ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01107

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 497 del 07/10/2015
Firmatari
Primo firmatario: CECCONI ANDREA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 07/10/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE 07/10/2015
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 07/10/2015
COZZOLINO EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 07/10/2015
D'AMBROSIO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 07/10/2015
DIENI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 07/10/2015
TONINELLI DANILO MOVIMENTO 5 STELLE 07/10/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 07/10/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-01107
presentato da
CECCONI Andrea
testo di
Mercoledì 7 ottobre 2015, seduta n. 497

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   l'esercizio associato delle funzioni comunali vive una fase di transizione infinita a decorrere dalla legge n. 142 del 1990, passando per la legge n. 265 del 1999, la legge n. 42 del 2009, la legge n. 122 del 2010, la legge n. 148 del 2011, la legge n. 135 del 2012, la legge n. 56 del 2014 (cosiddetta «Delrio»), nonché attraverso il decreto legge n. 192 del 2014 che ha ulteriormente prorogato (per la quinta volta) al 31 dicembre 2015 l'unione obbligatoria dei piccoli comuni per l'esercizio delle funzioni fondamentali;
   l'ulteriore proroga risulta essere stata richiesta dalle amministrazioni locali, motivata dalle innumerevoli difficoltà derivanti dall'adeguamento alla normativa vigente;
   all'esercizio associato delle funzioni fondamentali corrisponderebbero, per i Governi che lo hanno di volta in volta disposto e modificato, risparmi di spesa per la finanza pubblica ed efficienza;
   ad oggi, risulta agli interpellanti che ciò sia un assunto privo di riscontro effettivo, dato che (anche) la Corte dei conti, nella sua relazione sulla gestione degli enti territoriali, dichiara che le unioni di comuni non garantiscono risparmi, anzi, nella maggior parte dei casi fanno crescere la spesa e ritiene «poco efficace questo metodo di razionalizzazione della spesa, in quanto nelle organizzazioni esistenti c’è un alto livello di rigidità che non consente di far registrare risparmio modulando le risorse utilizzate»; la Corte dei conti, in particolare, ha esaminato l'andamento di tre aggregati molto significativi di spesa corrente (personale, acquisto di beni e prestazioni di servizi), riscontrando come i risparmi auspicati rappresentino ancora dei «fenomeni discontinui e parziali e, soprattutto, apprezzabili solo confrontando l'anno di istituzione delle unioni con l'anno successivo, mentre praticamente nulle – almeno dai risultati di queste prime analisi sperimentali su gruppi di enti di numero limitato – se osservate prendendo come riferimento le gestioni singole antecedenti» –:
   quali siano, ad oggi, a ridosso della scadenza del termine, le risultanze in termini di adeguamento all'obbligo di costituirsi in unione da parte dei comuni interessati e quali risparmi si siano prodotti o si attendano.
(2-01107) «Cecconi, Dadone, Nuti, Cozzolino, D'Ambrosio, Dieni, Toninelli».