ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00936

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 410 del 16/04/2015
Firmatari
Primo firmatario: PALAZZOTTO ERASMO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 16/04/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 16/04/2015
DURANTI DONATELLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 16/04/2015
PIRAS MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 16/04/2015
MARCON GIULIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 16/04/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 16/04/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-00936
presentato da
PALAZZOTTO Erasmo
testo di
Giovedì 16 aprile 2015, seduta n. 410

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
   lo Stato islamico dello Yemen è stato creato nel 1990 con l'unificazione dello Yemen del nord e del Sud, in cui le due confessioni religiosi presenti a maggioranza nel Paese, gli sciiti e i sunniti, hanno sempre convissuto più o meno pacificamente;
   nel sud dello Yemen e nelle aree desertiche ad est, del Paese dal 2010 sono attivi i «jihadisti» di Ansar al-Shari'a («I partigiani della Shari'a), un gruppo armato islamista affiliato ad al-Qa'eda nella penisola araba;
   dal febbraio 2011 al giugno 2012, nel periodo in cui Ansar al-Shari'a ha amministrato la provincia di Abyan, è stato terrore puro, con gravi violazioni dei diritti umani, tra cui uccisioni sommarie in pubblico, decapitazioni, amputazioni, frustate e crocifissioni;
   l'intervento dell'esercito yemenita ha liberato la provincia di Abyan, ma la potenza e il carattere indiscriminato degli attacchi dell'esercito yemenita, così come il fatto che Ansar al-Shari'a avesse posto le sue basi all'interno dei centri abitati, hanno causato centinaia di morti tra la popolazione civile la fuga disperata di oltre 250.000 persone, di cui larga parte continua ancora oggi a vivere in campi profughi;
   dal mese di marzo 2015, i ribelli Houthi si sono impadroniti della capitale Sana'a, dove dallo scorso gennaio hanno posto sotto arresti domiciliari il Presidente Abed Rabbo Masur Hadi e i suoi ministri poi rilasciati;
   in Yemen è in corso uno scontro interno tra forze sunnite e sciite e una escalation militare che potrebbe avere conseguenze catastrofiche non solo per il Paese ma anche per l'intera regione mediorientale;
   l'operazione «Tempesta di fermezza» lanciata il 26 marzo 2015 dall'Arabia Saudita e da Egitto, Giordania, Emirati arabi uniti, Kuwait, Qatar, Bahrain, Marocco e Sudan e appoggiati logisticamente da USA, GB e Francia rischia di far degenerare un conflitto interno in una guerra regionale con il coinvolgimento diretto dell'Iran;
   secondo un comunicato del Ministro saudita della difesa, rilasciato in data 12 aprile, oltre 500 miliziani dei ribelli sciiti sono morti nello Yemen durante scontri con le forze dell'Arabia Saudita alla frontiera tra i due Paesi e nei raid condotti sulla città di Aden, città portuale strategica conquistata dai ribelli Houthi, i quali hanno schierato anche carri armati per colpire i quartieri civili dove si trovano le «unità popolari», sostenitrici del presidente Hadi, che nel frattempo si è riparato in Egitto;
   sempre nella giornata del 12 aprile i ribelli Houthi hanno fornito i dati delle vittime e dei danni civili provocati dall'offensiva della colazione araba in Yemen. Secondo i ribelli l'offensiva ha provocato più di 2.500 vittime civili, bombardato 334 nuclei residenziali che hanno causato la distruzione di 2.265 case e circa 40 mila famiglie hanno abbandonato la propria abitazione per cercare rifugio in zone più sicure;
   secondo fonti Unicef sono stati uccisi fino ad ora circa 74 bambini e 44 sono rimasti mutilati in soli due settimane dall'inizio del conflitto e 100.000 persone stanno lasciando le loro abitazioni alla ricerca di luoghi più sicuri, mentre secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) almeno 560 persone sono state uccise e quasi 1.800 ferite dal lancio dell'offensiva dei ribelli sciiti e dei loro alleati in Yemen il 19 marzo 2015;
   circa due settimane di guerra e mesi di scontri interni hanno mandato il Paese sull'orlo di una guerra civile e provocato un disastro umanitario nel Paese ma che coinvolge tutta l'area;
   con l'escalation del conflitto in Yemen, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha registrato un aumento del numero delle persone che fuggono via mare, attraverso il golfo di Aden, alla volta dei paesi del Como d'Africa;
