ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01398

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 637 del 14/06/2016
Firmatari
Primo firmatario: KRONBICHLER FLORIAN
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 14/06/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SCOTTO ARTURO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 14/06/2016
MARCON GIULIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 14/06/2016
ZACCAGNINI ADRIANO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 14/06/2016
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 14/06/2016
PELLEGRINO SERENA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 01/07/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 14/06/2016
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 14/06/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 15/06/2016
Stato iter:
01/07/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 01/07/2016
Resoconto KRONBICHLER FLORIAN SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 01/07/2016
Resoconto SCALFAROTTO IVAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 01/07/2016
Resoconto KRONBICHLER FLORIAN SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IL 27/06/2016

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 01/07/2016

DISCUSSIONE IL 01/07/2016

SVOLTO IL 01/07/2016

CONCLUSO IL 01/07/2016

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01398
presentato da
KRONBICHLER Florian
testo presentato
Martedì 14 giugno 2016
modificato
Venerdì 1 luglio 2016, seduta n. 646

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   l'Accordo di libero scambio e investimento fra il Canada e la Unione europea (Comprehensive Economic and Trade Agreement – CETA) mira alla più ampia liberalizzazione nella storia dei negoziati commerciali dell'Unione europea, e per questo motivo le implicazioni politiche ed economiche sui Paesi membri della Unione europea sono enormi;
   in una risposta scritta a una interrogazione (n. 4-05993) presentata l'11 settembre 2014 dal deputato Plangger il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova ha affermato che il Governo considera il CETA un contratto di natura «mista» e non di esclusiva competenza dell'Unione europea in quanto «tratta in misura rilevante questioni di competenza mista o esclusiva degli stati membri, quali la proprietà intellettuale, i trasporti, la sicurezza sul lavoro, gli investimenti – e sosterrà tale linea nelle sedi competenti»;
   pare che la settimana scorsa il Governo italiano, rappresentato dal Ministro Calenda, in sede di Unione europea abbia sottolineato la sua posizione sulla ratifica del CETA: un accordo «non misto», che non necessita quindi di alcuna verifica da parte dei parlamenti nazionali;
   tale presa di posizione contraddice la posizione del Governo espressa nel 2014 e mira ad escludere dal processo i parlamentari nazionali;
   molti parlamentari, dopo essere entrati per la prima volta nella sala di lettura del TTIP in Italia, di cui il CETA è il naturale preludio, hanno espresso gravi preoccupazioni;
   la posizione del Governo italiano è molto distante da quella di altri Paesi, come Lussemburgo e Francia, e appare come un tentativo di esautorare il ruolo di quanti, democraticamente eletti, fanno parte del Parlamento italiano;
   vantaggi commerciali promessi ma non dimostrabili ammonterebbero a circa 5,8 miliardi di euro l'anno, con un risparmio per gli esportatori europei di 500 milioni di euro annui dovuta all'eliminazione di quasi tutti i dazi all'importazione. Sul mercato del lavoro, poi, uno studio congiunto di Unione europea-Canada ipotizza 80 mila nuovi posti di lavoro;
   i dazi sarebbero aboliti rapidamente. La maggior parte di essi sarebbero soppressi con l'entrata in vigore dell'accordo. Dopo sette anni, non vi sarebbe più alcun dazio doganale tra l'Unione europea e il Canada sui prodotti industriali;
   i dazi verrebbero aboliti in misura considerevole anche nel settore agricolo e alimentare. Quasi il 92 per cento dei prodotti agricoli e alimentari dell'Unione europea verrebbero esportati in Canada in esenzione dai dazi;
   le preoccupazioni, invece vedono l'incedere di scenari più articolati: «Con il via libera al CETA, la maggior parte delle multinazionali americane, già attive sul territorio canadese, potranno citare in giudizio nei tribunali internazionali privati le aziende europee, avvalendosi della clausola Investment court system (Ics, il sistema giudiziario arbitrale per la difesa degli investimenti), omologo dell'Isds inserito nel Ttip, che tanti Paesi Ue stanno osteggiando». Sono già 42 mila le aziende operanti nell'Unione che fanno capo a società statunitensi con filiali in Canada, con l'approvazione del Ceta queste imprese potrebbero intentare cause agli Stati per conto degli Stati Uniti senza che il Ttip sia ancora entrato in vigore, assicurano i promotori. Dopo cinque anni di negoziati, dal 2009 al 2014, per il via libera al Ceta manca solo il voto finale, e quindi la firma. In caso di approvazione entro il 2016, da parte del Consiglio e del Parlamento europeo, il Ceta potrebbe entrare in vigore all'inizio del 2017 previa approvazione dei legislatori, canadesi;
