ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01406

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 642 del 27/06/2016
Firmatari
Primo firmatario: DI GIOIA LELLO
Gruppo: MISTO-MOVIMENTO PPA-MODERATI
Data firma: 27/06/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PISICCHIO PINO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 27/06/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 27/06/2016
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 27/06/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 28/06/2016
Stato iter:
08/07/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 08/07/2016
Resoconto DI GIOIA LELLO MISTO-MOVIMENTO PPA-MODERATI
 
RISPOSTA GOVERNO 08/07/2016
Resoconto BELLANOVA TERESA ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
REPLICA 08/07/2016
Resoconto DI GIOIA LELLO MISTO-MOVIMENTO PPA-MODERATI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 08/07/2016

SVOLTO IL 08/07/2016

CONCLUSO IL 08/07/2016

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01406
presentato da
DI GIOIA Lello
testo presentato
Lunedì 27 giugno 2016
modificato
Venerdì 8 luglio 2016, seduta n. 650

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, nella seduta del 1o ottobre 2015 ha approvato la relazione sulla gestione dei rifiuti radioattivi in Italia e sulle attività connesse (Doc. XXIII n.  7);
   nella seduta del 31 marzo 2016, il Senato della Repubblica ha discusso la predetta relazione e l'ha fatta propria in una risoluzione impegnando il Governo, per quanto di competenza, a intraprendere ogni iniziativa utile al fine di risolvere le questioni in essa evidenziate;
   si evidenzia che numerose questioni problematiche presenti nella relazione erano da attribuire alla conduzione delle attività di decommissioning degli impianti nucleari (ossia la disattivazione e lo smantellamento degli impianti nucleari), al pari della gestione dei relativi rifiuti radioattivi e della realizzazione e successivo esercizio del deposito nazionale, affidate alla Sogin, società per azioni a capitale interamente pubblico, costituita nel 1999 nell'ambito del processo di liberalizzazione del mercato elettrico, di cui al decreto legislativo n.  79 del 1999;
   nella suddetta relazione è stato sottolineato, tra l'altro, come, sin dal loro inizio, le operazioni di decommissioning procedano molto lentamente e la previsione della loro conclusione, con il rilascio finale dei siti, ha subìto successivi slittamenti, solo in parte giustificati dalla mancanza del deposito nazionale – originariamente programmato per il 2010 – ove trasferire i rifiuti radioattivi già esistenti all'interno dei singoli impianti e quelli generati con il loro smantellamento;
   all'allungamento dei programmi di decommissioning ha fatto inevitabilmente riscontro un aumento delle previsioni di spesa, che sono passate dai complessivi 4,35 miliardi di euro stimati nel 2006 ai 6,7 miliardi di euro stimati nel 2011, al netto dei costi della realizzazione del deposito nazionale, valutati in 1,5 miliardi di euro;
   tali costi sono tutti posti a carico dei clienti finali del sistema elettrico – senza alcun ammontare totale massimo predefinito – attraverso una specifica componente tariffaria (A2), la cui entità è periodicamente determinata dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas ed è oscillata, negli anni, intorno a un valore medio dell'ordine di un decimo di centesimo di euro per chilowattora consumato (circa 295 milioni di euro nel 2015 – Fonte Autorità Energia Elettrica Gas e Sistema Idrico);
   ogni anno, sulla base di uno specifico «sistema regolatorio» deliberato dall'Aeegsi (Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico), vengono approvati sia un preventivo dei costi annuali da sostenere, sia il relativo consuntivo di quelli effettivamente sostenuti. Nel 2013, la «commessa nucleare» affidata a Sogin impegnava circa 366 milioni di euro. Il fabbisogno 2014, inserito nel piano finanziario trasmesso all'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico a dicembre 2013, era stimato in 390 milioni di euro;
   con la stessa componente tariffaria verranno coperti anche i costi di realizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, costi stimati intorno a 1,5 miliardi di euro, oltre a una cifra fino a un miliardo di euro, diversamente finanziata, per i progetti di ricerca del «parco tecnologico» in cui il deposito stesso dovrebbe essere inserito. Il Ministro dello sviluppo economico ha anche trasmesso i dati sulla composizione dei costi relativi al deposito:
    650 milioni di euro per la localizzazione, la progettazione e la realizzazione del deposito;
    700 milioni di euro per infrastrutture interne ed esterne;
    150 milioni di euro per la realizzazione del parco tecnologico;
   i programmi generali approvati nel 2013 dai nuovi organi della Sogin presentano, rispetto alla programmazione precedente, uno slittamento del termine degli smantellamenti che va da un minimo di due a un massimo di nove anni, a seconda del sito;
   nell'agosto 2014 la Sogin ha evidenziato che alcune tra le più importanti attività di progettazione e preparazione, che si riflettono, amplificandosi, sugli anni successivi, erano nettamente in ritardo rispetto a quanto programmato e pertanto, nel mese di ottobre, le attività previste per il quadriennio sono state ulteriormente ridotte di 120 milioni di euro complessivi, con un taglio del 42 per cento per il 2015 e del 37 per cento per il 2016;
   i nuovi tagli comportano un ulteriore ritardo sulle operazioni, con un conseguente aumento della spesa complessiva, aumento valutato in 150 milioni di euro;
   nella propria deliberazione del 30 aprile 2015, l'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico evidenzia come il programma quadriennale predisposto dalla Sogin presenti un quadro peggiorativo rispetto ai programmi precedenti, sia in termini di previsione di avanzamento delle attività di smantellamento, sia in relazione all'aumento dei costi di mantenimento in sicurezza; è inoltre evidenziato come l'Autorità, nell'approvare il programma, abbia pertanto ritenuto opportuno prevedere contestualmente la definizione di nuove misure per rafforzare l'efficacia del meccanismo di premio/penalità previsto nell'ambito dei criteri di efficienza economica definiti dall'Autorità stessa;
   la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti non ha tuttavia aderito all'impostazione dell'amministratore delegato della Sogin, Casale, tendente ad attribuire a cause esterne, e non anche, se non soprattutto; a cause interne alla Sogin stessa, la lentezza del procedere delle attività e le dilatazioni dei tempi che si sono registrate nelle programmazioni via via succedutesi e che hanno tra l'altro inevitabilmente contribuito alla forte lievitazione dei costi;
   il presidente della Sogin, Giuseppe Zollino, e l'amministratore delegato, Riccardo Casale, separatamente auditi dalla commissione, hanno dato, in merito alle cause all'origine della situazione e alle possibilità di recupero dei ritardi, valutazioni divergenti;
   nell'audizione del 17 novembre 2014, l'amministratore delegato della Sogin aveva trasmesso un'immagine positiva di un'azienda coesa, che aveva corretto le cause di inefficienze derivanti da precedenti gestioni, che per il futuro aveva tracciato programmi seri e sostenibili e che attende alla loro attuazione con razionale, giustificato ottimismo;
   ha costituito un fatto inatteso per la commissione di inchiesta apprendere successivamente, e non senza qualche comprensibile disappunto, che la realtà già in atto nella Sogin era assai più complessa di quella che le era stata presentata. Infatti, in merito alla riprogrammazione, informazioni più dettagliate e ben diverse da quelle fornite alla stessa Commissione erano state date solo sei giorni prima, l'11 novembre 2014, nel corso di un'audizione innanzi alla commissione industria del Senato. In quella occasione, il dottor Casale aveva comunicato, o comunque era emerso nel dibattito, che la riprogrammazione consisteva in una riduzione delle attività di decommissioning programmate per il quadriennio 2014-2017, riduzione complessivamente pari a 250 milioni di euro;
   da parte di alcuni membri della Commissione del Senato si fece presente che quelle notizie contraddicevano sia il rendiconto semestrale della Sogin, sia quanto dichiarato pubblicamente dallo stesso dottor Casale solo poco tempo prima. In entrambi i casi era stata infatti evidenziata una rilevante accelerazione delle attività. A questa contestazione, l'amministratore delegato della Sogin rispose di avere preso atto dei gravi ritardi intervenuti solo dopo aver reso le dichiarazioni ottimistiche cui la Commissione faceva riferimento;