   negli ultimi dieci giorni 317 profughi yemeniti sono arrivati ad Obock, a Gibuti, mentre nella regione somala del Puntland, al porto di Bossasso e nel Somaliland sono stati registrati 582 arrivi, in gran parte somali e yemeniti;
   Gibuti accoglie già quasi 15 mila profughi, in gran parte provenienti dalla Somalia e si prevede che nei prossimi sei mesi i rifugiati ospitati raddoppieranno, mentre in Somaliland e nel Puntland si prevede un arrivo di 100 mila rifugiati;
   la rotta dei profughi che scappano via mare tra Yemen e Paesi del Corno d'Africa viene storicamente percorsa da rifugiati e migranti in direzione opposta, cioè dal Corno d'Africa verso lo Yemen. L'anno scorso 246 profughi sono morti nel tentativo di raggiungere lo Yemen via mare;
   sono circa 250 mila i rifugiati (per lo più somali, con un numero inferiore di eritrei etiopi, iracheni e siriani) presenti in Yemen a cui si aggiungono 330 mila yemeniti sfollati dalle precedenti ondate di violenza e le decine di migliaia colpite dalla violenza delle ultime due settimane;
   circa 4.200 eritrei ed etiopi, e circa 5 mila Somali, registrati sotto responsabilità dell'UNHCR, risultano essere abbandonati nella città di Sana'a. Altre decine di migliaia di profughi sono in balia di crismali e sono stati derubati, maltrattati e impediti a fare qualsiasi cosa finanche ad uscire di casa;
   i profughi sono presi di mira da uomini armati che li sequestrano a scopo di farli combattere, nella guerra fratricida tra yemeniti e sauditi;
   tutte le nazioni, compreso il nostro Paese, stanno evacuando i loro cittadini, e gli unici che rimangono abbandonati a se stessi sono i richiedenti asilo e i rifugiati;
   secondo le organizzazioni non governative presenti sul territorio yemenita ci sono centinaia di casi di persone uccise da proiettili vaganti e bombe a grappolo, mentre molte persone di fede, Cristiana sono state fatte scomparire da uomini armati e tanti altri sono divenuti vittime di tortura, in particolare quelli di fede cristiana nelle prigioni yemenite;
   occorre che la comunità internazionale preveda un piano per evacuare i profughi e rifugiati intrappolati oggi nello Yemen e per supportare i 115 operatori dall'Unhcr e delle Ong partner che assistono decine di migliaia di rifugiati nella totale assenza di sicurezza e beni di prima necessità sufficienti per tutti gli sfollati;
   come richiesto anche dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, «le azioni militari devono cessare al più presto» per permettere il supporto umanitario e quindi l'immediata ripresa del processo di pace tra le parti in conflitto;
   occorre agire con tempestività, perché un aggravamento del conflitto comporterebbe anche il rischio di far saltare tutte le iniziative di contrasto allo Stato islamico e creerebbe nuove condizioni per il dilagare dell'organizzazione terroristica nella regione, finanche alla possibile saldatura delle varie milizie jihadiste che operano nel Paese –:
   come il Governo si stia impegnando, anche nelle sedi internazionali, per fermare l'escalation militare della coalizione dei Paesi arabi guidati dall'Arabia saudita e sostenuti da USA, Gran Bretagna e Francia e quali iniziative stia mettendo in campo per una immediata apertura dei negoziati tra le parti in conflitto, così come dichiarato in occasione delle comunicazioni del primo aprile alle Commissioni riunite esteri e difesa di Camera e Senato;
   quali azioni intenda il Governo promuovere nelle sedi internazionali per garantire i diritti umani in Yemen e nella penisola arabica;
   quali iniziative abbia intrapreso o intenda adottare, anche con gli altri partner internazionali per far fronte dal disastro umanitario in Yemen e nella regione soprattutto con riferimento alla necessità urgente di far pervenire gli aiuti umanitari in loco;
   se non intenda, così come richiesto dall'Unhcr, promuovere ed estendere anche agli altri Paesi partner, una iniziativa umanitaria per cui le navi che si trovino nelle acque vicino allo Yemen, comprese le navi di sorveglianza e in funzione di missioni anti-pirateria, istruiscano i propri equipaggi affinché possano aiutare nelle operazioni di salvataggio delle imbarcazioni che tentano la traversata attraverso il mar Rosso e nel Golfo di Aden.
(2-00936) «Palazzotto, Scotto, Duranti, Piras, Marcon».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

cristianesimo

Stato islamico