ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00790

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 352 del 18/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: PAGANO ALESSANDRO
Gruppo: AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Data firma: 18/12/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 18/12/2014
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 13/01/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-00790
presentato da
PAGANO Alessandro
testo di
Giovedì 18 dicembre 2014, seduta n. 352

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
   l'adozione internazionale, il cui primario obiettivo è quello di garantire il diritto dei bambini stranieri a vivere in una famiglia, è un istituto di solidarietà e cooperazione sociale protetto e garantito dalla Costituzione, che può realizzarsi grazie alla disponibilità di accoglienza delle coppie e famiglie adottive ed al lavoro in Italia e all'estero degli enti autorizzati;
   infatti lo Stato italiano è tenuto a sostenere l'istituto dell'adozione anche come strumento attraverso cui si realizzano i diritti inviolabili dell'uomo, in quanto singolo e nelle formazioni sociali, oltre che per la sua valenza di solidarietà sociale (Costituzione, articoli 2 e 3);
   inoltre lo stesso Stato è tenuto sia ad agevolare la formazione della famiglia sia a proteggere maternità, infanzia e gioventù anche con misure economiche (Costituzione, articolo 31);
   l'Italia, da sempre fra i primissimi paesi per solidarietà e accoglienza attraverso l'adozione internazionale, vive attualmente un momento di crisi non solo per la registrata diminuzione del numero dei bambini stranieri adottati (dagli oltre 4.000 del 2011 ai circa 2.000 del 2014) ma anche per alcune vicende che di recente si sono verificate nella gestione della Commissione per le adozioni internazionali;
   in particolare l'interpellanza n. 2-00217, del 30 ottobre 2014, presentata dal senatore Maurizio Sacconi dà atto di una situazione di anomalia nella gestione della Commissione per le adozioni internazionali, con la coesistenza delle figure di presidente e vicepresidente contrariamente a quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2007 n. 108. L'atto è, al momento, ancora privo di risposta;
   a quanto consta all'interrogante la commissione non vedrebbe un ruolo adeguato della politica ma sarebbe gestita in sostanziale autonomia dalla dottoressa Silvia Della Monica;
   alla luce delle recentissime notizie di cronaca circa le indagini penali, per il coinvolgimento in attività illecite, consistenti in turbativa d'asta, abuso d'ufficio, falso in atto pubblico e truffa, di un funzionario della Presidenza del Consiglio del Ministero, dottoressa Patrizia Cologgi, che, sulla base del curriculum vitae pubblicato, ricopre il ruolo di coordinatore di servizio presso la Segreteria tecnica della Commissione adozioni internazionali: è urgentissima pertanto la valutazione e una presa di posizione del Governo sull'attuale composizione e modalità di lavoro della Commissione;
   risulta l'accadimento di fatti gravi consistenti nella prassi instaurata dall'attuale commissione di contattare telefonicamente le coppie dando loro indicazioni o effettuando valutazioni sull'operato degli enti autorizzati che le hanno in carico, senza informare gli enti medesimi e rifiutandosi poi di confermare alle coppie tali indicazioni o richieste per iscritto, in apparente contrasto con quanto legislativamente prescritto in ordine al ruolo di vigilanza attribuito alla commissione e di fatto svolgendo in prima persona un servizio «parallelo» di accompagnamento delle coppie che viceversa la legge riconosce agli enti autorizzati;
   almeno in un caso, la Commissione per le adozioni internazionali ha contattato alcune coppie di un ente autorizzato chiedendo loro per telefono l'invio di una email alla medesima Commissione contenente la revoca del mandato all'ente; ciò sarebbe avvenuto senza che ne sia stato contestualmente informato l'Ente interessato che per tale ragione ha presentato una diffida alla commissione;
   l'adozione internazionale è troppo importante per i tanti bambini abbandonati in attesa di una famiglia e per le tante coppie che non desiderano altro che amare e crescere un figlio: per questo bisogna fare tutto il possibile per mantenere vivo questo grande sentimento di accoglienza che il nostro Paese ha sempre espresso;
   la crisi dell'adozione internazionale risiede ancora oggi anche nell'aspetto dei costi e che, dunque, è necessario garantire alle coppie adottanti la trasparenza contabile degli enti autorizzati e la loro virtuosità, per restituire loro fiducia e incentivare l'adozione in un momento di così forte crisi economica;
   per realizzare il dovuto riordino della materia è necessario reimpostare una adozione internazionale perfettamente etica, sicura con meccanismi di gestione e di controllo sugli enti che siano collegiali e democratici;
   le linee guida della stessa commissione sono molto chiare sul fatto che nessun euro debba sfuggire dal sistema della tracciabilità bancaria e che al riguardo i «criteri per l'autorizzazione all'attività degli enti», emanati dalla stessa CAI, stabiliscono che l'intero importo della procedura adottiva debba essere versato direttamente in Italia all'ente, tramite conti correnti bancari o postali, sia per i servizi resi in Italia che per quelli resi all'estero e che in ogni caso la normativa italiana antiriciclaggio vieta trasferimenti in contanti pari o superiori a euro 1.000,00;
