ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01475

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 680 del 27/09/2016
Firmatari
Primo firmatario: MAESTRI ANDREA
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 27/09/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 27/09/2016
BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 27/09/2016
BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 27/09/2016
BRIGNONE BEATRICE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 27/09/2016
CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 27/09/2016
MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 27/09/2016
PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 27/09/2016
SEGONI SAMUELE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 27/09/2016
TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 27/09/2016
PISICCHIO PINO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 27/09/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 27/09/2016
Stato iter:
30/09/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 30/09/2016
Resoconto MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
 
RISPOSTA GOVERNO 30/09/2016
Resoconto VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 30/09/2016
Resoconto MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 30/09/2016

SVOLTO IL 30/09/2016

CONCLUSO IL 30/09/2016

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01475
presentato da
MAESTRI Andrea
testo presentato
Martedì 27 settembre 2016
modificato
Venerdì 30 settembre 2016, seduta n. 683

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   il 12 marzo 2016 su Rai3, nella rubrica Tgr Ambiente Italia, è andato in onda un servizio sulla situazione dell'inquinamento e le sue conseguenze, nella città di Augusta, in provincia di Siracusa, vissuta ormai da decenni;
   a risvegliare le coscienze degli italiani, e a riportare alla cronaca la situazione drammatica del territorio è stato Don Palmiro Prisutto, l'arciprete augustano che, insieme ai cittadini e alle tante associazioni no profit attive sul territorio, da circa trent'anni, combatte contro la piaga dell'inquinamento ambientale, l'alta mortalità per tumori e l'alta incidenza di natalità con malformazioni, nel famigerato «triangolo della morte», Augusta-Priolo-Melilli;
   per due anni e fino a febbraio del 2016, ogni 28 del mese, nella Chiesa Madre di Augusta, Don Palmiro Prisutto ha dedicato la messa serale ai concittadini, uccisi dal cancro (principalmente al fegato, al seno e ai polmoni), elencando i loro nomi, l'età e la causa della morte. L'elenco, che finora conta oltre 800 persone, è stato continuamente aggiornato grazie alle segnalazioni dei parenti dei defunti. L'arciprete ha poi deciso di non effettuare più la celebrazione di queste messe e di continuare la lotta all'inquinamento con altre modalità;
   l'area «deturpata» si estende su una superficie di circa trenta chilometri di costa, tra il mare e le colline della Sicilia sud orientale, dove si susseguono ciminiere, tubature arrugginite, cisterne, capannoni in stato di completo abbandono e stabilimenti, o parti di essi, oramai chiusi. Da sessant'anni qui è presente un polo industriale petrolchimico, già tra i più grandi d'Europa. Attualmente, le attività si sono drasticamente ridotte, il lavoro scarseggia, ma resta un'eredità di veleni, inquinamento del suolo, dell'acqua e dell'aria circostanti, risultato di anni di attività di dubbia legittimità esenti da ogni tipo di controllo, che ha portato ad una completa contaminazione della catena alimentare, determinando così la nascita di bambini malformati e un significativo aumento della percentuale di persone che si ammalano di tumore;
   il polo petrolchimico siracusano ha origini nel 1949, quando ad Augusta è stata realizzata la Rasiom, il primo complesso di raffinazione del petrolio e la trasformazione dei suoi derivati. A metà del 1950 la raffineria cominciò a produrre, sfruttando le numerose agevolazioni e gli incentivi economici erogati dalla Cassa per il Mezzogiorno, per attrarre nel Sud investimenti di gruppi, sia privati che pubblici;
