ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01572

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 721 del 10/01/2017
Firmatari
Primo firmatario: FANTINATI MATTIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 10/01/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VALLASCAS ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
DA VILLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
DELLA VALLE IVAN MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
DELL'ORCO MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
DI BENEDETTO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
DI MAIO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
FERRARESI VITTORIO MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
FICO ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
FRACCARO RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 10/01/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 10/01/2017
Stato iter:
13/01/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/01/2017
Resoconto FANTINATI MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 13/01/2017
Resoconto GIACOMELLI ANTONELLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 13/01/2017
Resoconto FANTINATI MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 13/01/2017

SVOLTO IL 13/01/2017

CONCLUSO IL 13/01/2017

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01572
presentato da
FANTINATI Mattia
testo presentato
Martedì 10 gennaio 2017
modificato
Venerdì 13 gennaio 2017, seduta n. 723

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   vendute, ricomprate, spesso passate da una parte all'altra, da un Paese all'altro. È la storia di molti marchi d'eccellenza nati in Italia, ma che di italiano oggi hanno ben poco;
   molte delle migliori realtà imprenditoriali italiane sono state schiacciate dalla congiuntura economica negativa, unita all'iperburocratizzazione della macchina amministrativa, a una tassazione iniqua, alla mancanza di aiuti e di tutele e all'impossibilità di accesso al credito bancario;
   l'intreccio di tali fattori ha inciso sulla mortalità delle imprese creando una sorta di mercato «malato», all'interno del quale si registra la chiusura di realtà imprenditoriali importanti per tipologia di produzione;
   l'afflusso di capitali esteri nel nostro Paese non è quindi avvenuto secondo le normali regole di mercato e le aziende si sono dovute piegare a una vendita «sottocosto» rispetto al loro reale valore;
   tutto questo è avvenuto per l'assenza dello Stato e della politica e, insieme, di quella classe dirigente generale che non ha prezzo una posizione forte rispetto al progressivo sfaldamento dell'economia italiana preferendo un atteggiamento silenzioso, e per questo in qualche modo complice. Nonostante si parli ormai da anni della vendita a prezzi stracciati del «prodotto Italia», infatti, nessuno ha mai voluto davvero dire la verità e cioè che nulla è stato fatto per contrastare lo stato delle cose;
   spesso le aziende italiane vengono acquistate da altre aziende di Paesi stranieri, vengono svuotate dei macchinari e del know-how, e mai riaperte. Un'azienda può vivere la strana condizione di soggetto «perennemente sul mercato» poiché la proprietà passa da un'azienda all'altra, da società all'altra, da un Paese all'altro, in un giro vorticoso che lascia quanto meno perplessi dal punto di vista della trasparenza. D'altra parte, in un mercato globalizzato all'interno del quale diventa ogni giorno più dura e senza esclusione di colpi, la concorrenza non si fa più solo attraverso l'innovazione di processo e di prodotto, ma anche o forse soprattutto, attraverso l'eliminazione dell'avversario diretto acquistandone l'azienda e dismettendone la produzione;
   all'interno di un sistema finanziario sempre più immateriale e senza patria diventa ancora più arduo ricostruire l'origine e i percorsi dei capitali impiegati così con vari interessi a essi riconducibili. È certo però che questi interessi, il più delle volte, non corrispondano a vere vocazioni imprenditoriali, ma siano organizzati secondo la logica del massimo profitto;
   la svendita della rete produttiva italiana quindi impoverisce il Paese sia dal lato economico sia per la perdita di asset immateriali, a volte di difficile quantificazione economica, perché vengono meno la tradizione, l'esperienza e la storia insita in ciascuna delle aziende di cui ci si priva. In questo senso, va ricordato che l'imprenditoria italiana è fatta di imprese, costruite nel corso degli anni esaltando il concetto di qualità. Non solo. Accanto a questi problemi non si può tacere della condizione nella quale versano migliaia di lavoratori che si ritrovano in cassa integrazione e, probabilmente invano, attendono la possibilità di un reintegro a ogni nuovo cambio di proprietà;
   quello che può accadere è purtroppo che, rilevata un'azienda che prima produceva in Italia, si trovi più conveniente delocalizzare la produzione in Paesi con minor costo del lavoro, meno barriere burocratiche, ma anche normative assai diverse da quella italiana sia sul piano della sicurezza sul lavoro sia su quello della tutela consumatori;
   elementi di distinzione del nostro Paese nello scenario globale sono quindi il valore del made in Italy, la posizione strategica per i flussi nel Mediterraneo e la rete dei distretti industriali che continuano ad essere oggetto di attrazione da parte di investitori esteri. In questo scenario si inserisce il fenomeno delle acquisizioni di rinomate imprese italiane, mentre continua l'investimento sull'Italia Italia di numerose multinazionali;
   si possono aprire le frontiere, ma vanno create le condizioni per fare bene impresa in Italia in modo che dall'estero arrivino capitale e competenze che l'Italia non ha, ma ci sia allo stesso tempo l'interesse degli stranieri a conservare il business nel nostro Paese;
   negli ultimi anni, con modalità e interessi differenti, imprenditori francesi, cinesi, giapponesi, arabi e americani si presentano in Italia affascinati dalle competenze e dalle capacità degli ingegneri, dei designer e degli operai, cogliendo rinnovate opportunità di investimento e di business per il futuro. Infatti, nonostante l'insieme delle statistiche a una prima lettura definisca un'immagine spesso negativa o perlomeno in chiaro-scuro dell'economia italiana, ancora oggi il nostro Paese è in grado di «fare la differenza» quando si tratta di realizzare non solo abiti e gioielli di lusso, ma anche tutti quei prodotti che dalla rubinetteria, agli arredi della cucina, ai giocattoli sino ai componenti per gli aerei, vengono apprezzati in tutto il mondo; le aziende devono necessariamente individuare la strategia di impresa e la struttura del management per poter crescere e trovare spazio nei mercati internazionali. È questo un passaggio affrontato dalle aziende italiane con modalità differenti, tra le quali vi è la partecipazione a un grande gruppo estero che ha acquisito nel tempo capitali finanziari e capacità imprenditoriali tali da possedere una buona distribuzione nei diversi Paesi del mondo. Nello scenario italiano vi sono imprenditori, come Versace o Luxottica, che confermano la volontà e l'impegno a mantenere proprietà e la gestione dell'azienda pur affrontando continui cambiamenti del mercato e le difficoltà del sistema produttivo italiano. La crisi economica è tale da mettere in pericolo anche le aziende più forti e rinomate, ma vi sono altre strade alternative oltre a quella della vendita a fronte di una buona offerta –:
   di quali informazioni, sui fatti sopra descritti, sia in possesso il Governo;
   quali iniziative, anche normative, intenda adottare al fine di tutelare le imprese italiane da acquisti speculativi di aziende straniere con la conseguenza di perdita di posti di lavoro, di personale specializzato e, inevitabilmente, di abbandono degli standard di qualità del prodotto;
   se non ritenga di individuare degli asset strategici industriali italiani da sviluppare ed investire.
(2-01572) «Fantinati, Vallascas, Cancelleri, Crippa, Da Villa, Della Valle, Corda, Daga, Dall'Osso, De Lorenzis, De Rosa, Del Grosso, Dell'Orco, Di Battista, Di Benedetto, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Di Vita, D'Incà, D'Uva, Ferraresi, Fico, Fraccaro, Frusone, Gagnarli, Gallinella, Luigi Gallo, Silvia Giordano, Grande, Grillo».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione del consumatore

impresa estera

acquisizione d'impresa