ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01452

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 667 del 03/08/2016
Firmatari
Primo firmatario: GALGANO ADRIANA
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 03/08/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MONCHIERO GIOVANNI SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 03/08/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 03/08/2016
Stato iter:
23/09/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 23/09/2016
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 23/09/2016
Resoconto GIACOMELLI ANTONELLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 23/09/2016
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 23/09/2016

SVOLTO IL 23/09/2016

CONCLUSO IL 23/09/2016

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01452
presentato da
GALGANO Adriana
testo presentato
Mercoledì 3 agosto 2016
modificato
Venerdì 23 settembre 2016, seduta n. 678

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   si apprende da notizie di stampa che la J.P. Industries, fondata nel 2012 dall'imprenditore Giovanni Porcarelli che ha rilevato dalla procedura di amministrazione straordinaria i complessi aziendali della ex Antonio Merloni spa, sta avviando la procedura di mobilità per 400 dei suoi 684 dipendenti (619 gli operai), riassunti dalla ex azienda fra Umbria e Marche e distribuiti nelle fabbriche di Fabriano e Gaifana, proprio mentre, dopo sei anni di attesa, l'accordo di programma per la reindustrializzazione delle aree umbro-marchigiane colpite dalla crisi dell'ex Merloni stava per diventare operativo, con 26 milioni di euro a disposizione delle due regioni;
   una parte rilevante delle risorse dell'accordo di programma, circa 9 milioni di euro, soro destinati per il comparto ex Merloni, mentre 2,6 milioni sono stati accantonati dalle regioni Umbria e Marche per cofinanziare un grande progetto di ricerca e sviluppo della Jp che, qualora andasse in porto, otterrebbe 10-15 milioni di contributo pubblico. Tutte risorse, però, a cui J.P. Industries non può accedere finché non si risolve lo strascico di contenzioso con le banche;
   la notizia dell'avvio della procedura di mobilità per circa il 60 per cento dei dipendenti della J.P. Industries ha destato stupore sia tra i sindacati sia tra le istituzioni locali, tanto più se si considerano i tanti sforzi compiuti in favore di questa azienda dalle due regioni che si sono peraltro attivate presso il Ministero dello sviluppo economico per spingere verso la risoluzione dei problemi dell'ex Merloni che, negli ultimi tempi, non sembrava lontanissima ed è per questo che non ci si attendeva un'iniziativa come quella della messa in mobilità;
   l'azienda ricorda che in media dal 2012, anno in cui ha iniziato la propria attività, ci sono sempre stati 480 lavoratori in cassa integrazione guadagni straordinaria e che il piano industriale di fatto non è mai decollato, soprattutto, secondo i vertici della J.P. Industries, per le conseguenze del contenzioso nato dal ricorso delle banche creditrici contro l'acquisizione della ex Merloni;
   nella comunicazione dell'avvio della procedura di mobilitazione trasmessa ai Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e dello sviluppo economico e alle parti sociali, l'imprenditore Porcarelli addita gli strascichi del contenzioso promosso dalle banche creditrici della ex Merloni e le mutate condizioni del mercato degli elettrodomestici come principali cause della situazione in cui versa l'azienda;
   contro la vendita della Merloni in amministrazione straordinaria avevano fatto ricorso otto banche (da Mps e Unicredit a Veneto Banca), che tutte insieme vantavano crediti per 170 milioni di euro, sostenendo che fosse troppo basso il prezzo di acquisto da parte della J.P. Industries (12,2 milioni invece dei 54 stimati), e sia il tribunale di Ancona sia la corte d'appello avevano dato ragione agli istituti di credito. La Corte di Cassazione però ha ribaltato la sentenza e per l'azienda si è aperta la strada di una transazione con le banche, rimasta tuttavia sulla carta;
   il titolare della J.P. Industries Porcarelli ha affermato che, non potendo far ricorso «a risorse finanziarie provenienti dal mondo bancario», sono saltati «gli investimenti programmati» e sono cresciute le difficoltà nell'instaurare «rapporti duraturi con clienti e fornitori». A ciò si è aggiunta «la crisi del mercato di settore» e il «mutamento della domanda». Porcarelli sostiene altresì che non esiste alcun segnale di ripresa all'orizzonte, ma anzi una situazione negativa «definitiva e strutturale» che impone scelte di «efficientamento produttivo» e rende indispensabile una ristrutturazione con riduzione del personale;
   i rappresentanti sindacali del territorio hanno definito «irricevibile» la decisione della J.P. di mettere in mobilità 400 dipendenti e «inaccettabile e intollerabile» l'intento del titolare dell'azienda «che di fatto cancella tutto quello fatto finora e fa tornare la fabbrica nella condizione di partenza e assoluta instabilità del 2012». I sindacati hanno altresì chiesto alla regione Marche di «agire nei confronti dell'imprenditore perché ritiri la procedura anche in ragione delle disponibilità pubbliche di cui J.P. già beneficia» –:
   se il Governo intenda attivarsi per fare chiarezza su quanto sta avvenendo in questa complessa vicenda riguardante la ex Merloni, nonché sulle motivazioni che ha o indotto i vertici della J.P. Industries ad avviare la procedura di mobilità per 400 suoi dipendenti;
   quali urgenti iniziative intenda adottare il Governo, anche attraverso un'azione sinergica con le regioni e le istituzioni locali interessate, al fine di salvaguardare il futuro della ex Merloni, scongiurare l'apertura della procedura di mobilità, tutelare gli interessi dei lavoratori, nonché rilanciare lo sviluppo della fascia appenninica, già fortemente penalizzata in termini di lavoro e opportunità dalla crisi economica in atto.
(2-01452) «Galgano, Monchiero».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

recessione economica

politica industriale

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