   nella suddetta area, dopo la Rasiom, si insediarono: la Liquichimica, ora Sasol, che doveva utilizzare le paraffine lineari per la produzione di bioproteine; la Cogema; l'Eternit; la Sicilfusti; l'Edison, che investì quanto ricavato dalla cessione delle industrie elettriche allo Stato nella Chimica con la S.in.cat. (Società Industriale Catanese), produttrice inizialmente di fertilizzanti; la Celene, una società a capitale misto Edison-Union Carbide, produttrice di polimeri; la Montecatini, per prodotti chimici e petrolchimici; nel 1953 venne costruita la centrale termoelettrica Enel Tifeo, alimentata con olio combustibile fornito dalla Rasiom;
   agli inizi degli anni ’70 la I.c.a.m. (impresa congiunta Anic Montedison) che produce ancora oggi oltre 700.000 tonnellate/anno di etilene; la centrale termoelettrica Enel di Melilli; il depuratore consortile della IAS (Industria acque siracusane); la raffineria Isab, costruita demolendo oltre 200 abitazioni di Marina di Melilli e cancellando letteralmente quest'ultima dalla carta geografica; infine l'impianto di gassificazione e cogenerazione di residui petroliferi della Erg, la cosiddetta Isab-Energy;
   la realizzazione di questa vasta area industrializzata comportò, in quegli anni, un aumento dell'occupazione, un incremento della popolazione per richiesta di manodopera e l'aumento del reddito pro capite. A partire però dalla fine degli anni ’70 è iniziata la chiusura di diversi stabilimenti per il trasferimento dei cicli produttivi, con conseguenti diminuzione dell'occupazione e concrete prospettive di sviluppo. Tra le cause di questa involuzione, si ricordano, la ridotta raffinazione del greggio medio orientale, la nascita di nuove raffinerie in Europa, la delocalizzazione degli impianti di trasformazione, nonché l'entrata di Cina e India tra i Paesi produttori a costi più bassi;
   il progressivo abbandono del polo industriale ha lasciato un territorio devastato da un gravissimo inquinamento ambientale. Nel sottosuolo sono state rilevate diossine e furani fino ad una profondità di 20-30 centimetri. Nell'atmosfera sono state riscontrate elevate concentrazioni di sostanze cancerogene e teratogene quali acrilonitrile, benzolo, cadmio, cromo, nichel, silice, vanadio, diossine e furani. La falda idrica è stata infiltrata e inquinata da idrocarburi. Anche i fondali marini, antistanti gli scarichi industriali, sono risultati contaminati da metalli pesanti, diossine, idrocarburi policiclici aromatici ed eternit. Inoltre, la carenza di normative di sicurezza, e l'impunito mancato rispetto delle poche esistenti, ha causato e soprattutto continua a causare, emissioni di nubi maleodoranti e addirittura incendi ed esplosioni;
   già nel 1990 l'area industriale Priolo-Melilli-Augusta è stata dichiarata «a rischio di crisi ambientale». Ma a quella crisi se ne sono aggiunte altre: la crisi occupazionale e soprattutto, quella sanitaria, con la progressiva dismissione del polo ospedaliero di Augusta, in atto tutt'oggi;
   il sisma del dicembre 1990, con epicentro ad Augusta, ha rimarcato come l'area non sia affatto idonea ad ospitare un polo industriale petrolchimico, per via degli ingenti danni che potrebbero scaturire dalla concomitanza, appunto, dei due fattori di rischio;
   la grande area industrializzata ha creato gravi e numerosi problemi di salute. Uno studio dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ha riportato come ad Augusta, nel periodo che va dal 1951 al 1980, si è avuto un notevole aumento della mortalità, soprattutto per cause tumorali: si è passato dall'8,9 per cento del quinquennio ’51-’55 al 23,7 per cento del quinquennio ’76-’80, con punte del 29,9 per cento nel 1980. Nella provincia di Siracusa, nel triennio 2000-2002, la mortalità per tutti i tipi di tumore è aumentata del 7 per cento. Relativamente alla tipologia della malattia, si è riscontrato un aumento di tumori del fegato e del pancreas in entrambi i generi. In particolare, come sottolineato da uno studio dell'Enea del 2001, i tumori del polmone, della trachea, dei bronchi e del sistema nervoso centrale (+30 per cento) sono risultati in aumento tra i soli uomini, mentre eccessi del tumore del colon-retto, della mammella e dell'utero sono stati riscontrati nelle sole donne. È stato registrato anche un aumento dei ricoveri, di entrambi i generi, per tumori maligni nel loro complesso, malattie del sistema circolatorio e respiratorio e malattie dell'apparato digerente e urinario. Lo studio Sentieri dell'Istituto superiore di sanità conferma, integra e dettaglia i dati di cui sopra e la rilevanza del disagio sanitario dell'area;