   il Presidente Zollino, convocato dalla commissione del Senato il successivo 19 novembre per integrare le informazioni fornite dal dottor Casale, ha indicato in criticità di gestione la principale causa dei ritardi verificatisi;
   alla luce di quanto emerso, il presidente e dodici componenti della commissione industria del Senato hanno inviato, il 22 dicembre 2014, una lettera al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, esponendo le risultanze delle audizioni e chiedendo «rapide ed incisive iniziative per assicurare alla Sogin una gestione in grado di recuperare i ritardi, altrimenti onerosi per i consumatori, e di attuare gli obiettivi industriali nei tempi previsti»;
   a seguito della lettera si sono succedute ripetute voci, riportate dai mezzi di informazione, in merito ad un possibile commissariamento della Sogin;
   di fronte a una situazione sostanzialmente diversa da quella che le era stata prospettata, la commissione di inchiesta ha nuovamente convocato il presidente e l'amministratore delegato della Sogin per due diverse audizioni che si sono svolte rispettivamente il 24 febbraio e il 18 marzo 2015;
   nel corso della sua audizione, il professor Zollino ha pienamente confermato, illustrandone i dettagli, quanto era emerso dalle audizioni innanzi alla commissione industria del Senato precisando che i ritardi che avevano portato all'ulteriore taglio erano imputabili essenzialmente a cause interne alla Sogin: «In consiglio di amministrazione sono state individuate e discusse alcune criticità di gestione che sono la causa prevalente di questi ritardi, poi ci sono anche, in misura minore, cause esogene, legate a una non precisa risposta degli organismi delle autorizzazioni in senso lato (non necessariamente Ispra, posto che a volte basta semplicemente un cambio di una normativa locale per le autorizzazioni). Una quota di questi ritardi è imputabile a ragioni che non dipendono da noi, ma la parte preponderante, come dice la delibera adottata in consiglio di amministrazione, è riconducibile a problemi di gestione tecnica e amministrativa»;
   nel corso del 2015 il consiglio di amministrazione della Sogin ha controllato l'andamento della gestione, rilevando che le attività programmate avanzavano a rilento e richiedeva all'amministratore delegato di predisporre un rapporto tabellare con l'andamento delle attività in corso;
   nel mese di ottobre 2015 veniva presentato tale documento. Esso però mostrava un andamento delle attività di smantellamento a giudizio degli interpellanti privo di una progressione logica ed apparentemente improntato alla casualità. In numerosi parti si evidenziava che le attività eseguite non corrispondessero a quelle programmate facendo sorgere il fondato dubbio che l'obiettivo di bilancio fissato per il 2015 non si potesse raggiungere;
   il 26 ottobre 2015 l'amministratore delegato rassegnava il proprio mandato ed il 28 ottobre 2015 il Governo diramava un comunicato stampa con il quale assicurava che sarebbe stata garantita quanto prima una governance adeguata alle funzioni strategiche della Sogin s.p.a. Nello stesso tempo il consiglio di amministrazione della Sogin revocava all'amministratore delegato le deleghe sulla gestione del personale e sulla struttura organizzativa, nelle more delle annunciate determinazioni del Governo;
   il 12 gennaio 2016, il Ministro dell'economia e delle finanze inviava all'amministratore delegato della Sogin, e per conoscenza al Ministro dello sviluppo economico e al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, una missiva in cui, in considerazione dell'importanza strategica della società e della necessità quindi di assicurare piena operatività alla stessa, ringraziando per il lavoro svolto, in accordo con la Presidenza del Consiglio e con il Ministero dello sviluppo economico, prendeva atto della disponibilità a rimettere il mandato. Di fronte a tale lettera però, lo stesso amministratore delegato ritornava sui propri passi e dichiarava al consiglio di amministrazione di non considerare la lettera del Ministro una dichiarazione di sfiducia e di non avere pertanto intenzione di formalizzare le proprie dimissioni, acuendo di fatto lo stato di grave crisi operativa e gestionale dell'azienda;
