ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00841

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 375 del 11/02/2015
Abbinamenti
Atto 2/00836 abbinato in data 20/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: GALGANO ADRIANA
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 11/02/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MAZZIOTTI DI CELSO ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 11/02/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 12/02/2015
Stato iter:
20/02/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 20/02/2015
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 20/02/2015
Resoconto DE VINCENTI CLAUDIO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 20/02/2015
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 20/02/2015

DISCUSSIONE IL 20/02/2015

SVOLTO IL 20/02/2015

CONCLUSO IL 20/02/2015

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00841
presentato da
GALGANO Adriana
testo presentato
Mercoledì 11 febbraio 2015
modificato
Venerdì 20 febbraio 2015, seduta n. 379

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   la Nestlè-Perugina è un'azienda che rappresenta la storia industriale della città di Perugia e dell'Umbria e una delle realtà imprenditoriali più significative per la regione, nonché un punto di riferimento per l'occupazione e l'intera economia del territorio;
   Perugina è un marchio storico dei prodotti dolciari italiani: l'azienda alimentare, specializzata nel settore della produzione di cioccolato e nella produzione e vendita di prodotti dolciari, venne fondata a Perugia il 30 novembre 1907 da Francesco Buitoni, Annibale Spagnoli, Leone Ascoli e Francesco Andreani che costituirono la «Società Perugina per la fabbricazione dei confetti». Successivamente, arrivarono i prodotti da raccolta e dall'iniziale laboratorio artigianale si passò, nel 1913, al primo stabilimento situato alla periferia della città;
   la ripresa post-bellica dei consumi seguita dal boom economico accentuò l'idea di trasformare il cioccolato da prodotto da regalo in un vero e proprio prodotto alimentare; tra il 1953 ed il 1962 la produzione nazionale duplicò e quella di Perugina quintuplicò, rendendo inadeguato il vecchio stabilimento. Nel 1963 iniziò l'attività produttiva dell'attuale stabilimento di San Sisto (Perugia);
   la crisi petrolifera del 1973, l'inflazione, il peso degli oneri finanziari incisero sull'evoluzione societaria: alla Ibp (Industrie Buitoni Perugina), una sorta di holding familiare con un peso preponderante della famiglia Buitoni, successe la CIR di Carlo De Benedetti (1985) con l'obiettivo di creare una global corporation alimentare. Il mondo politico ed industriale ostacolò l'inglobamento della Sme, società che accorpava le partecipazioni pubbliche in campo alimentare, ed impedì al progetto di decollare. Di fronte alla prospettiva di ripiegare su mercati di nicchia, l'industriale preferì nel 1988 cedere la proprietà del gruppo alla Nestlè;
   oggi Perugina costituisce la divisione dolciari della Nestlè italiana e nello stabilimento di San Sisto si producono importanti marchi quali Baci, Perugina, Nero Perugina, Latte Perugina, Ore Liete, Rossana e Galak esportati in 55 Paesi con circa 300 milioni di pezzi venduti ogni anno;
   attualmente lo stabilimento della Perugina Nestlè di San Sisto impiega circa mille dipendenti (di cui 860 nei livelli produttivi) che dal 1o settembre 2014 sono in contratto di solidarietà della durata di ventiquattro mesi;
   questo contratto di solidarietà è stato ottenuto dai dipendenti dopo un lungo confronto della dirigenza Nestlè con Confindustria ed i sindacati, a seguito dell'annuncio dell'azienda di volere la cassa integrazione per 867 unità dello stabilimento dolciario di San Sisto, a causa della forte contrazione dei consumi dovuta all'attuale crisi economica, con conseguente riduzione dei volumi produttivi e delle commesse;
   nello specifico, l'accordo sottoscritto prevede l'apertura del contratto di solidarietà per tutto l'anno per i profili intermedi, impiegati e quadri, con un impiego mensile medio del 25 per cento con un tetto massimo individuale mensile del 50 per cento. Per gli altri profili l'attuazione del contratto di solidarietà è demandato alla stipula del calendario di lavoro che, come tutti gli anni, dovrà circoscrivere il periodo di curva bassa dello stabilimento; anche per questi, nei mesi in cui sarà attuato il contratto di solidarietà, vige il tetto massimo individuale del 50 per cento;
