ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00798

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 358 del 08/01/2015
Firmatari
Primo firmatario: ZACCAGNINI ADRIANO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 07/01/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
KRONBICHLER FLORIAN SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 07/01/2015
PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 07/01/2015
SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 07/01/2015
PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 07/01/2015
MARCON GIULIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 07/01/2015
FITZGERALD NISSOLI FUCSIA PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO 07/01/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 07/01/2015
Stato iter:
16/01/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 16/01/2015
Resoconto ZACCAGNINI ADRIANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 16/01/2015
Resoconto CALENDA CARLO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 16/01/2015
Resoconto ZACCAGNINI ADRIANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 16/01/2015

SVOLTO IL 16/01/2015

CONCLUSO IL 16/01/2015

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00798
presentato da
ZACCAGNINI Adriano
testo presentato
Giovedì 8 gennaio 2015
modificato
Venerdì 16 gennaio 2015, seduta n. 364

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   in un articolo apparso sul settimanale l'Espresso del 19 giugno 2014 si denunciava l'esistenza di un accordo segreto per il «liberismo selvaggio»;
   tale scelta si dedurrebbe all'interno del Tisa (Trade in services agreement), trattato internazionale teso a liberalizzare totalmente i servizi essenziali come banche, sanità, trasporti, istruzione e che sarebbe stato redatto su pressioni di grandi lobby e multinazionali;
   l'Espresso ha potuto rivelare parte dei contenuti di tale trattato grazie a WikiLeaks, l'organizzazione di Julian Assange;
   il nostro Paese starebbe negoziando tale trattato attraverso la Commissione europea ed è facilmente comprensibile quali e quanti siano gli interessi in gioco e come una tale ipotesi potrebbe colpire gli interessi delle popolazioni a livello mondiale;
   a sedere al tavolo delle trattative del Tisa sarebbero i Paesi che hanno i mercati del settore dei servizi più grandi del mondo: Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Canada, i 28 Paesi dell'Unione europea, più Svizzera, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Israele, Turchia, Taiwan, Hong Kong, Corea del Sud, Giappone, Pakistan, Panama, Perù, Paraguay, Cile, Colombia, Messico e Costa Rica;
   tra i maggiori sponsor del trattato vi sarebbe la «Coalition of services industries», lobby americana che porta avanti un'agenda di privatizzazione dei servizi, dove Stati e Governi sono semplicemente visti come un intralcio al business: «Dobbiamo supportare la capacità delle aziende di competere in modo giusto e secondo fattori basati sul mercato, non sui governi», scrive la «Coalition of services industries» nei suoi comunicati a favore del Tisa, documenti che sono tra i pochissimi disponibili per avere un'idea delle manovre in corso;
   non esiste alcuna bozza del trattato se non le parti che sono state rese pubbliche da WikiLeaks e che dimostrerebbero l'esistenza di negoziazioni in materia di servizi bancari, prodotti finanziari e assicurazioni;
   quello che appare, sin da subito, inquietante è la segretezza di tali trattative: «Questo documento deve essere protetto dalla rivelazione non autorizzata, ma può essere inviato per posta, trasmesso per e-mail non secretata o per fax, discusso su linee telefoniche non sicure e archiviato su computer non riservati. Deve essere conservato in un edificio, stanza o contenitore chiusi o protetti». E il documento potrà essere desecretato «dopo cinque anni dall'entrata in vigore del Tisa e, se non entrerà in vigore, cinque anni dopo la chiusura delle trattative»;
   ancora una volta si starebbero prendendo decisioni fondamentali per il destino di milioni di persone in «segrete stanze» sia per evitare conflitti tra interessi diversi a livello globale, sia per frenare le eventuali rivolte sociali che i temi e le decisioni, eventualmente adottate, potrebbero determinare;
   il Tisa sarebbe la logica conseguenza del fallimento del «Doha Round», negoziati interni al WTO che fallirono per i contrasti tra i Paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo e la «segretezza» delle trattative sarebbe la dimostrazione delle forti preoccupazioni esistenti per le possibili proteste che potrebbero nuovamente esplodere;
