ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01018

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 451 del 30/06/2015
Firmatari
Primo firmatario: CIVATI GIUSEPPE
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 30/06/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PASTORINO LUCA MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 30/06/2015
BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 30/06/2015
BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA 30/06/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'INTERNO 30/06/2015
MINISTERO DELL'INTERNO 30/06/2015
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 06/08/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-01018
presentato da
CIVATI Giuseppe
testo di
Martedì 30 giugno 2015, seduta n. 451

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
   la direzione nazionale antimafia (DNA), nella propria relazione annuale riferita al periodo 1o luglio 2013 — 30 giugno 2014, sostiene che il dato sui sequestri di cannabis evidenzi un picco, «dimostrativo della sempre più capillare diffusione di questo stupefacente», corrispondente a «una massa circolante di cannabinoidi decisamente in aumento», stimata in «un mercato che vende, approssimativamente, fra 1,5 e 3 milioni di kg all'anno di cannabis, quantità che soddisfa una domanda di mercato di dimensioni gigantesche», che consentirebbe «a ciascun cittadino italiano (compresi vecchi e bambini) un consumo di circa 25/50 grammi pro-capite (pari a circa 100/200 dosi) all'anno»;
   alla luce di ciò, la direzione nazionale antimafia ritiene di dover, «senza alcun pregiudizio ideologico, proibizionista o anti-proibizionista che sia, [...] evidenziare a chi di dovere, che, oggettivamente, e nonostante e massimo sforzo profuso dal sistema nel contrasto alla diffusione dei cannabinoidi, si deve registrare il totale fallimento dell'azione repressiva (rectius: degli effetti di quest'ultima sulla diffusione dello stupefacente in questione)»;
   la direzione nazionale antimafia segnala perciò, nell'ambito specifico delle cosiddette «droghe leggere», «l'affermarsi di un fenomeno oramai endemico, capillare e sviluppato ovunque, non dissimile, quanto a radicamento e diffusione sociale, a quello del consumo di sostanze lecite (ma, il cui abuso può del pari essere nocivo) quali tabacco ed alcool»;
   la direzione nazionale antimafia, evidenziando «l'oggettiva inadeguatezza di ogni sforzo repressivo», rivolge quindi un appello al legislatore, chiedendo ad esso di «valutare se, in un contesto di più ampio respiro [...] sia opportuna una depenalizzazione della materia, tenendo conto del fatto che, nel bilanciamento di contrapposti interessi, si dovranno tenere presenti, da una parte, le modalità e le misure concretamente (e non astrattamente) più idonee a garantire, anche in questo ambito, il diritto alla salute dei cittadini (specie dei minori) e, dall'altra, le ricadute che la depenalizzazione avrebbe in termini di deflazione del carico giudiziario, di liberazione di risorse disponibili delle forze dell'ordine e magistratura per il contrasto di altri fenomeni criminali e, infine, di prosciugamento di un mercato che, almeno in parte, è di appannaggio di associazioni criminali agguerrite»;
   la direzione nazionale antimafia sostiene inoltre che, nonostante gli sforzi e i risultati ottenuti nella lotta al narcotraffico, esso «non solo è ben lontano dall'avere imboccato una parabola discendente, ma appare più vivo ed aggressivo di prima, con le nefaste conseguenze che ciò determina sulla economia legale»;
   la direzione nazionale antimafia, nella già citata relazione, sostiene che «le attuali (e dispendiosissime) strategie anti-droga, anziché aggredire il cuore pulsante del descritto sistema illegale (vale a dire il suo cuore finanziario) di fatto, continuano ad essere un meccanismo di limitazione del danno in cui si ha la netta sensazione che si tagli una coda di una lucertola che si riproduce immancabilmente»;
   per quel che riguarda le dimensioni economiche del fenomeno, come sostenuto da Rossi e Caserta (Paolo Caserta, Carla Rossi, «Corruzione, competitività e mercato della droga. Un'analisi quantitativa»), la maggior parte dei proventi illegali delle organizzazioni criminali con base in Italia proviene dal mercato delle droghe illegali. Secondo stime prodotte dall'Associazione SOS impresa — citate da Rossi e Caserta — i proventi del traffico di droga in Italia «sono stimati in 60 miliardi di euro nel 2009 [3.9 per cento del PIL]. Stime più prudenti forniscono una stima globale dei proventi nel 2010 pari a circa 24 miliardi di euro [1.5 per cento del PIL]». Sempre Rossi e Caserta ritengono che il livello di corruzione sia influenzato dalle dimensioni dei proventi dell'economia illegale «che, in molti paesi, provengono principalmente dal traffico di droghe e vengono re-investiti in attività economiche legali e illegali, ma anche utilizzati per la corruzione, come [...] per il caso Italia»;
   secondo il report «Marijuana Regulation in Colorado After Six Months of Retail Sales and 18 Months of Decriminalization» prodotto dalla Drug Policy Alliance, è passato troppo poco tempo per fare qualsiasi valutazione definitiva riguardante i trend sociali successivi alla regolazione di coltivazione, produzione e vendita di cannabis e derivati nello stato del Colorado, avvenuta nel novembre 2012, ma possono essere documentati fenomeni successivi all'apertura dei primi negozi di vendita al dettaglio, nel gennaio 2014:
    in accordo con i dati prodotti dalla FBI, i crimini avvenuti nella città di Denver, rispetto al 2013, sono diminuiti del 10,1 per cento, mentre i crimini violenti sono diminuiti del 5,2 per cento;
    in accordo con il dipartimento delle entrate del Colorado, i primi quattro mesi dalla regolamentazione della vendita della cannabis e derivati hanno generato un gettito fiscale pari a 10,8 milioni di dollari (da sottolineare che il Colorado conta circa cinque milioni di abitanti);
    in accordo con il Colorado Center on Law and Policy, lo stato del Colorado può risparmiare una cifra compresa tra i 12 e i 40 milioni all'anno attraverso l'eliminazione delle pene e dei processi relativi alla cannabis. Inoltre, nell'ultima decade, in Colorado sono stati effettuati mediamente 10.000 arresti all'anno per possesso di quantitativi modici di marijuana, di proporzioni ora ritenute legali;

