Legislatura: 17Seduta di annuncio: 426 del 13/05/2015
Primo firmatario: MELILLA GIANNI
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 13/05/2015
Ministero destinatario:
- MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
- MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 13/05/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 08/09/2015 Resoconto MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' RISPOSTA GOVERNO 08/09/2015 Resoconto BELLANOVA TERESA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI) REPLICA 08/09/2015 Resoconto MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
DISCUSSIONE IL 08/09/2015
SVOLTO IL 08/09/2015
CONCLUSO IL 08/09/2015
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
guadagnano 2 euro e 50 centesimi l'ora e lavorano tra le 12 e le 14 ore al giorno. Nessuno versa loro i contributi e non hanno alcun diritto riconosciuto. È questa la vergognosa realtà degli «invisibili» extracomunitari delle campagne del Fucino (provincia dell'Aquila). Sono oltre 2 mila le aziende agricole del territorio e sono impiegati 9.500 braccianti. Il fenomeno del caporalato è particolarmente accentuato nel Fucino perché ci sono molti immigrati non in regola con il permesso di soggiorno, che, di conseguenza, non possono far valere i loro diritti: questi «invisibili» delle campagne del Fucino non hanno nome e per questo spesso non possono essere aiutati;
dalla Marsica, partono insalate e ortaggi destinati ai mercati del Nord Europa e a prevalere non sarebbe la legge del mercato, ma quella della malavita che impone prezzi e regole. Ci sono 400 mila persone in tutta Italia che vivono in questa situazione, 100 mila dei quali rischiano la schiavitù: i braccianti sono costretti ad accettare il volere del caporalato senza poter dire una parola perché hanno bisogno di quei soldi. La maggior parte dei braccianti impiegati nelle terre del Fucino è di origine marocchina, romena e albanese;
secondo uno studio del sindacato ci sarebbero attualmente 9.500 braccianti a rischio «schiavitù» nel Fucino. L'Inail ha comunicato che una quota rilevante dei finanziamenti destinati all'adeguamento delle cabine dei trattori riguarda l'Abruzzo: su un totale di 5 mila domande ben 1.200 interessano il Fucino. Secondo il direttore dell'Inps Abruzzo, «nel Fucino ci sono molti casi di “agricoltori” che lavorano e hanno dipendenti irregolari, senza neanche avere un campo di proprietà. L'attività ispettiva nella Marsica è stata molto intensa e ci siamo resi conto che ci sono molte truffe difficili da scoprire»;
secondo il sindacato c’è un legame strettissimo tra il Fucino, l'Agro pontino e il Casertano: molti braccianti vengono assunti qui perché le aziende usufruiscono degli sgravi dell'Abruzzo e poi vanno a lavorare a Caserta o a Fondi. Vi sono state delle segnalazioni di lavoratori con regolare contratto di lavoro ai quali viene corrisposto però il 30 per cento del compenso dovuto, un vero e proprio ricatto che viene fatto per permettere loro di avere poi la disoccupazione agricola. Lo sfruttamento e il caporalato nella Marsica sono una realtà drammatica;
vi sono numerose vertenze aperte di aziende che non pagano i contributi a centinaia di lavoratori coinvolti –:
se non intendano intervenire coinvolgendo regione Abruzzo, enti locali e parti sociali per mettere in campo strumenti volti a far emergere e sconfiggere la piaga del caporalato nella zona del Fucino.
(2-00973) «Melilla».
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):manodopera agricola
mercato
migrante