ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00969

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 425 del 12/05/2015
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 12/05/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PISICCHIO PINO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 12/05/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 12/05/2015
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 13/05/2015
Stato iter:
22/05/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 22/05/2015
Resoconto PILI MAURO MISTO
 
RISPOSTA GOVERNO 22/05/2015
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
REPLICA 22/05/2015
Resoconto PILI MAURO MISTO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 22/05/2015

SVOLTO IL 22/05/2015

CONCLUSO IL 22/05/2015

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00969
presentato da
PILI Mauro
testo presentato
Martedì 12 maggio 2015
modificato
Venerdì 22 maggio 2015, seduta n. 433

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro della difesa, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   la continuità politica e programmatica dei Governi Monti, Letta e Renzi impone l'esigenza di valutare realisticamente gli atti concreti relativi alla cosiddetta vertenza Sardegna;
   è fin troppo evidente che sulla già complessa questione sarda si registrano ulteriori gravi e colpevoli ritardi legati a mancate decisioni del Governo e, in alcuni casi, a decisioni che appaiono contrarie alla risoluzione dei problemi stessi;
   l'esigenza di affrontare con urgenza tali problemi riveste priorità assoluta al fine di non pregiudicare in modo irreversibile le questioni oggetto della vertenza Sardegna;
   in particolar modo appaiono sin troppo evidenti le questioni relative:
    a) alla questione trasporti, con l'esigenza improcrastinabile di revocare la convenzione con la Tirrenia per palese contrasto con l'interesse pubblico e contributo di Stato di dubbia legittimità, non commisurato e non giustificato rispetto ad un servizio inadeguato e con costi proibitivi per i residenti e i non residenti;
    b) alla questione relativa alla continuità territoriale aerea con un'inaccettabile limitazione a soli nove mesi della tariffa unica e con continue limitazioni alla disponibilità di posti sulle tratte da e per la Sardegna, oltre alla limitazione delle tratte di collegamento tra l'isola e il resto del Paese;
    c) alla questione energetica con la pesantissima ricaduta sul sistema economico industriale della Sardegna, dalla mancata realizzazione del metanodotto Sardegna Algeria a favore di quelle che gli interpellanti ritengono lobby protese a realizzare rigassificatori con un gravissimo impatto sia sul fronte costiero che nell'entroterra, con la distribuzione su gommato del gas, per arrivare alla mancata definizione di un regime tariffario, attraverso contratti bilaterali e regimi di riequilibrio, al fine di consentire la competitività, ora negata, delle attività industriali della Sardegna;
    d) alla vertenza Equitalia e al rischio di fallimento per decine di migliaia di imprese sarde e ai pignoramenti di migliaia di aziende agricole per le quali è indispensabile un periodo di moratoria di almeno un anno al fine di definire procedure in grado di attivare percorsi economico finanziari in grado di salvaguardare la ripresa produttiva e occupazionale;
    e) alla questione insularità e all'esigenza di dare attuazione all'articolo 22 della legge n. 42 del 2009, considerato che, sino ad oggi, il divario insulare non solo non è stato limitato ma risulta gravemente ampliato da scelte che hanno anche sul piano infrastrutturale totalmente escluso la Sardegna, come per esempio l'ultimo documento di economia e finanza;
    f) alle questioni industriali della Sardegna: dalla chiusura dell'Alcoa, alla mancata realizzazione del sistema integrato miniera Carbosulcis centrale, alla definizione della ripresa produttiva della società Eurallumina, alla ripresa produttiva della Vinilys di Porto Torres, alla definizione dell'assetto energetico per gli stabilimenti energivori del Sulcis e quelli della Ottana Energia, ex Enichem di Ottana;
    g) alla questione infrastrutturale sarda con la definizione degli interventi nell'ambito della piastra logistica euromediterranea e degli interventi in grado di eliminare il grave gap infrastrutturale sul fronte ferroviario, stradale e connettivo strategico;
    h) alla definizione di un nuovo regime di entrate per la Sardegna, in considerazione della sua condizione insulare con l'attuazione della zona franca integrale come strumento di riequilibrio del divario industriale;
    i) alla definizione concreta della «partita» delle entrate oggetto di ricorsi alla Corte costituzionale in relazione ai quali, ad avviso degli interpellanti, è risultato inaccettabile il comportamento dello stesso Governo in carica;
    j) alla dismissione del patrimonio militare relativo a immobili ubicati in aree strategiche per lo sviluppo delle comunità locali e occupate da servitù militari inutilizzate o sottoutilizzate, compresa la riconversione delle aree oggetto di servitù militari di cui la Sardegna continua ad essere gravata;
   ad oggi, su questi temi si registra un gravissimo arretramento non solo sostanziale ma anche procedurale considerato che nessun serio e concreto atto è stato messo in campo dal Governo e anzi tutte le vertenze languono senza alcuna prospettiva di soluzione –:
   se il Presidente del Consiglio dei ministri non intenda predisporre con somma urgenza iniziative concrete che affrontino in modo efficace e immediato le vertenze che costituiscono la più ampia questione Sarda;
