ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01348

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 609 del 19/04/2016
Firmatari
Primo firmatario: GALGANO ADRIANA
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 19/04/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SOTTANELLI GIULIO CESARE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 19/04/2016
LIBRANDI GIANFRANCO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 19/04/2016
VARGIU PIERPAOLO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 19/04/2016
BOMBASSEI ALBERTO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 19/04/2016
MONCHIERO GIOVANNI SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 19/04/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 19/04/2016
Stato iter:
29/04/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 29/04/2016
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 29/04/2016
Resoconto DEL BASSO DE CARO UMBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
 
REPLICA 29/04/2016
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 29/04/2016

SVOLTO IL 29/04/2016

CONCLUSO IL 29/04/2016

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01348
presentato da
GALGANO Adriana
testo presentato
Martedì 19 aprile 2016
modificato
Venerdì 29 aprile 2016, seduta n. 616

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   dal 1o gennaio 2016 è aumentata una delle voci che compongono il prezzo dei biglietti aerei, ossia quella delle tasse aeroportuali. Tale incremento, pari a 2,50 euro in più a passeggero, porta a quota 9 euro l'ammontare dell’«addizionale comunale sui diritti d'imbarco dei passeggeri sugli aerei» (per gli scali romani di Fiumicino e Ciampino tale addizionale è pari a 10 euro);
   il nuovo aumento che grava sul prezzo finale di ciascun volo, pur essendo un'addizionale comunale, non porterà risorse aggiuntive ai comuni aeroportuali: i proventi dell'aumento sono infatti destinati a finanziare per i prossimi tre anni (fino al 2018) il fondo speciale che garantisce ammortizzatori sociali aggiuntivi ai lavoratori del trasporto aereo (nato nel 2004 come salva-Alitalia);
   la finalità dell'incremento della tassa di imbarco, seppure generalizzato e rivolto all'intero comparto, ha assunto agli occhi dell'opinione pubblica la veste di un ingiustificato prelievo subito dai passeggeri aerei, in particolare quelli a più basso reddito e più portati a viaggiare su voli economici;
   tale incremento, che è pari a circa il 40 per cento per ciascun passeggero in partenza dall'Italia, ha destato molte polemiche, anche perché questa addizionale rappresenta solo una delle molte voci che compongono le tasse aeroportuali e rischia di penalizzare l'attrattività dell'Italia come meta turistica rispetto ad altre destinazioni sud-europee come Spagna, Portogallo o Grecia. Non a caso, il Governo spagnolo ha bloccato ogni possibile aumento delle tasse aeroportuali fino al 2022, vedendo peraltro crescere rispetto all'Italia il numero dei passeggeri dall'Inghilterra e dalla Polonia (di tre volte) e dalla Germania (di una volta e mezza);
   come avvertito da Assoaeroporti, l'associazione di categoria dei gestori aeroportuali, l'aumento «rischia di deprimere ulteriormente lo sviluppo del turismo». L'Osservatorio nazionale liberalizzazione dei trasporti (Onlit) ha annunciato un esposto all'Autorità di regolazione dei trasporti: «Una gabella che si aggiunge alle già alte tasse aeroportuali che renderà ancor meno competitivo il già inefficiente sistema aeroportuale nazionale» dice il presidente dell'Osservatorio Dario Balotta, sottolineando che le risorse finiranno a finanziare la «cassa integrazione d'oro» di alcune categorie aeroportuali;
   secondo le analisi effettuate da Iata (International air transport association), l'organizzazione che riunisce la maggior parte delle compagnie aeree, l'incremento della tassazione indiretta sui biglietti aerei genera ricadute dirette sui volumi di passeggeri e di movimenti aerei. E mentre in tutto il mondo (sempre secondo Iata) si registrerà un calo del costo dei ticket pari al 61 per cento dal 1995, l'Italia sarà l'unico Paese dove il costo dei biglietti rischia di aumentare, a causa dell'aumento fiscale e del mancato o insufficiente adeguamento dovuto al ribasso del costo dei carburanti;
