ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01114

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 501 del 13/10/2015
Firmatari
Primo firmatario: SORIAL GIRGIS GIORGIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 13/10/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE 13/10/2015
CASO VINCENZO MOVIMENTO 5 STELLE 13/10/2015
BRUGNEROTTO MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 13/10/2015
CARIELLO FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 13/10/2015
D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE 13/10/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO PER LA SEMPLIFICAZIONE E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 13/10/2015
Stato iter:
16/10/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 16/10/2015
Resoconto CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 16/10/2015
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 16/10/2015
Resoconto CASTELLI LAURA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 16/10/2015

SVOLTO IL 16/10/2015

CONCLUSO IL 16/10/2015

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01114
presentato da
SORIAL Girgis Giorgio
testo presentato
Martedì 13 ottobre 2015
modificato
Venerdì 16 ottobre 2015, seduta n. 504

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, per sapere – premesso che:
   il patto di stabilità interno, voluto per far fronte all'esigenza di convergenza delle economie degli Stati membri dell'Unione europea, ha creato non poche difficoltà agli enti locali che si sono ritrovati negli anni in serie difficoltà economico/finanziarie per rispettare il patto;
   il Governo ha emanato il decreto-legge n. 35 del 2013, considerata la straordinaria necessità ed urgenza di intervenire in materia di pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione, nonché la straordinaria necessità ed urgenza di adottare misure in materia di patto di stabilità interno, con interventi finalizzati a garantire l'equilibrio finanziario degli enti territoriali;
   a un anno e mezzo dalla promessa non mantenuta, fatta pubblicamente dal Premier Matteo Renzi di pagare i 75 miliardi di euro di debiti (fonte Banca di Italia) che la pubblica amministrazione aveva contratto fino al 2013, non è stato ancora portato a termine il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, poiché un terzo delle spese arretrate deve ancora essere saldato: secondo quanto riportato dal sito del Ministero dell'economia e delle finanze, che l'11 agosto 2015 ha inserito i dati nella sezione dedicata del sito che non veniva aggiornata da gennaio 2015, solo 38,6 miliardi di euro su quasi 57 miliardi di euro stanziati, sono stati girati alle aziende, a cui ora vanno aggiunti i 2,9 miliardi di euro previsti dal cosiddetto decreto enti locali; regioni e province autonome, a cui gli Esecutivi che si sono succeduti hanno destinato in teoria 33,1 miliardi di euro perché saldassero le proprie fatture, in realtà se ne sono visti versare 27,2 miliardi e a loro volta ne hanno girati alle aziende solo 23,3 miliardi di euro;
   anche il piano del Governo per velocizzare i nuovi pagamenti non sembra funzionare come dovrebbe visto che gli enti pubblici continuano a pagare in ritardo e a non fornire i dati;
   secondo una serie di studi e analisi del centro studi «Impresa Lavoro» poiché «tali beni e servizi vengono forniti di continuo alla Pa, si è ricostituito nel 2014 uno stock di debito commerciale di 70 miliardi di euro (fonte Bankitalia). Quest'anno il trend è rimasto sostanzialmente inalterato, con un debito che attualmente viene stimato in circa 67 miliardi. Fino a quando non si interverrà in maniera strutturale sui tempi di pagamento, il problema resterà quindi insoluto costando alle imprese creditrici più di 6 miliardi di euro all'anno in anticipazioni bancarie»;
   il mancato pagamento delle pubbliche amministrazioni rappresenta una delle grandi cancrene del sistema economico-finanziario italiano, poiché pregiudica la reale uscita dalla crisi e mette quotidianamente a rischio la vita stessa di migliaia di imprese;
   anche i nuovi pagamenti vanno a rilento e visto che ogni mese la pubblica amministrazione compra beni e servizi per circa 12 miliardi di euro, mentre le vecchie fatture vengono smaltite a rilento, se ne accumulano sempre di nuove a causa dei tempi di pagamento che nel 2014, secondo lo European Payment Report 2015, si sono attestati in media a 144 giorni contro i 24 giorni della Germania, costando all'Italia una procedura di infrazione visto che una direttiva europea recepita già nel 2012 fissa il limite a 30 giorni;
