di fronteggiare eventi eccezionali, ritenga indispensabile discostarsi temporaneamente dagli obiettivi programmatici di finanza pubblica, presenti alle Camere una relazione con cui aggiorna gli obiettivi programmatici stessi, nonché una specifica richiesta di autorizzazione, che indichi la misura e la durata dello scostamento e definisca un piano di rientro;
   la relazione chiedeva al Parlamento l'autorizzazione al reperimento, fino ad un massimo di venti miliardi di euro, attraverso operazioni di emissioni di titoli del debito pubblico, nell'eventualità di esito negativo degli « stress test» europei sulle banche. In considerazione della finalità precauzionale cui è indirizzato, si precisava che «l'intervento non può essere al momento dettagliato nei tempi, nelle modalità e nei provvedimenti nei quali si articolerà, ma risulterà comunque finalizzato ad assicurare due obiettivi: un adeguato livello di liquidità del sistema bancario, anche mediante la concessione di garanzie dello Stato su alcune tipologie di passività delle banche, ed un rafforzamento patrimoniale delle banche medesime mediante operazioni di ricapitalizzazione, che prevedono la sottoscrizione di nuove azioni»;
   la flessibilità che ha potuto utilizzare l'Italia è stata stimata in circa 26 miliardi di euro, utilizzata con modalità prevalenti di spesa che avrebbero dovuto, nelle indicazioni prospettiche illustrate dal Governo allora in carica, aumentare i consumi e creare crescita;
   invece, il 17 gennaio 2017 scorso la Commissione europea inviava all'Italia la richiesta di riportare il deficit al livello concordato nella primavera 2016, censurando la recente legge di bilancio che l'avrebbe fatto salire al 2,3 per cento del prodotto interno lordo e richiedendo pertanto un piano di rientro di circa 3,4 miliardi di euro, prospettando in difetto la possibilità di una procedura di infrazione;
   già il 25 ottobre 2016 la Commissione europea aveva chiesto chiarimenti sulla bozza di bilancio 2017, ma il competente Ministro aveva assicurato gli organi europei ed italiani come non occorresse «nessuna modifica»;
   diversamente, il 2 febbraio 2017, a fronte delle confermate contestazioni di Bruxelles del 17 gennaio sul bilancio italiano 2017, il Governo prospettava, seppur del tutto genericamente, riforme strutturali, privatizzazioni, tagli alla spesa, lotta all'evasione, revisioni delle agevolazioni fiscali, nonché nuove accise e/o oneri fiscali, rimanendo pure non precisati i termini temporali di intervento, a causa di prospettate ipotesi di elezioni anticipate;
   il 3 febbraio il Ministro dell'economia e delle finanze, intervenendo sull'aggiustamento dei conti pubblici durante il question time al Senato, precisava che le misure verranno adottate entro fine aprile, presumibilmente anche prima della presentazione del documento di economia e finanza, indistintamente riferendosi anche a possibili ritocchi di accise e tassazione indiretta e rappresentando come «allarmante» la prospettiva di infrazione;
   nella giornata del 6 febbraio 2017 le borse europee hanno perso parecchio, soprattutto quella di Milano che ha registrato -2,21 per cento; lo spread è risalito oltre 200 punti raggiungendo il massimo livello da febbraio 2014 e creando allarme su banche e titoli di stato. A pesare sui mercati sono i timori per la tenuta dell'unione monetaria, l'economia dell'eurozona a due diverse velocità, l'incognita sull'esito delle elezioni in diversi Paesi europei (quali Olanda, Francia e Germania) e, per l'Italia, anche l'instabilità politica con l'incertezza sulle elezioni anticipate. Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, nel corso di un'audizione al Parlamento europeo è intervenuto in difesa della politica monetaria europea e del futuro dell'euro, definito «irrevocabile» e senza il quale sarebbe a rischio la stessa sopravvivenza del mercato unico –:
   se il Governo intenda presentare con urgenza alle Camere una più dettagliata proposta di interventi per evitare lo sforamento del livello concordato di disavanzo per l'esercizio finanziario 2017 e la conseguente procedura di infrazione, a tal fine scegliendo di privilegiare — in luogo di nuove misure dirette o indirette di imposizione fiscale – azioni volte all'applicazione rigorosa dei costi standard alla spesa pubblica, all'alienazione di beni pubblici, alle privatizzazioni, ad una radicale accelerazione della digitalizzazione della pubblica amministrazione e della misurazione delle performance del personale pubblico.
(2-01661) «Monchiero, Menorello, Galgano, Matarrese, Molea, Oliaro, Dambruoso, Quintarelli, Catalano, Bombassei, Mucci, Vaccaro, Piso, Roccella, Gigli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

elezioni nazionali

procedura CE d'infrazione

evasione fiscale