   l'Associazione internazionale del trasporto aereo in una nota ufficiale, condannando l'aumento delle tasse aeroportuali deciso in Italia (scelta che secondo Iata è stata fatta senza alcun tipo di consultazione), ha rimarcato: «Questo comporta un danno alla competitività economica italiana riducendo il numero dei passeggeri di circa 755 mila unità e il prodotto interno lordo di 146 milioni di euro l'anno ma può causare una perdita di 2.300 posti di lavoro l'anno». Inoltre, ha precisato Iata, «nessuno dei proventi derivanti dalla tassa viene reinvestito in aviazione». Ha altresì aggiunto che in altri Paesi europei, come ad esempio nei Paesi Bassi e in Irlanda, al contrario la rimozione delle imposte aumenta il traffico e avvantaggia l'economia del Paese;
   i presidenti di Federconsumatori e Adusbef hanno sottolineato: «A conti fatti si tratta di un aumento complessivo di oltre 385 milioni di euro che inciderà in particolare sul costo dei biglietti low cost, raggiungendo percentuali anche del 5-10 per cento (che variano, ovviamente, a seconda dell'importo del biglietto)». «È intollerabile che, per un biglietto su una tratta interna come la Milano-Roma, con un prezzo base in classe economy, ben 67,7 per cento del costo sia riconducibile alle tasse. Se è questo il modo in cui si vuole incentivare il turismo nel nostro Paese c’è molto di cui preoccuparsi». Per contrastare questo ulteriore rincaro le associazioni stanno studiando ricorsi ed interventi di carattere legale per annullarne l'applicazione;
   a seguito dell'aumento delle tasse aeroportuali, la compagnia aerea Ryanair – che negli ultimi anni è divenuto il primo vettore in Italia con 26,1 milioni di passeggeri nel 2014, quasi 3 milioni in più di Alitalia – ha deciso di chiudere due delle sue 15 basi italiane e interrompere 16 collegamenti italiani, con la conseguente perdite di 800 mila clienti. Nello specifico, da ottobre 2016 Ryanair taglierà otto rotte ad Alghero (pari al 60 per cento), cinque a Pescara (cioè il 70 per cento) e tre a Crotone (tutte);
   la decisione della compagnia irlandese, pur temperata dal contestuale incremento di rotte internazionali da e per gli scali di Roma e di Milano, comporterà gravi conseguenze sull'occupazione (circa 600 posti di lavoro andrebbero persi, senza considerare gli effetti indiretti sull'indotto), sulla mobilità degli italiani, in primis dei residenti delle regioni colpite, e sull'attrattività economica e turistica delle città interessate al taglio dei voli;
   il direttore commerciale dell'aviolinea low cost irlandese, David O'Brien, nel corso di una conferenza stampa, durante la quale ha annunciato uno spostamento dagli aeroporti regionali agli scali di Roma e Milano e, in particolare, l'apertura di quattro nuove rotte dalla capitale, è stato molto polemico sia nei confronti del Governo italiano, che «per raccogliere pochi milioni fa sì che le regioni perdano centinaia di milioni di spesa turistica», sia di Alitalia, ricordando che le tasse aeroportuali vanno a finanziare il fondo di integrazione al reddito dei dipendenti del trasporto aereo e pertanto, in gran parte, il trattamento del personale Alitalia in esubero;
   inoltre, con l'aumento delle tasse sui passeggeri di circa il 40 per cento per finanziare il fondo per la cassa integrazione degli ex piloti Alitalia, continua il direttore commerciale di Ryanair, «quale compagnia aerea più grande in Italia, volando su 26 aeroporti e trasportando 27 milioni di clienti all'anno da e per l'Italia a Ryanair non è stata lasciata altra scelta se non quella di chiudere due delle sue 15 basi italiane (Alghero e Pescara) e spostare i suoi aeromobili, piloti ed equipaggi verso Paesi con costi più bassi per il turismo. Interromperemo anche tutti i nostri voli all'aeroporto di Crotone e saremo costretti ad effettuare ulteriori tagli alle rotte sui nostri aeroporti regionali italiani»;
