ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01105

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 496 del 06/10/2015
Firmatari
Primo firmatario: SCOTTO ARTURO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 06/10/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COSTANTINO CELESTE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 06/10/2015
FRATOIANNI NICOLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 06/10/2015
RICCIATTI LARA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 06/10/2015
MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 06/10/2015
KRONBICHLER FLORIAN SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 06/10/2015
BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/10/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 06/10/2015
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 07/10/2015
Stato iter:
16/10/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 16/10/2015
Resoconto BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 16/10/2015
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 16/10/2015
Resoconto BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 15/10/2015

DISCUSSIONE IL 16/10/2015

SVOLTO IL 16/10/2015

CONCLUSO IL 16/10/2015

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01105
presentato da
SCOTTO Arturo
testo presentato
Martedì 6 ottobre 2015
modificato
Venerdì 16 ottobre 2015, seduta n. 504

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:
   in base al decreto legislativo n. 215 del 2003, la funzione dell'Unar, Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, istituito presso il dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, è quella di «svolgere, in modo autonomo e imparziale, attività di promozione della parità e di rimozione di qualsiasi forma di discriminazione fondata sulla razza o sull'origine etnica» anche in un'ottica che tenga conto delle forme di razzismo a carattere culturale e religioso;
   l'istituzione del suddetto organismo è avvenuta in attuazione della direttiva europea cosiddetta anti discriminazioni 2000/43/CE la quale, prescrivendo agli Stati membri l'istituzione di un organismo per la promozione della parità di trattamento di tutte le persone senza discriminazioni fondate sulla razza o l'origine etnica, ha espressamente prescritto requisiti di indipendenza ed autonomia delle relative funzioni;
   le istituzioni internazionali ed europee che operano nel campo dei diritti umani hanno invitato più volte il Governo a tenere in considerazione i forti rischi di razzismo e intolleranza che derivano dal crescente fenomeno del cosiddetto «hate speech» e dei discorsi dell'odio; fra le altre, la Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza (Ecri) del Consiglio d'Europa, ricevuta in delegazione a settembre 2015 dal Governo italiano, già nel periodico rapporto all'Italia del 2012 aveva invitato il nostro Paese ad adottare provvedimenti efficaci per «combattere l'uso di discorsi xenofobi da parte dei partiti politici o dei loro esponenti o di discorsi che costituiscono un incitamento all'odio razziale»;
   l'Unar ha istruito nel 2015, come da prassi, alcuni casi segnalati anche da diverse associazioni impegnate nella tutela dei diritti umani che denunciavano i contenuti di carattere razzista e xenofobo di diverse affermazioni o interviste rilasciate dall'onorevole Meloni, leader della formazione di destra Fratelli di Italia;
   su uno dei casi istruiti dall'Unar la parlamentare ha creato un vero caso politico con grande clamore sui media per aver lamentato la violazione della propria libertà di espressione e delle proprie prerogative parlamentari;
   il Governo, anziché censurare i discorsi dell'odio, razzisti e xenofobi, ha aperto un procedimento disciplinare nei confronti del direttore dell'Unar per la nota inviata alla citata parlamentare in data 30 luglio 2015;
   il citato dirigente risulta ad oggi senza incarico, non essendo stato confermato nella titolarità dell'ufficio al pari di altri dirigenti della Presidenza del Consiglio dei ministri che, di recente, a dispetto di ogni possibile rotazione degli uffici, hanno avuto, alla scadenza del mandato, la conferma nei propri incarichi dirigenziali, come risulta dal sito internet del Governo alla sezione trasparenza;
   già in precedenza lo stesso direttore era stato oggetto di forti critiche da parte di alcune forze politiche per l'impegno profuso nell'attuazione della Strategia nazionale Lgbt 2013-2015, approvata con decreto del Governo, motivo per il quale è stato definito un direttore «scomodo» da alcuni noti editorialisti come Chiara Saraceno nelle colonne di la Repubblica del 18 settembre 2015;
   a parere degli interpellanti il citato caso politico sollevato dall'onorevole Meloni ha riaperto le polemiche nei confronti della funzione di lotta alle discriminazioni svolta dall'Unar e ha determinato l'apertura di una preoccupante fase di stallo per le attività dell'ufficio, privo tuttora del direttore e ridotto di quindici unità di personale esperto;
   questa fase di stallo, come paventato anche da molte associazioni che hanno manifestato solidarietà e sostegno all'Unar, sta determinando la paralisi di alcune attività dell'Unar di rilievo fondamentale per la lotta alle discriminazioni, finanziate in gran parte da fondi europei allo stato inutilizzati per gli anni 2014-2015: in particolare, le progettualità a valere sul nuovo ciclo di programmazione 2014-2020 e sul piano nazionale di inclusione sociale che risultano ancora da avviare, con l'accumulo di un grande ritardo anche a seguito del mancato rinnovo di quindici unità di personale che ha determinato un forte depotenziamento dell'ufficio sul versante dei fondi europei; la mancata adesione al nuovo programma del Consiglio di Europa che permetterebbe la prosecuzione della strategia nazionale Lgbt 2013-2015 per i prossimi anni; la pubblicazione del portale Lgbt è molto atteso da tutto il terzo settore che ha collaborato all'attuazione della citata Strategia Lgbt –:
   quali iniziative il Governo intenda mettere in atto per assicurare la necessaria autonomia dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali richiesta dalla normativa europea e la sua piena operatività su tutti i fattori della discriminazione;
   quali iniziative si stiano programmando per prevenire i pericoli connessi al dilagare del cosiddetto «hate speech» anche nel linguaggio politico e nel discorso pubblico;
   quali siano le ragioni per cui il Governo, anziché censurare i discorsi di odio razzisti e xenofobi, ha aperto, paradossalmente, un procedimento disciplinare nei confronti del direttore dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali che ad oggi risulta in una posizione di disparità rispetto ad altri colleghi e senza incarico, sebbene pagato dalla stessa Presidenza del consiglio dei ministri;
   se la spropositata reazione nei confronti dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali non costituisca un ennesimo arretramento sul versante della tutela dei diritti Lgbt come testimoniano la forte reazione dell'associazionismo Lgbt sul caso Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali ed il mancato rinnovo degli impegni del Governo in materia;
   quali siano le ragioni per cui il Governo non risulta aver risposto all'invito rivoltogli, da mesi, dal Consiglio d'Europa per l'adesione al nuovo programma che consente la prosecuzione della citata Strategia Lgbt 2013-2015;
   quali siano le ragioni per cui non sono state avviate le attività previste dagli obiettivi tematici 9.5 e 2.3 dell'accordo di partenariato, in materia di antidiscriminazione, per il nuovo ciclo di programmazione dei fondi europei 2014-2020, allo stato del tutto inutilizzati per gli anni 2014 e 2015;
   se vi siano delle ragioni specifiche che stanno portando al depotenziamento reale dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali che, dopo la pubblicazione del bando, risulta ancora privo di una direzione e ridotto di quindici unità di personale esperto;
   attesa la centralità del settore dell'educazione, quali siano le motivazioni per cui non si è dato compimento alle attività di formazione dei docenti previste dalla citata strategia in materia di lotta all'omofobia, né alle consuete iniziative annuali della VI settimana di azione contro la discriminazione nelle scuole, previste nel mese di ottobre dal protocollo siglato il 30 gennaio 2013 con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
(2-01105) «Scotto, Costantino, Fratoianni, Ricciatti, Melilla, Kronbichler, Franco Bordo».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

lotta contro la discriminazione

xenofobia

diritti umani