   se il Governo non intenda disporre, in base all'articolo 15 della convenzione con la Tirrenia, la revoca della stessa per manifesta inadempienza rispetto all'interesse pubblico con gravissime limitazioni al servizio di continuità marittima e l'utilizzo di un contributo di 72 milioni di euro che appare sotto ogni punto di vista ingiustificabile e di dubbia legittimità, avviando procedure corrette di evidenza pubblica per la gestione della continuità territoriale marittima da e per la Sardegna;
   se non si intendano assumere iniziative con somma urgenza per revocare la limitazione a soli 9 mesi all'anno della tariffa unica per la continuità territoriale e disporre l'immediata attivazione di procedure al fine di estendere il regime di continuità territoriale anche su altre rotte da e per la Sardegna;
   se non si intenda dare continuità a quanto sostenuto dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale relativamente alla realizzazione del metanodotto Sardegna Algeria, anche in considerazione dell'approvvigionamento sempre più problematico sia con la Libia che con la Russia, anche al fine di non favorire lobby diverse protese a realizzare rigassificatori con un gravissimo impatto sia sul fronte costiero che nell'entroterra, con la distribuzione su gommato del gas;
   se il Governo non intenda, attraverso iniziative normative urgenti, arrivare alla definizione di un regime tariffario, attraverso la promozione di contratti bilaterali che norme funzionali all'attuazione di regimi di riequilibrio tariffario elettrico, al fine di consentire la competitività, ora negata, delle attività industriali della Sardegna;
   se il Governo non intenda, valutata la gravissima situazione, con il rischio di fallimento per decine di migliaia di imprese sarde e con il pignoramento di migliaia di aziende agricole, predisporre una iniziativa normativa urgente che preveda un periodo di moratoria di almeno un anno al fine di definire procedure in grado di attivare percorsi economico finanziari in grado di salvaguardare la ripresa produttiva e occupazionale;
   se non ritenga il Governo di affrontare con una concreta iniziativa normativa la questione dell'insularità e l'esigenza di dare attuazione all'articolo 22 della legge n. 42 del 2009, considerato che sino ad oggi il divario insulare non solo non è stato ridotto ma risulta gravemente ampliato da scelte che hanno anche sul piano infrastrutturale totalmente escluso la Sardegna, come per esempio l'ultimo documento di economia e finanza, dove la Sardegna, a giudizio degli interpellanti, è completamente omessa;
   se il Governo non intenda agire concretamente sulle questioni industriali della Sardegna, considerato che ad oggi nessuna di queste non solo non è stata risolta ma risulta gravemente compromessa, dalla chiusura dell'Alcoa, alla mancata realizzazione del sistema integrato miniera Carbosulcis centrale, alla definizione della ripresa produttiva della società Eurallumina, alla ripresa produttiva della Vinilys di Porto Torres, alla definizione dell'assetto energetico per gli stabilimenti energivori del Sulcis e quelli della Ottana Energia, ex Enichem di Ottana;
   se il Governo non ritenga di dover attivare per Alcoa procedure analoghe a quelle adottate per l'Ilva, a partire dal riconoscimento strategico dell'alluminio primario e il conseguente riavvio commissariale degli impianti;
   se il Governo non ritenga di rimodulare le risorse dei vari piani infrastrutturali a favore del riequilibrio verso la Sardegna con la definizione degli interventi nell'ambito della piastra logistica euro mediterranea e interventi in grado di eliminare il grave gap infrastrutturale sul fronte ferroviario, stradale e connettivo strategico;
   se il Governo non ritenga urgente definire un'apposita iniziativa normativa per la definizione di un nuovo regime di entrate per la Sardegna in considerazione della sua condizione insulare con l'attuazione della zona franca integrale come strumento di riequilibrio del divario industriale;
   se il Governo non ritenga di dover assumere iniziative per definire concretamente la partita delle entrate oggetto di ricorsi alla Corte costituzionale per le quali il comportamento dello stesso Governo in carica è risultato a giudizio degli interpellanti inaccettabile;
   se non ritenga di dover predisporre iniziative concrete tese all'attuazione dell'articolo 14 dello statuto speciale della Sardegna con l'immediata dismissione del patrimonio militare relativo a immobili ubicati in aree strategiche per lo sviluppo delle comunità locali e occupate da servitù militari inutilizzate o sottoutilizzate;
   se il Governo non ritenga di dover far cessare, per quanto di competenza, la distruzione ambientale e naturalistica nelle aree militari della Sardegna e di dover predisporre un piano di riconversione delle aree oggetto di servitù militari di cui la Sardegna continua ad essere gravata;
   se non ritenga di adottare iniziative normative di rango costituzionale, nel rispetto delle procedure previste dall'ordinamento, volte a prevedere l'effettuazione di un referendum popolare, analogo a quello svoltosi in altri Paesi europei, teso a sottoporre ai cittadini sardi il quesito circa la possibilità di un processo di conseguimento di più intense e significative forme di autodeterminazione.
(2-00969) «Pili, Pisicchio».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

distribuzione d'energia

rilancio economico

ripresa economica