   Ryanair ha messo in guardia dal danno che l'aumento di questa tassa avrà negli aeroporti regionali italiani, che perderanno non solo rotte e traffico, ma anche i visitatori che Ryanair porta in queste regioni, oltre ai posti di lavoro creati e sostenuti dal turismo. «Questo aumento della tassa – ha aggiunto O'Brien – danneggerà seriamente il turismo italiano, particolarmente negli aeroporti regionali dove la Ryanair porta milioni di visitatori ogni anno, contribuendo all'economia locale per milioni di euro attraverso turisti che spendono molto, supportando migliaia di posti di lavoro»;
   ricordando che in questo momento la disoccupazione giovanile supera il 40 per cento e «il turismo è uno dei pochi settori che può stimolare la rapida creazione di posti di lavoro per i giovani delle regioni d'Italia», O'Brien ha fatto presente che «l'Italia si è resa poco competitiva e meno attrattiva per le compagnie aeree ed i turisti e poiché sempre più clienti evitano quest'anno il Medio Oriente ed il Nord Africa per prenotare vacanze nel Mediterraneo, l'Italia consegnerà una opportunità d'oro di crescita ad altre destinazioni in Spagna, Portogallo e Grecia che hanno minori costi per il turismo»;
   il presidente dell'Osservatorio nazionale sulle liberalizzazioni nei trasporti (Onlit), Dario Balotta, pur definendo l'addizionale comunale sui diritti d'imbarco, «una tassa iniqua e ingiusta», polemizza con Ryanair: «Il suo ritiro parziale da Alghero, Crotone e Pescara è dovuto a problemi di mercato più che alla tassa aeroportuale, che si applica in tutti gli scali nazionali, compresi quelli in cui il vettore irlandese ha confermato e ampliato la sua presenza». Secondo Balotta «appare chiaro che la compagnia low cost opera voli negli scali che più la sussidiano con svariati contributi a passeggero in partenza, meglio conosciuti come co-marketing»;
   la compagnia aerea Ryanair ha annunciato tagli anche nei collegamenti da e verso l'aeroporto di Perugia. Nel dettaglio, vengono sospese le rotte da/per Cagliari e Brindisi e quelle su Barcellona-Girona e Dusseldorf-Weeze, rotte che nel 2015 avevano operato complessivamente con un load factor medio di oltre l'80 per cento;
   questa decisione causerà la riduzione drastica dei passeggeri dello scalo umbro San Francesco d'Assisi esponendo l'infrastruttura a rischio declassamento, essendo stato inserito tra gli aeroporti di interesse nazionale che per rimanere tali «devono raggiungere una quota di presenza di un piano industriale, corredato da un piano economico-finanziario, che dimostri – almeno sulla base di un triennio – il raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario anche tendenziale nonché di adeguati indici di solvibilità patrimoniale»;
   stando al bilancio approvato da Sase, la società partecipata che gestisce lo scalo umbro, nel 2015 la perdita è stata pari a 850 mila euro con una riduzione della metà rispetto al 2014. Il taglio delle rotte da parte di Ryanair e l'annuncio di Alitalia di voler eliminare i voli Perugia-Roma andranno ovviamente a ripercuotersi sul bilancio dell'aeroporto, minando la capacità di recupero della perdita e dunque le possibilità di rimanere nell'elenco degli scali di interesse nazionale;
   i tagli delle compagnie, inoltre, produrranno effetti negativi anche sull'economia dell'Umbria che rischia di diventare ancora meno attrattiva per gli investitori nazionali e internazionali. Il sistema infrastrutturale della regione, infatti, sconta una pesante mancanza di investimenti da parte delle istituzioni locali e del Governo: si pensi soltanto alle ferrovie con il raddoppio della Spoleto-Terni, che non è ancora iniziato a causa della mancanza di risorse, e quello della tratta Spoleto-Campello di appena 9 chilometri che, dopo quattordici anni, non è stato ancora completato;
   è evidente come in questo contesto la presenza e la permanenza dell'aeroporto San Francesco d'Assisi diventa condizione indispensabile per lo sviluppo economico e turistico di tutta la regione;
