ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01337

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 605 del 11/04/2016
Firmatari
Primo firmatario: MAESTRI ANDREA
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 11/04/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 11/04/2016
ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 11/04/2016
BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 11/04/2016
BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 11/04/2016
BRIGNONE BEATRICE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 11/04/2016
MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 11/04/2016
PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 11/04/2016
SEGONI SAMUELE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 11/04/2016
TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 11/04/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 11/04/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-01337
presentato da
MAESTRI Andrea
testo di
Lunedì 11 aprile 2016, seduta n. 605

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   nell'adunanza del 23 ottobre 2014 la Corte dei conti, sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni della Stato, con deliberazione n. 16/2014/G, ha approvato la relazione concernente la destinazione e gestione dell'8 per mille dell'Irpef;
   vale la pena fare una serie di riflessioni sul punto 18, sull'istituto dell'8 per mille, «Valutazioni conclusive e raccomandazioni»:
    la destinazione del contributo è determinata solamente dai contribuenti optanti. Chi non manifesta la propria volontà, suo malgrado, è comunque coinvolto nel meccanismo dato che «Il riparto anche delle scelte non espresse avvantaggia, soprattutto, i maggiori beneficiari», risultati dalla scelta dei contribuenti optanti, che negli anni ha portato quasi a far triplicare le risorse dirette alle confessioni. «Il sistema, pertanto, risulta non del tutto rispettoso dei principi di proporzionalità, di volontarietà e di uguaglianza»;
    maggiore dovrebbe essere l'informazione per meglio far conoscere ai contribuenti il meccanismo che distribuisce i fondi delle scelte non espresse;
    nonostante l'Italia si trovi in un periodo di grave crisi economica e sociale, le risorse alle confessioni continuano ad aumentare, avendo superato il miliardo di euro annuo e «si è assistito al sovrapporsi delle assegnazioni previste dal diritto pattizio con quelle – che raggiungono cifre, in taluni casi, ancora più consistenti – di diritto comune». Questo aumento non dovrebbe più giustificare il meccanismo finanziario dell'8 per mille voluto dallo Stato italiano che ha «contribuito ad un rafforzamento economico senza precedenti della Chiesa italiana». Sarebbe opportuna una rinegoziazione del sistema di finanziamento a favore delle confessioni, come già auspicato dalla Commissione paritetica Italia-Cei del 9 febbraio 1996;
    da allora, la parte governativa non ha mai riproposta tale revisione, nonostante l'ulteriore aumento delle risorse dirette alle confessioni;
    ai fini della trasparenza e di un controllo dei contribuenti per una loro scelta consapevole, sarebbe opportuno che sul sito web della Presidenza del Consiglio dei ministri comparissero sia le attribuzioni annuali alle varie confessioni, sia la destinazione dei contributi ricevuti che attualmente non risultano. Il quadro completo dei finanziamenti, forniti dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, dal Ministero dell'economia e delle finanze e dall'Agenzia delle entrate, per un principio trasparenza nei confronti del Parlamento e dei contribuenti, dovrebbe essere di immediata e facile disponibilità;
    l'assenza di una legge sulla libertà religiosa, idonea a garantire, per tutte le confessioni, contributi economici, impedisce l'accesso all'8 per mille per molte confessioni che oggi non possono esserne destinatarie; sarebbe opportuno distribuire le risorse di cui all'8 per mille dell'Irpef in modo più equo;
    sorprende la totale assenza di campagne pubblicitarie sulle attività a cui lo Stato indirizza le risorse derivanti dalle scelte a suo favore, tanto da far diminuire negli anni il numero degli optanti che scelgono di destinare l'8 per mille allo Stato;
    sin dai primi anni dell'introduzione dell'istituto, la decurtazione della quota statale dell'8 per mille, in contrasto con le scelte dei contribuenti, è stata dirottata su altre finalità, spesso a scopi legati alle confessioni, nonostante i contributi degli optanti per le confessioni siano molto più consistenti di quelli statali. Inoltre, il residuo della quota statale è stato utilizzato, prevalentemente, erogando a pioggia finanziamenti per attività secondarie di enti spesso privati, con una selezione non sempre trasparente; «per garantire la piena esecuzione della volontà e della libera scelta di tutti, la decurtazione della quota dell'8 per mille di competenza statale va eliminata», perché, oltre a non rispettare la volontà e la buona fede dei contribuenti, infrange il principio di uguaglianza, penalizzando gli optanti che scelgono lo Stato e rispettando invece quelli che scelgono le confessioni;
   la Corte dei conti, con la deliberazione n. 16/2014/G ha disposto che: «le amministrazioni interessate comunichino alla Corte e al Parlamento, entro sei mesi dalla data di ricevimento della presente relazione, le misure consequenziali adottate, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge n. 20/1994, come modificato dall'articolo 1, comma 172, della legge n. 266/2005, comunicando, inoltre, alla Presidenza della Corte, entro trenta giorni dalla ricezione della presente relazione, un provvedimento motivato, ai sensi dell'articolo 3, comma 64, della legge n. 244/2007, ove ritengano di non ottemperare ai rilievi formulati»;
   il 14 marzo 2016 l'Istat ha presentato i dati del «Rapporto sulla povertà in Italia»: un milione e 470 mila famiglie residenti in Italia vivono in condizioni di povertà assoluta, su un totale di 4 milioni e 102 mila persone povere, pari al 6,8 per cento dell'intera popolazione del Paese;
   il rapporto di Action Aid, «L'Italia e la lotta alla povertà del mondo», stima che in Italia per intervenire sui 4 milioni di poveri sarebbero necessari 7 miliardi di euro. Per il 2016 sono previsti invece solo 600 milioni di euro per la lotta alla povertà;
   l'Uaar (Unione atei e agnostici realistici) ha deciso di dar vita a una piattaforma pubblica e facilmente consultabile on line sui costi della Chiesa per lo Stato italiano: l'obiettivo è di presentare una stima di massima che sia la più attendibile e accurata possibile, che cita le fonti e utilizza metodologie trasparenti. Nella tabella riepilogativa, aggiornata al 23 novembre 2015, oltre alle assegnazioni provenienti dall'8 per mille, pari a 995.462.000 milioni di euro (il 60 per cento proveniente da scelte non espresse) vengono elencati i capitoli di spesa a favore della Chiesa Cattolica, provenienti dallo Stato, dalle regioni, dalle province, dai comuni, dagli enti pubblici, dalle società a partecipazione pubblica (agevolazioni, esenzioni, contributi, riduzioni, servizi, finanziamenti, sconti, stipendi, benefici, e altro), il cui totale approssimativo ammonterebbe a oltre 6 miliardi di euro soltanto per l'anno 2015 –:
   se il Governo sia a conoscenza di quanto illustrato in premessa e se intenda chiarire quali siano i motivi che fino ad oggi hanno impedito di attenersi a quanto indicato dalle disposizioni della delibera n. 16/2014/G della Corte dei conti;
   se non ritenga urgente, data la situazione di grave crisi sociale che attanaglia ormai da anni l'Italia, assumere le iniziative di competenza per una revisione del sistema di sostegno alla Chiesa Cattolica attraverso l'istituto dell'8 per mille, così come auspicato dalla Commissione paritetica Italia-Cei del 9 febbraio 1996, per recuperare risorse da destinare alla lotta alla povertà nel nostro Paese.
(2-01337) «Andrea Maestri, Civati, Artini, Baldassarre, Bechis, Brignone, Matarrelli, Pastorino, Segoni, Turco».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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