   il trattato di riforma noto come Trattato di Lisbona stabilisce che la politica commerciale dei paesi della Unione europea sia competenza esclusiva dell'Unione europea in materia di investimenti diretti esteri (articoli 207 e 208 TFUE), a condizione che l'accordo non riguardi competenze nazionali;
   i presidenti di 21 Commissioni parlamentari di Parlamenti nazionali hanno indirizzato una lettera il 25 giugno 2014 in cui si sono fatti portavoce dell'opportunità di considerare i relativi accordi (il TTIP ma anche il CETA), una volta conclusi, di natura «mista», con conseguente necessità di sottoporre il testo al processo di ratifica presso i Parlamenti di tutti gli Stati membri sulla base delle norme costituzionali vigenti in ognuno di essi;
   nella lettera viene inoltre richiesto che i parlamenti nazionali esercitino una specifica competenza su un numero maggiore di accordi di libero scambio e che abbiano un ampio accesso alle informazioni sui negoziati in corso al fine di poter meglio esprimere i loro orientamenti. A tal proposito, i 21 presidenti di Commissioni parlamentari di Parlamenti nazionali in seno alla Conferenza dei Presidenti dei parlamenti dell'Unione europea tenutasi a Roma il 20 e 21 aprile 2015, hanno espresso apprezzamento per la decisione del Consiglio di rendere pubblici i mandati negoziali e per l'impegno della Commissione europea a rendere pubblici il maggior numero di testi possibile, fornendo anche l'accesso ai testi relativi al TTIP a tutti i membri del Parlamento europeo all'interno della «sala di lettura». I Presidenti, hanno quindi invitato la Commissione europea a garantire il medesimo accesso anche ai parlamenti nazionali;
   nel mandato negoziale definito nel 2011, i Governi dell'Unione europea hanno sottolineato che il CETA non può essere considerato un accordo su cui la Commissione possa vantare competenza esclusiva. In tema di investimenti, ad esempio, soprattutto per quanto riguarda la temibile clausola ISDS, la competenza dev'essere mista, cioè prevedere la ratifica di tutti i Parlamenti degli Stati membri. Circa 42 mila aziende già operanti nell'Unione fanno capo a società statunitensi con filiali in Canada. Queste imprese potrebbero intentare cause agli Stati per conto degli Stati Uniti senza che il TTIP sia ancora entrato in vigore. Infatti, basterà semplicemente ratificare il CETA per rendere attive queste procedure;
   la discussione è già stata affrontata nei parlamenti nazionali facenti parte dell'Unione europea (Francia, Lussemburgo, Belgio/Vallonia, Paesi Bassi) che hanno recentemente approvato risoluzioni in cui chiedono che il CETA sia ratificato anche a livello nazionale;
    la eventuale scelta di non sottoporre il CETA e il TTIP al passaggio parlamentare, ad avviso degli interpellanti limita proprio le prerogative parlamentari e comprime la sovranità nazionale ben oltre quanto stabilito dal trattato di Lisbona –:
   quale sia la posizione del Governo in merito al necessario passaggio parlamentare viste le differenti posizioni assunte nel tempo dallo stesso;
   se il Governo non intenda rivendicare in sede di Unione europea il ruolo dei parlamenti nazionali a discutere e a votare il CETA;
   se il Governo non ritenga lesiva degli interessi italiani l'adozione di un contratto commerciale che metta in serio pericolo molte aziende italiane impegnate in produzioni di made in Italy di qualità;
   se non ritenga che l'ingresso in Italia di prodotti di largo consumo a basso controllo possa rappresentare un reale pericolo per la salute dei cittadini italiani;
   se non ritenga necessario rivedere più approfonditamente i termini dell'accordo, anche attraverso il passaggio parlamentare per permettere al Parlamento di non essere privato del diritto di approfondire ed esprimersi su temi tanto sensibili;
   quali iniziative intenda adottare al fine di non esporre l'Italia alle cause che le multinazionali potrebbero intentare dopo l'adozione del CETA;
   se il Governo non intenda fornire ulteriori informazioni riguardo alla decisione compreso il quadro giuridico internazionale in cui è maturata, di non consentire al Parlamento italiano di approfondire ed eventualmente ratificare i negoziati sui trattati internazionali, come il TTIP e il CETA;
   se il Governo non intenda adottare tutte le possibili iniziative al fine di rendere trasparente, democratica e partecipata la valutazione di accordi internazionali della portata del TTIP e del CETA, che avranno ricadute enormi sulla economia del Paese e della popolazione.
(2-01398) «Kronbichler, Scotto, Marcon, Zaccagnini, Gallinella, Pellegrino».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

parlamento nazionale

esportazione comunitaria

accordo commerciale