   alla richiesta di Ryanair all'Esecutivo italiano di eliminare questo dannoso aumento delle tasse aeroportuali, così come hanno fatto i Governi di Belgio, Irlanda e Paesi Bassi con tasse simili, proprio per salvare il turismo, il traffico aereo e i posti di lavoro, il Governo ha risposto con un'apertura facendo sapere, attraverso il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio, che sta «studiando quali misure alternative si possano adottare, alla fine del primo semestre, per ridurre l'aumento delle tasse aeroportuali». Il Ministro ha riferito: «Ho incontrato i vertici di Ryanair e EasyJet, abbiamo discusso di questo. Voglio comunque ricordare che i voli di queste compagnie low cost molto spesso godono di aiuti da parte degli aeroporti. Comunque il nostro impegno è di ridurre al minimo le tasse. Sia chiaro che, comunque, le minacce di ridurre voli e personale non sono accettabili e non aiutano certo alla soluzione del problema»;
   rispondendo in Assemblea alla Camera dei deputati all'interrogazione a risposta immediata n. 302044 del 23 febbraio 2016, il Ministro Delrio ha altresì ribadito: «Ho già avuto modo di discutere di questo con l'amministratore delegato di Ryanair ad Amsterdam e con l'amministratore delegato di EasyJet in un dibattito pubblico. Certamente, però, dobbiamo fare in modo che l'aumento delle tariffe – che peraltro è proporzionato a quelle di tutti gli altri Paesi europei, non è assolutamente sproporzionato – non deprima il mercato. Abbiamo specificato già che l'aumento non era retroattivo, non agiva retroattivamente sui biglietti già venduti, lo abbiamo specificato in maniera chiara e il nostro impegno a ricercare delle soluzioni che alimentino il fondo speciale per il trasporto aereo non attraverso l'aumento progressivo delle addizionali c’è ed è tutto in campo, specialmente in considerazione del fatto che la “legge Fornero” ha previsto che questo fondo del trasporto aereo venisse sostituito dal fondo di solidarietà, alimentato, quindi, in gran parte poi dai contributi delle imprese, come per tutti i fondi di solidarietà di questo tipo. Quindi è in atto una discussione tra il Governo, l'Inps, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e il Ministro dell'economia e delle finanze per fare partire questo nuovo fondo, che è in ritardo rispetto alle previsioni, e per aggiustare appunto l'entità dell'addizionale in esame nei termini minimi previsti, perché sappiamo che comunque l'attrattività aerea, la capacità di aumentare i passeggeri dei nostri scali, è un volano importante per l'economia. Quindi, da un lato non accettiamo l'impostazione che si va via perché aumenta di 2 euro e mezzo, perché complessivamente le tariffe non valgono solo per l'addizionale comunale, ma valgono per una serie di altre entità, quindi quella è una piccola parte di quello che si paga; dall'altro lato, però, è vero che vogliamo, come in tutte le politiche del Governo, tenere al minimo le tasse, quindi in questa fase di start-up di questo fondo si è deciso di mettere queste addizionali per le previsioni, ma verrà verificato in queste settimane, proprio da qui a giugno 2016, la possibilità di ridurre al minimo questa addizionale, usando anche tutti i risparmi e gli avanzi patrimoniali già in essere nello stesso fondo» –:
   alla luce di quanto sopra esposto, se il Governo abbia valutato o stia effettivamente valutando la possibilità di ridurre o eliminare questo dannoso aumento dell'addizionale sui diritti di imbarco per passeggero, dato che l'incremento delle tasse aeroportuali genera pesanti ricadute sul traffico aereo italiano, riducendo fortemente i volumi di passeggeri e di movimenti aerei, rende meno competitivo il sistema aeroportuale nazionale per le compagnie aeree, comporta un grave danno allo sviluppo economico italiano, nonché rischia di penalizzare l'attrattività turistica del nostro Paese rispetto ad altre destinazioni europee che invece hanno ridotto o congelato gli incrementi dei prezzi dei biglietti aerei;
   se il Governo stia ricercando delle soluzioni alternative che non alimentino il fondo speciale per il trasporto aereo attraverso l'aumento progressivo delle addizionali sui diritti di imbarco, dal momento che per garantire ammortizzatori sociali aggiuntivi ai lavoratori del trasporto aereo in esubero si rischia di compromettere ulteriori posti di lavoro.
(2-01348) «Galgano, Sottanelli, Librandi, Vargiu, Bombassei, Monchiero».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

trasporto aereo

aeroporto

impresa di trasporto