   le peggiori conseguenze dell'inquinamento sulla salute sono state riscontrate sui neonati: vittime innocenti con seri problemi di malformazioni. Ad Augusta, nel 1980, su 600 nati, 13 bambini (di cui sette non sopravvissuti) hanno manifestato malformazioni congenite di diverso tipo. Per 10 anni, la percentuale di malformati ad Augusta è stata dell'1,9 per cento (contro una media nazionale dell'1,54 per cento) fino ad un picco del 5,6 per cento nel 2000. Sono stati riscontrati anche casi di malformazioni genitali: negli anni ’80-’89 hanno interessato il 21,4 per cento dei nati (la media nazionale era del 10 per cento). Nel decennio 1990-2000 i casi sono aumentati del 30,3 per cento. In particolare, come sottolineato dalla Rivista della sanità meridionale (Anno III – Numero I – gennaio 2013), solo ad Augusta, nel periodo ’90-98, tra le varie malformazioni dell'apparato genitale, l'ipospadia ha interessato il 13,2 per cento dei nati, contro un 7,9 per cento dell'intera Sicilia orientale;
   nel 2000 l'area tra Siracusa e Augusta è stata dichiarata sito di interesse nazionale per la bonifica (Sin), uno dei 48 siti industriali super-inquinati che si trovano sul territorio italiano. Sono 5.800 ettari su terraferma tra i comuni di Priolo, Melilli, Augusta e Siracusa, con 180 mila abitanti al censimento del 2011, e più di diecimila ettari in mare. Il sito include stabilimenti chimici, petrolchimici, raffinerie, un inceneritore per rifiuti speciali, discariche industriali e un'area portuale. I terreni sono contaminati da metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici, policlorobifenili e amianto. Ceneri di pirite sono state interrate sulla costa e perfino sotto i campi sportivi costruiti negli anni settanta a Priolo e Augusta che, infatti, attualmente non sono praticabili e già da parecchi anni rientrano tra i siti da bonificare;
   nel 2003 l'università di Catania ha confermato come i fondali antistanti gli scarichi industriali siano stati altamente contaminati da metalli pesanti quali mercurio, con concentrazioni 22 volte superiori al limite consentito, diossine, idrocarburi policiclici aromatici, policlorobifenili ed eternit;
   come riportato nel dossier redatto per il convegno «Le indagini nell'area a rischio di Augusta e Siracusa», organizzato nel 2009 dall'Organizzazione mondiale della sanità, «il suolo è stato inquinato da polveri tossiche emesse dai camini dei diversi stabilimenti, la falda idrica si trova in uno stato di notevole degrado perché soggetta alle infiltrazioni delle numerose discariche abusive, disseminate nel territorio. La falda idrica ha, inoltre, subito un forte inquinamento da idrocarburi, causato da serbatoi di carburante privi del doppio fondo con effetti macroscopici quale la presenza di carburanti di varia natura nei pozzi comunali di Priolo (acqua per uso domestico) e Melilli (acqua per irrigazione)». La classificazione Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca del cancro) ha confermato nell'atmosfera alte concentrazioni di sostanze cancerogene e teratogene;