   nei mesi scorsi le rappresentanze sindacali unitarie hanno denunciato agli organi di informazione il preoccupante calo della produzione, la dismissione di produzioni perché considerate troppo costose e fuori mercato, la perdita di commesse, i mancati investimenti in nuovi prodotti e tecnologie, la mancata assunzione di lavoratori stagionali anche nei periodi di picco dell'attività produttiva, il ricorso da parte dell'azienda agli ammortizzatori sociali e ai contratti di solidarietà per sopperire al calo della produzione;
   da notizie apparse sulla stampa si apprende che i sindacati definiscono la situazione allo stabilimento di San Sisto della Perugina Nestlè «drammaticamente pesante» e la rappresentanza sindacale unitaria annuncia in una nota di essere stata informata che le previsioni per il 2015 dei volumi produttivi saranno ulteriormente in calo rispetto all'anno precedente e, «per la prima volta nella storia della fabbrica, si assesteranno ben al di sotto delle 25.000 tonnellate». Per il sindacato l'azienda subirà un «forte calo di lavoro», sommato alle «varie perdite avute negli ultimi anni». «Malgrado i tanti impegni presi dall'azienda con la sottoscrizione del contratto di solidarietà – sottolinea la Rsu –, in termini di mantenimento dei volumi e delle produzioni, la realtà dei fatti dice invece che i volumi continueranno a diminuire e che questo comporterà ancora meno ore di lavoro per i lavoratori». La rappresentanza sindacale ribadisce con forza che «esistono tutte le condizioni per un rilancio della Perugina e dei suoi marchi, quello che però manca è l'impegno concreto da parte di Nestlè»;
   rimane forte la preoccupazione tra i lavoratori per il proprio futuro occupazionale, dovuta soprattutto all'incertezza delle future scelte aziendali e all'assenza di chiare strategie industriale di investimento tese al rilancio dell'attività dello stabilimento e della sua competitività sul mercato;
   nei giorni scorsi la presidente della regione Umbria, Catiuscia Marini, ha richiesto un incontro urgente ai vertici della multinazionale svizzera. In una lettera inviata al responsabile delle relazioni industriali di Nestlé Italia, Gianluigi Toja, la presidente Marini ricorda che «lo stabilimento Nestlè di Perugia San Sisto rappresenta un insediamento storico per la città e l'industria regionale. Nel corso degli ultimi mesi la riduzione dei volumi produttivi è stata affrontata attraverso la stipula di contratti di solidarietà. Ritengo pertanto necessaria, stante anche il tempo intercorso dall'attivazione degli ammortizzatori sociali e le preoccupazioni evidenziate dalle organizzazioni sindacali in ordine alle prospettive produttive, la disponibilità ad un incontro da tenersi in tempi molto brevi»;
   esiste il pericolo che la multinazionale Nestlé, proprietaria dello stabilimento di San Sisto, possa procedere in breve tempo allo smantellamento di qualche impianto storico della fabbrica e allo spostamento di alcune produzioni in altri stabilimenti;
   il temuto ridimensionamento dell'attività dello stabilimento perugino avrebbe pesanti ricadute economiche e sociali in termini occupazionali in un territorio quale quello umbro già marcatamente colpito dalla crisi industriale in atto;
   tuttavia, nonostante la situazione critica dell'azienda con i volumi produttivi al minimo, sono in molti a ritenere che disinvestire sul sito produttivo di San Sisto sia un errore, anche per la perdita di immagine della Nestlè, adesso che il cacao e il cioccolato sono protagonisti ad Expo 2015, per il quale sono stati investiti 800 mila euro –:
   se i Ministri interpellati siano a conoscenza della preoccupante situazione economica e produttiva dello stabilimento di San Sisto della Perugina Nestlé e se non ritengano importante monitorare con attenzione l'evolversi della vicenda al fine di scongiurare una crisi devastante per il territorio perugino e l'intera regione umbra;
   quali iniziative di competenza intendano adottare per salvaguardare un'azienda vitale per il tessuto produttivo cittadino e regionale, evitando il temuto ridimensionamento dello stabilimento di San Sisto e la delocalizzazione dell'attività produttiva, con conseguenti ricadute economiche, sociali e occupazionali preoccupanti;
   se non si ritenga opportuno aprire un tavolo di confronto a livello nazionale che veda protagonisti le rappresentanze dei lavoratori, l'azienda e le istituzioni locali finalizzato all'individuazione e alla condivisione delle linee guida di un piano industriale che abbia come obiettivi prioritari la salvaguardia dei livelli occupazionali e il potenziamento produttivo dello stabilimento perugino che è un patrimonio industriale storico dell'intera collettività umbra.
(2-00841) «Galgano, Mazziotti Di Celso».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

stabilimento

contratto

impresa in difficolta'