   nel mese di aprile 2016, il consiglio di amministrazione approvava il Bilancio consuntivo 2015, prendendo atto che delle attività pianificate per l'anno 2015, corrispondenti a costi esterni commisurati all'avanzamento del decommissioning pari a 77 milioni di euro, ne erano state effettivamente eseguite un quantitativo pari ad un valore di circa 44,5 milioni di euro (circa il 57 per cento). Ma va precisato che, oltre alle non sufficienti attività programmate, ne erano state eseguite altre non programmate per il 2015 o non previste su tutto il quadriennio 2015-18, scelte senza un preciso criterio di priorità, per ulteriori circa euro 24 milioni;
   le criticità emerse e consolidate per il 2015 sembrerebbero riconfermarsi anche per il 2016. Risulterebbe infatti che i consuntivi al 30 aprile 2016 delle attività di decommissioning, abbiano già scontato consistenti ritardi avendo raggiunto solo circa 12 milioni di euro a fronte di attività programmate per un corrispettivo di circa 100 milioni di euro per tutto il 2016;
   per effetto della progressiva riduzione annuale delle attività di decommissioning eseguite, in confronto a quelle programmate, appare assai probabile che nell'anno 2016 non si raggiungano i traguardi intermedi fissati per il 2016 dall'Autorità per l'Energia Elettrica il, Gas ed il sistema idrico e pertanto appare serio il rischio di una chiusura in perdita del bilancio della Sogin per un valore di alcuni milioni di euro;
   ciò, va detto, anche per effetto di una politica del personale attuata dall'amministratore delegato – ad avviso degli interpellanti non correlabile o addirittura sproporzionata rispetto ai risultati del decommissioning – il quale avrebbe deciso di incrementare, in poco più di due anni, di 137 unità (da 833 a 970) il personale diretto in organico, grazie ad un imponente piano di assunzioni (199 persone), a fronte di 62 cessazioni. Per completezza va detto che alle attuali 970 unità di personale diretto vanno aggiunte 57 unità di personale somministrato;
   anche il collegio sindacale della Sogin si è fatto carico delle questioni problematiche sopra descritte, segnalando ai Ministri competenti ed alla Presidenza del Consiglio le numerose criticità riscontrate nella sua azione di controllo e ribadendo più volte l'urgenza di individuare indifferibilmente un'adeguata governance per la Sogin;
   appare urgente rilanciare la Sogin per contenere i costi a carico dell'intera comunità nazionale, per porre definitivamente in sicurezza gli impianti ed i materiali derivanti dal pregresso utilizzo dell'energia nucleare pacifica, ma anche per la risoluzione del tema connesso al deposito nazionale. In tale ambito diventa ineludibile dotare la Sogin di una struttura seria, affidabile ed efficiente e di un vertice competente ed esperto, quale vera condizione di credibilità per affrontare concretamente le problematiche del decommissioning e della realizzazione del suddetto deposito nazionale;
   in tali circostanze, nell'imminenza del rinnovo dei vertici della Società in oggetto, potrebbe risultare utile e necessario, in ragione dell'importante lavoro di accertamento e di chiarezza svolto dall'attuale presidente della Sogin insieme al relativo Consiglio di Amministrazione, riconfermare in capo ai medesimi presidente e componenti del consiglio un nuovo mandato in maniera che possano completare le azioni di trasparenza e di riorganizzazione avviate azioni che – per essere realizzate – richiedono programmazione di medio-lungo periodo e un monitoraggio costante per anticipare e risolvere potenziali blocchi operativi di differente natura –:
   se siano a conoscenza delle questioni problematiche descritte in premessa, nonché delle effettive e progressive condizioni di criticità gestionale in cui versa la Sogin;
   se, nelle circostanze di ipotesi di riconferma della presidenza della Sogin indicata in premessa, non intendano adottare le necessarie iniziative e, se del caso, atti di indirizzo volti a garantire alla Sogin un'immediata ripresa delle attività operative, sia per il decommissioning sia per il deposito nazionale, allo scopo coinvolgendo nella relativa gestione l'attuale presidente per i motivi sopra richiamati.
(2-01406) «Di Gioia, Pisicchio».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

scorie radioattive

costi diretti

gestione dei rifiuti