   uno dei motivi del ritardo è anche la procedura introdotta con il decreto-legge n. 66 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 89 del 2014, per consentire alle aziende di cedere il proprio credito a una banca o a un intermediario finanziario, che si fanno carico della riscossione, che si è rivelata molto complessa e macchinosa, tanto da aver addirittura scoraggiato molti creditori: tra l'aprile e il dicembre 2014 sono state presentate solo 91 mila istanze per un controvalore di 9,8 miliardi di euro, nemmeno un quarto rispetto ai debiti complessivi;
   il Governo Renzi aveva promesso di intervenire per tagliare i tempi di pagamento attraverso la «fatturazione elettronica a 60 giorni», come garantiva il Premier via twitter il 28 marzo 2014, in vista dell'entrata in vigore dell'obbligo, per le imprese, di emettere le fatture nei confronti di Ministeri, agenzie fiscali ed enti di previdenza attraverso una piattaforma informatica, ma l'obiettivo non è stato a tutt'oggi raggiunto;
   il decreto-legge n. 35 del 2013, all'articolo 1, comma 10, relativamente ai pagamenti dei debiti degli enti locali, stabilisce nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, la costituzione di un fondo denominato «Fondo per assicurare la liquidità per pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili», con una dotazione di «9.327.993.719 euro per il 2013 e di 14.527.993.719 euro per il 2014»;
   al comma 13 il decreto stabilisce che gli enti locali che non possono far fronte ai pagamenti dei debiti certi liquidi ed esigibili maturati alla data del 31 dicembre 2012, in deroga agli articoli 42, 203 e 204 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, chiedano alla Cassa depositi e prestiti, secondo le modalità stabilite nell’addendum di cui al comma 11, entro il 30 aprile 2013 l'anticipazione di liquidità da destinare ai predetti pagamenti. Essa va restituita, con piano di ammortamento a rate costanti, comprensive di quota capitale e quota interessi, con durata fino a un massimo di 30 anni;
   data la poca chiarezza dell'enunciato del decreto-legge n. 35 del 2013, si è creato un problema di scritture contabili; infatti, alcune amministrazioni hanno registrato i pagamenti come concessione di mutuo e non come anticipazione di cassa creando una variazione di saldi finanziari e un conseguente buco al patto di stabilità che potrebbe superare i 20 miliardi di euro;
   in particolare, le risorse dell'anticipazione dovevano essere gestite diversamente in bilancio non potendo queste aumentare la capacità di spesa delle pubbliche amministrazioni beneficiarie, altrimenti si violano gli articoli 81 e 119 della Costituzione;
   il decreto-legge n. 35 del 2013 non è stato applicato nella maniera giusta da molti enti locali, tanto che la Corte costituzionale in data 23 giugno nella sentenza n. 181 ha stabilito, senza appello, l'illegittimità costituzionale delle modalità di contabilizzazione dell'anticipazione di liquidità operata dalla regione Piemonte, prevista dal decreto-legge n. 35 del 2013 (Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti locali);
   le disponibilità finanziarie concesse dal decreto-legge n. 35 del 2013 dovevano essere usate esclusivamente per pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili maturati alla data del 31 dicembre 2012, ovvero dei debiti per i quali sia stata emessa fattura o richiesta equivalente di pagamento entro il predetto termine a causa di carenza di liquidità, e non certo per nuove spese o altre coperture di disavanzi di amministrazione –:
   se il Governo non intenda fare luce sulle ragioni del ritardo dei pagamenti della pubblica amministrazione, che pesa in maniera molto grave sull'economia italiana, e in che modo intenda attivarsi per rendere possibile lo sblocco immediato e totale dei debiti in questione, assicurato a più riprese dallo stesso Presidente del Consiglio dei ministri, anche assumendo iniziative volte a intervenire sulla carente procedura introdotta con il decreto-legge n. 66 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 89 del 2014, di cui in premessa, per garantire alle imprese ciò che spetta loro di diritto nel rispetto del lavoro e di tutti i loro sacrifici in un momento di difficoltà come quello che il tessuto produttivo del nostro Paese sta attraversando;
   quali iniziative intenda intraprendere il Governo per risolvere il problema che si è venuto a creare riguardo al patto di stabilità, causato da una normativa scritta con poca chiarezza e molte lacune sotto il profilo contabile, senza mettere a repentaglio i servizi al cittadino.
(2-01114) «Sorial, Castelli, Caso, Brugnerotto, Cariello, D'Incà».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

debito

convergenza economica

direttiva comunitaria