   il settore degli enti autorizzati per le adozioni internazionali deve essere gestito con il primario obiettivo di eliminare la piaga del pagamento all'estero di soldi in nero e in contanti da parte di coppie adottanti e/o di enti autorizzati trattandosi di prassi nota che alimenta il rischio di traffico di minori e di corruzione;
   molti enti autorizzati hanno avanzato richiesta e più volte sollecitato la commissione ai fini del rilascio di attestazioni relative alla loro già avvenuta autorizzazione in Italia, attestazioni queste ultime necessarie per ottenere ovvero anche solo mantenere l'autorizzazione innanzi all'Autorità straniera, e la Commissione non solo non le ha ancora rilasciate ma non ha mai risposto ufficialmente agli enti richiedenti, né ha mai dato motivazione alcuna della mancata risposta;
   la commissione, con provvedimento prot. N. 46450/2014 del 29 settembre 2014, in Gazzetta Ufficiale del 4 ottobre 2014, n. 231, ha disposto la riapertura dei termini per la presentazione delle istanze di autorizzazione degli enti, differendo il termine precedente – ormai scaduto da oltre 6 mesi – e, pertanto, azzerando di fatto le richieste già avanzate a cui la stessa Commissione avrebbe già dovuto dare risposta;
   durante il mese di agosto 2014 il portale che gestisce l'ordinaria comunicazione tra la Commissione e gli enti autorizzati ha smesso, in alcuni giorni, di funzionare, rallentando gravemente non soltanto le comunicazioni ente/commissione ma anche, inevitabilmente, le stesse procedure adottive seguite dagli enti autorizzati e, in ogni caso e anche al di fuori della problematica più prettamente tecnica evidenziata, i normali contatti Enti/Commissione risultano particolarmente difficoltosi e rallentati –:
   se il modus operandi di tutti gli enti sia sottoposto a verifiche, anche rivolte a garantire la tracciabilità finanziaria di tutte le somme richieste alle coppie anche in ossequio alla normativa italiana antiriciclaggio, che vieta trasferimenti in contanti pari o superiori a euro 1.000,00, a garanzia della dovuta trasparenza o se viceversa lo sia solo quello di alcuni enti autorizzati e se l'Italia possa dirsi ancora oggi un modello per tutti gli oltre 60 enti attualmente operanti nonostante il Comitato ONU per i diritti dell'Infanzia e dell'adolescenza abbia da anni raccomandato al nostro Paese di ridurre il numero degli stessi e di garantire un «monitoraggio efficace e sistematico di tutte le agenzie private di adozione»;
   se risponda a verità che la commissione per le adozioni internazionali abbia contattato telefonicamente alcune coppie di un ente autorizzato per chiedere loro di revocare il mandato all'ente già in carico, senza darne alcuna comunicazione allo stesso ente, e, se accertato, quali provvedimenti il Governo intenda assumere per evitare il ripetersi in futuro di una condotta di così palese gravità, tanto più grave in quanto posta in essere da una Autorità pubblica di vigilanza e controllo;
   se risponda a verità che più enti autorizzati hanno da mesi chiesto alla commissione le attestazioni necessarie ad operare nei vari Paesi e che tali attestazioni non vengono rilasciate, senza che la Commissione dia una spiegazione di tali mancati rilasci;
   se, inoltre, gli accordi bilaterali recentemente sottoscritti e di prossima sottoscrizione, atti eminentemente di natura politica, siano stati redatti in accordo con le linee nazionali di politica estera e coinvolgendo, come richiedono anche le linee guida, tutti gli stakeholder interessati, in primis gli enti autorizzati ad operare sul paese;
   se, inoltre, sia conforme alle disposizioni di legge la riapertura dei termini per la richiesta di autorizzazione degli enti ed il conseguente azzeramento delle precedenti domande già avanzate da parte degli enti, data la mancanza di risposta da parte della commissione sulle istanze presentate entro i termini precedenti e già scaduti;
   se l'attuale struttura tecnico-operativa della Commissione per le adozioni internazionali (strumenti tecnologici e personale), alla luce di quanto descritto nelle premesse, assicuri, a giudizio del Governo, una gestione tempestiva e regolare delle funzioni e del ruolo che la legge attribuisce alla stessa Autorità;
   se siano stati compiuti o si intendano porre in essere accertamenti in merito alla gestione della Commissione e se si sia o meno provveduto agli adempimenti necessari a modificare l'assetto organizzativo della Commissione medesima;
   se non ritenga necessario che la Cons. Silvia Della Monica debba rendere con urgenza i necessari chiarimenti in merito alle problematiche descritte in premessa e, qualora questi non fossero soddisfacenti, se non ritenga opportuno che la medesima dirigente sia destinata ad altro incarico;
   quale sia la visione politica del Governo rispetto al coinvolgimento diretto in un settore così importante per le famiglie italiane e quale, in particolare, sia la posizione circa la funzione ricoperta dalla dottoressa Patrizia Cologgi e il funzionamento della Commissione nelle attività e funzioni alla stessa delegate.
(2-00790) «Pagano».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

adozione internazionale

protezione dell'infanzia

accordo bilaterale