ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01083

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 483 del 16/09/2015
Firmatari
Primo firmatario: MELILLA GIANNI
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 16/09/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 16/09/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-01083
presentato da
MELILLA Gianni
testo di
Mercoledì 16 settembre 2015, seduta n. 483

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
   la gestione dei beni confiscati alla mafia è diventata di recente un caso giudiziario coinvolgendo il presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo; infatti, il giudice Silvana Saguto è sotto inchiesta per corruzione, induzione alla corruzione e abuso d'ufficio;
   con lei sarebbero indagati anche l'avvocato Gaetano Cappellano Seminara, titolare di uno studio a cui è affidata la gestione di diverse aziende confiscate, e il marito del giudice, l'ingegnere Lorenzo Caramma, che in passato avrebbe avuto rapporti di consulenza con il legale, ma quando il giudice Saguto non era ancora presidente della sezione del tribunale che decreta le confische;
   la procura di Caltanissetta, con una nota ufficiale, ha comunicato l'avvio dell'inchiesta per corruzione «allo scopo di evitare il diffondersi di notizie inesatte»;
   negli ultimi giorni l'inchiesta si è allargata coinvolgendo nelle indagini anche altri tre giudici: Tommaso Virga ex componente della sezione disciplinare del Csm – oggi presidente di sezione – indagato per induzione alla concussione; Dario Scaletta facente parte della direzione distrettuale antimafia è indagato per rivelazione di notizie riservate; Lorenzo Chiaromonte collega del giudice Saguto, è indagato per abuso d'ufficio;
   l'inchiesta è scaturita da denunce pubbliche su un giro di affidamenti dei beni a pochi professionisti che ne avrebbero ricavato «parcelle d'oro»: questo aveva denunciato nel gennaio 2014 il prefetto Giuseppe Caruso, a quel tempo direttore dell'Agenzia dei beni confiscati, che gestisce un patrimonio di circa 30 miliardi di euro con beni distribuiti in tutta Italia; solo il 43 per cento di questo immenso patrimonio si trova in Sicilia in gran parte concentrato in provincia di Palermo;
   la sezione presieduta dal giudice Saguto, che ha difeso «senza ombra di dubbi» la correttezza del suo lavoro, si è trovata al centro di una durissima polemica quando il prefetto Caruso ha sollevato, anche davanti alla Commissione antimafia, dubbi pesanti sull'affidamento degli incarichi di gestione;
   il prefetto Caruso aveva citato soprattutto il caso della «Immobiliare Strasburgo» confiscata al costruttore Vincenzo Piazza che da diversi anni era gestita dall'avvocato Gaetano Cappellano Seminara; secondo l’ex direttore dell'Agenzia, il legale aveva percepito una «parcella d'oro» di 7 milioni di euro come amministratore giudiziario, altri 150 mila euro li aveva incassati come presidente del consiglio di amministrazione; per questo, aveva spiegato ai parlamentari della Commissione, aveva deciso una rotazione di amministratori;
   l'avvocato Cappellano Seminara aveva replicato ricordando che si occupava di confische da 28 anni, con uno studio di 35 professionisti e quanto ai compensi «una cosa – aveva detto – è gestire l'amministrazione dinamica di un'impresa, altra cosa è liquidarla secondo le nuove direttive dell'Agenzia»;
   anche il giudice Silvana Saguto era stata ascoltata dalla Commissione davanti alla quale aveva assicurato che la gestione dei beni confiscati a Palermo era improntata alla massima correttezza; la presidente Rosy Bindi alla fine aveva ritenuto che non ci fossero elementi tali da «inficiare condotte delle singole persone»;
   pare che, sulla scia delle polemiche avviate da Caruso, altre denunce siano arrivate alla procura di Palermo e da questa dirottate a quella di Caltanissetta, competente nei casi in cui siano coinvolti magistrati del distretto di Palermo;
   don Luigi Ciotti, presidente dell'associazione Libera e promotore del progetto per l'istituzione di un albo per gli amministratori ha commentato: «Da tempo Libera insiste sulla necessità di rinnovare e ripensare l'antimafia per ripulirla dalle zone d'ombra» –:
   se il Ministro interrogato, non intenda avviare iniziative ispettive, ai fini dell'eventuale esercizio di tutti i poteri di competenza.
(2-01083) «Melilla».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sequestro di beni

giudice

commissione parlamentare