   un'indagine del Washington PostSince marijuana legalization, highway fatalities in Colorado are at near-historic lows», di Radley Balko, 5 agosto 2014), infine, sostiene che gli incidenti stradali mortali registrati nel 2014 in Colorado siano numericamente inferiori alla media degli incidenti stradali mortali per anno calcolata sui tredici anni precedenti al 2014;
   secondo uno studio di Scientific Report citato dal Washington PostMarijuana may be even safer than previously thought, researchers say», di Christopher Ingraham, 23 febbraio 2015) – che non nega i potenziali rischi connessi al consumo di cannabis –, la cannabis stessa è l'unica sostanza classificata come droga a determinare un basso rischio di mortalità, calcolato in base al rapporto tra dose tossica e consumo tipico dell'uomo. Il rischio di mortalità legato al consumo di alcool sarebbe — stando allo studio di Scientific Report — circa 114 volte maggiore. Mentre nel 2007 la rivista scientifica Lancet ha pubblicato i risultati di una ricerca del professor Nutt, in cui dopo aver intervistato e discusso con decine di esperti (medici psichiatri, farmacologi, epidemiologi, chimici, avvocati, forze di polizia) è stata assegnata una scala di pericolosità a 14 diverse sostanze psicotrope: la cannabis risulta essere una delle meno pericolose, sia a livello personale che sociale, molto al di sotto di alcol o tabacco –:
   se i Ministri interpellati intendano, e, nel caso, in che modo, dare seguito alle richieste e alle osservazioni avanzate dalla direzione nazionale antimafia, con particolare riferimento all'invito a valutare una depenalizzazione della materia, anche alla luce dei dati economici illustrati in premessa;
   se intendano compiere una adeguata valutazione dei dati citati in premessa relativi al Colorado, in riferimento alla riduzione dei crimini contro la proprietà, all'aumento degli introiti fiscali, alla diminuzione del carico processuale e carcerario, anche al fine di considerare la rilevanza che questi potrebbero avere a fronte della introduzione di politiche analoghe nel nostro Paese;
   se, a questi stessi fini, intendano compiere una adeguata valutazione della letteratura scientifica che dimostra la minore pericolosità della cannabis rispetto ad altre sostanze attualmente in commercio.
(2-01018) «Civati, Pastorino, Baldassarre, Bechis».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

stupefacente

traffico di stupefacenti

sostanza psicotropa