   nonostante i gravi impatti sull'ambiente e sulla salute, non è stata trovata nessuna soluzione significativa per l'area. Negli anni sono stati proposti diversi piani di bonifica dell'intera area industriale che non sono però risultati risolutivi. Nel 2005 è stato siglato un accordo di programma quadro per il risanamento delle aree contaminate di Priolo, con lo stanziamento di 64 milioni di euro per i piani di bonifica della Rada di Augusta, dell'ex Eternit, della penisola Magnisi e del porto di Siracusa. Tuttavia, l'area ex Eternit è stata messa in sicurezza senza però una bonifica definitiva e la rimozione delle ceneri di pirite dalla penisola di Magnisi non è stata mai conclusa per sospensione dei lavori da parte della ditta vincitrice dell'appalto. Negli anni successivi sono iniziati altri lavori di bonifica, mai però portati a definitivo compimento. Secondo dati del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, aggiornati a marzo 2013, i progetti di bonifica hanno interessato appena il 20 per cento dell'area contaminata;
   da agenzie di stampa si apprende che il 23 ottobre 2014, a seguito di numerosi esposti, denunce e segnalazioni sulla cattiva qualità dell'aria da parte di diverse associazioni ambientaliste, il procuratore di Siracusa, ha aperto ben 13 fascicoli sull'inquinamento, delegando le indagini alla Polizia di Stato e ai carabinieri di Augusta, per accertare, non solo eventuali responsabilità da parte delle industrie, ma anche per verificare eventuali irregolarità sulle procedure per il rilascio delle autorizzazioni. Da un articolo apparso su il Giornale di Sicilia il 3 gennaio 2016, si apprende che, i consulenti della procura della Repubblica di Siracusa, hanno consegnato una prima relazione dalla quale si evince che per quanto riguarda specificatamente una raffineria: «i dati comunicati dal gestore non garantiscono nessuna certezza relativamente alla quantità delle emissioni prodotte dalla raffineria» e che «le metodologie di monitoraggio utilizzate non consentono nemmeno la verifica da parte di terzi del rispetto dei limiti»;
   come se la situazione ambientale del territorio non fosse sufficientemente critica, e ancora lontana dall'essere sanata, dal 2006 è in atto il tentativo di realizzazione del progetto della piattaforma polifunzionale Oikothen, un impianto per rifiuti pericolosi e non, in contrada Costa Mendola nel comune di Augusta. Nonostante i pareri non favorevoli espressi dal comune di Augusta in tutte le sedi competenti, e della stessa regione Siciliana che ha negato l'autorizzazione integrata ambientale relativa all'impianto, il Tar di Catania ha accolto il ricorso cautelare della Oikothen e provocato la nomina di un commissario regionale ad acta che, inopinatamente, annullando il precedente decreto di diniego dell'autorizzazione integrata ambientale, ha rilasciato l'autorizzazione. L'area individuata per la realizzazione della suddetta piattaforma ricade proprio sopra la falda acquifera della zona di Augusta. Tale falda, misteriosamente, per un periodo di tempo non compariva nelle cartografie della zona. Dopo una richiesta di verifica, da parte dell'attuale amministrazione cittadina, all'ISPRA, la falda è ricomparsa;
   un tempo la costa siracusana era considerata tra i litorali ed i fondali marini più belli d'Italia. Un territorio che avrebbe potuto avere una forte vocazione turistica e puntare su questa la sua economia, ha visto distrutti itinerari naturalistici spettacolari dai veleni delle industrie e dalle malefatte dei loro gestori e di chi avrebbe dovuto vigilare. Importanti siti archeologici, ed insediamenti preistorici, quali Megara, Hyblaea, Thapsos e Stentinello sono stati deturpati irrimediabilmente –:
   se il Governo sia a conoscenza delle gravi conseguenze dovute dall'inquinamento ambientale del territorio siracusano, tra i comuni di Augusta, Priolo e Melilli, e dei ritardi delle bonifiche, a giudizio degli interpellanti, non più ignorabili;
   come il Governo intenda provvedere, urgentemente, a dare attuazione con soluzioni efficaci e definitive, alla bonifica del sito di interesse nazionale tra Siracusa e Augusta, rispondendo così alle richieste della popolazione siciliana del luogo, che, con il suo lavoro, per sessant'anni, ha sacrificato salute, ambiente e futuro, per lo sviluppo industriale dell'intera nazione.
(2-01475) «Andrea Maestri, Artini, Baldassarre, Bechis, Brignone, Civati, Matarrelli, Pastorino, Segoni, Turco, Pisicchio».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

raffinazione del petrolio

inquinamento

degradazione dell'ambiente