ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00826

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 372 del 05/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: ZAN ALESSANDRO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 30/01/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 30/01/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-00826
presentato da
ZAN Alessandro
testo di
Giovedì 5 febbraio 2015, seduta n. 372

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   il 22 gennaio 2015, secondo quanto hanno riportato diversi organi di stampa locali e nazionali, tra le ore 18 e le ore 21, una sessantina di detenuti, rinchiusi nella sezione del quarto piano del «grattacielo» (sezione condannati in via definitiva) del carcere «Due Palazzi» di Padova, avrebbero provocato una violenta rissa reagendo all'intervento delle guardie penitenziarie. Due agenti sono finiti al pronto soccorso dell'ospedale di Padova, colpiti al basso ventre con la gamba di un tavolo. Un altro ha riportato conseguenze minori. Sempre secondo gli articoli di stampa, «sarebbero stati sequestrati dei coltelli rudimentali che i reclusi, spesso, ricavano dalle scatolette di tonno o da chiodi» (il mattino di Padova del 23 gennaio 2015, articolo di Cristina Genesin dal titolo «Rivolta dei detenuti: tre ore di paura al Due Palazzi, tre agenti feriti»);
   il bilancio effettivo è stato riferito al termine dell'ispezione compiuta dal pm Sergio Dini e dal capo della squadra mobile della questura di Padova Marco Calì: è di due guardie ferite, con prognosi di 3 e 10 giorni, e di una terza con conseguenze più lievi. Gli inquirenti hanno escluso nel modo più assoluto una matrice terroristico-sovversiva nella rivolta;
   un'agenzia ANSA del 23 gennaio 2015 riporta che il Sappe, il sindacato di polizia penitenziaria, ha fatto sapere che dopo la rivolta del 22 gennaio sera un detenuto di origine rumena armato di taglierino avrebbe aggredito una guardia carceraria. La lama avrebbe tagliato solo la divisa dell'agente, senza ferirlo. «Stavano spostando uno degli autori dell'aggressione di ieri – ha spiegato il responsabile del Sappe, Giovanni Vona – ma nel tragitto questo ha estratto una lametta e ha aggredito la scorta». Per immobilizzarlo, racconta, «è stato necessario uno sforzo mai visto». «È evidente a questo punto» ha concluso Vona, «che i vertici stanno sottovalutando la situazione. Anche oggi si è sfiorato l'ennesima lesione grave ai danni dell'agente. Il timore a questo punto è che ci siano diverse regie dietro a queste aggressioni»;
   il Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe, per voce questa volta del leader Donato Capece, ha spiegato così la presunta rivolta del 22 gennaio: «Nella sezione detentiva regolamentata dalla vigilanza dinamica, che permette ai detenuti di girare liberi buona parte del giorno e che per questo presenta livelli minimi di sicurezza (ragione per cui il Sappe osteggia tale improvvida organizzazione detentiva), si respirava alta tensione, con atteggiamenti palesemente provocatori da parte di buona parte dei detenuti verso i poliziotti – spiega Capece – Qualcosa “bolliva in pentola”, tanto che all'atto dell'ingresso nel Reparto detentivo di due poliziotti penitenziari questi sono stati aggrediti e feriti senza alcuna giustificazione e le cose sono drammaticamente degenerate con urla e grida, evidentemente sintomo dell'avvio di una protesta dei ristretti. Molti di questi, di origine araba, inneggiavano ad Allah e all'Isis, il gruppo islamista tristemente noto, ed è un particolare, questo, assai preoccupante»;
   l'ultima affermazione di Capece, secondo cui i detenuti coinvolti fossero di origine araba e inneggiassero ad Allah e all'Isis, sarebbe apparsa del tutto infondata, visto che la sezione ove si sono verificati gli scontri ospita detenuti di origine rumena, albanese o moldava, e sarebbe stata smentita dagli inquirenti;
   sono stati 15 gli arrestati e 31 i denunciati nel giugno del 2014 all'interno del carcere «Due Palazzi»: tra questi c'erano anche sei agenti di polizia penitenziaria. Si è trattato di un'inchiesta coordinata dal pubblico ministero padovano Sergio Dini che ha scoperto un traffico di droga, chiavette usb, filmati pornografici, cellulari e sim tra i detenuti della casa di reclusione, appoggiati da diversi agenti conniventi;
   solo verso le ore 21, sempre secondo quanto riporta il mattino di Padova, sarebbe tornata la calma, mentre agenti a riposo sarebbero stati richiamati da casa per dare sostegno ai colleghi già in servizio;
   circostanza fondamentale dell'intera vicenda, a parere dell'interpellante, è il sovraffollamento che interessa il Due Palazzi e in particolare la sezione oggetto dei disordini: a oggi quest'ultima conta oltre 800 detenuti rispetto alla capienza di 430 persone, ma la situazione è altrettanto esplosiva nella casa circondariale, dove stazionano i detenuti in attesa di giudizio, con ben 245 presenze a fronte di una capienza massima di 98; proprio il sovraffollamento costituisce inevitabilmente una condizione che frustra le aspettative di migliori condizioni di vita, dei reclusi e di conseguenza una probabile causa, almeno indiretta, di quanto avvenuto;
   il Presidente della Repubblica uscente Giorgio Napolitano, nel suo messaggio alle Camere, ha ricordato quanto il sovraffollamento cronico cui sono soggette le carceri italiane sia incostituzionale poiché mina alla base la stessa finalità rieducativa della pena –:
   di quali informazioni disponga il Governo relativamente ai fatti riferiti e se non si intenda avviare, nel rispetto e indipendentemente da eventuali inchieste della magistratura, un'indagine amministrativa interna per chiarire le ragioni della rivolta e in particolare come i detenuti potessero disporre impunemente di bastoni e coltelli rudimentali nelle proprie celle che, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, sarebbero stati utilizzati nel corso dei disordini;
   se il Governo possa adoperarsi affinché venga colmata la grave lacuna a livello di organico per quanto attiene ai turni degli agenti di polizia penitenziaria che, con riferimento al numero di detenuti, dovrebbero essere almeno il doppio di quanti ve ne sono oggi;
   se e quali iniziative si intendano intraprendere per risolvere in tempi brevi la situazione di sovraffollamento del carcere Due Palazzi di Padova, a tutela della vivibilità e della sicurezza nella struttura detentiva di agenti e reclusi.
(2-00826) «Zan».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

detenuto

sequestro di beni

personale carcerario