   secondo Jane Kelsey, professoressa di legge dell'università di Auckland, Nuova Zelanda, nota per il suo approccio critico alla globalizzazione, ciò che emerge dalla bozza resa pubblica è che: «(...) i governi che aderiranno al Tisa rimarranno vincolati ed amplieranno i loro attuali livelli di deregolamentazione della finanza e delle liberalizzazioni, perderanno il diritto di conservare i dati finanziari sul loro territorio, si troveranno sotto pressione affinché approvino prodotti finanziari potenzialmente tossici e si troveranno ad affrontare azioni legali, prenderanno misure precauzionali per prevenire un'altra crisi»;
   l'articolo undici del testo fatto filtrare da WikiLeaks non lascia dubbi su come i dati delle transazioni finanziarie siano al centro delle mire e delle agende dei Paesi che trattano il Tisa;
   le posizioni sarebbero, attualmente, divergenti con l'Europa che richiede che «nessun paese parte delle trattative adotti misure che impediscano il trasferimento o l'esame delle informazioni finanziarie, incluso il trasferimento di dati con mezzi elettronici, da e verso il territorio del paese in questione». L'Unione europea precisa che, nonostante questa condizione, il diritto da parte di uno Stato che aderisce al Tisa di proteggere i dati personali e la privacy rimarrà intatto «a condizione che tale diritto non venga usato per aggirare quanto prevede questo accordo». Panama, invece, mette le mani avanti e chiede di specificare che «un paese parte dell'accordo non sia tenuto a fornire o a permettere l'accesso a informazioni correlate agli affari finanziari e ai conti di un cliente individuale di un'istituzione finanziaria o di un fornitore cross-border di servizi finanziari». Gli Stati Uniti, invece, sono netti: i Paesi che aderiscono all'accordo permetteranno al fornitore del servizio finanziario di trasferire dentro e fuori dal loro territorio, in forma elettronica o in altri modi, i dati. Punto. Nessuna precisazione sulla privacy, da parte degli Stati Uniti;
   l'Espresso dichiara, inoltre di avere contratto il «Public services international» (Psi), una federazione globale di sindacati che rappresentano 20 milioni di lavoratori nei servizi pubblici di 150 Paesi del mondo. L'italiana Rosa Pavanelli, prima donna alla guida del Psi, ha affermato di non avere alcun dubbio sul fatto che le negoziazioni del Tisa mirino a investire tutti i servizi, non solo quelli finanziari, quindi anche «sanità, istruzione e tutto il discorso della trasmissione dei dati» e che «L'Italia, come la maggior parte dei Paesi europei, ha delegato alla Commissione europea le trattative»;
   appare inammissibile che su tematiche così delicate e determinanti per il futuro di milioni di persone si tenti di arrivare ad accordi «segretati» tenendo all'oscuro l'opinione pubblica mondiale –:
   se corrispondano al vero le notizie pubblicate dal settimanale l'Espresso;
   se corrisponda al vero che all'interno di questo negoziato vi sarebbe anche l'istruzione e la sanità e se non si ritenga, nel caso, che su tali questioni fondamentali per la giustizia sociale e la stessa democrazia non siano ammissibili accordi internazionali che si possano porre in contrasto con le norme dei singoli Paesi;
   se non si ritenga necessario rigettare l'ipotesi di affrontare e definire nuove regole finanziarie lontano dall'Organizzazione mondiale del commercio e che soprattutto, visto gli effetti devastanti della crisi che ha investito l'intera economia mondiale, non si possa pensare neanche lontanamente di decidere in materia sotto la spinta delle lobby economiche che gestiscono il sistema dei servizi e delle multinazionali;
   se non si ritenga necessario rafforzare le regole nel settore finanziario affinché non si creino le basi per alimentare una nuova crisi economica globale che potrebbe affossare tutti gli sforzi, sin qui compiuti, per cercare di uscire dalla crisi;
   se siano coinvolti altri settori quali i servizi finanziari e assicurativi e se siano in discussione aspetti concernenti la privacy dei cittadini europei, e in quale maniera il Governo intenda operare per salvaguardare tale privacy.
(2-00798) «Zaccagnini, Kronbichler, Paglia, Scotto, Palazzotto, Marcon, Fitzgerald Nissoli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

scambio d'informazioni

paese in via di sviluppo

mercato interno