ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00782

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 347 del 10/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: COMINARDI CLAUDIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 09/12/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2014
DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2014
LOMBARDI ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2014
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2014
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2014
CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2014
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2014
FERRARESI VITTORIO MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2014
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2014
RIZZETTO WALTER MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2014
BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 12/12/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 09/12/2014
Stato iter:
12/12/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 12/12/2014
Resoconto COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 12/12/2014
Resoconto BELLANOVA TERESA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 12/12/2014
Resoconto BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 12/12/2014

DISCUSSIONE IL 12/12/2014

SVOLTO IL 12/12/2014

CONCLUSO IL 12/12/2014

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00782
presentato da
COMINARDI Claudio
testo presentato
Mercoledì 10 dicembre 2014
modificato
Venerdì 12 dicembre 2014, seduta n. 349

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   con decreto del Presidente della Repubblica del 21 febbraio 2014, registrato alla Corte dei conti il 25 febbraio 2014, il Presidente della Repubblica ha nominato, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti;
   nel 2010 il Ministro interpellato era stato invitato, in un noto ristorante romano, ad una cena di ringraziamento organizzata dal pregiudicato Salvatore Buzzi. Si fa presente come evidenziato dai media che accanto a quel tavolo si trovava anche il pregiudicato Luciano Casamonica. Il rapporto che legherebbe il Ministro interpellato a Salvatore Buzzi, presidente di un grande consorzio di cooperative legate a Legacoop e braccio destro del boss Massimo Carminati, pone gravi ombre sul passato dell'attuale Ministro del lavoro e delle politiche sociali. A parere degli interpellanti tali frequentazioni suscitano gravi e preoccupanti interrogativi, anche perché ad oggi il Ministro interpellato non è stato in grado di fornire convincenti argomentazioni e giustificazioni in proposito;
   Salvatore Buzzi ha ucciso ed è stato condannato a 24 anni per omicidio. Ex impiegato di banca vicino all'estrema sinistra, è diventato uno degli uomini maggiormente impegnati nel terzo settore nell'area romana. Massimo Carminati, altra figura coinvolta nell'attuale inchiesta della procura di Roma, proviene invece dalle formazioni di estrema destra. Il più fidato socio e collaboratore di Massimo Carminati è proprio Salvatore Buzzi che si professa di estrema sinistra. Tuttavia, il rapporto tra questi due soggetti trascende gli aspetti ideologici e riguarda fondamentalmente un unico obiettivo ossia il profitto, da raggiungere, da quanto emerge dalle indagini condotte dagli inquirenti della procura di Roma, con ogni mezzo e strumento fosse a loro disposizione, tra cui la mediazione costante con figure di rilievo politico sia a livello locale che nazionale;
   il Ministro interpellato, all'epoca presidente nazionale di Legacoop, a giudizio degli interpellanti ha offerto indubbiamente legittimazione politica e sociale a questi due soggetti, tant’è che il 29 maggio 2014, a distanza di quattro anni da quella cena, il signor Salvatore Buzzi ha affermato: «(...) concludo, infine, con un augurio di buon lavoro: al ministro Giuliano Poletti, nostro ex Presidente nazionale che più volte ha partecipato alle nostre assemblee; al Governo Renzi affinché possa realizzare tutte le riforme che si è posto come obiettivo, l'unico modo per salvare il nostro Paese dalla stagnazione e dall'antipolitica; in particolar modo a tutti voi soci che con il vostro lavoro quotidiano avete contribuito a raggiungere questo risultato così soddisfacente» (si confronti la relazione finale della cooperativa «29 giugno», assemblea di bilancio di gruppo riunitasi a Roma il 29 maggio 2014);
   si dà, inoltre, il caso che la cooperativa sociale «29 giugno» che si occupa di manutenzione aree verdi, gestione rifiuti, gestione centri di accoglienza e servizi di pulizia, sia associata nientemeno che al Cns. Quest'ultimo è il Consorzio nazionale servizi, sede a Bologna, uno dei pilastri della Legacoop presieduta fino a non molto tempo fa dall'attuale Ministro interpellato. Ebbene, la «29 giugno» compare tutt'ora nella lista degli aderenti al Consorzio nazionale servizi. Sebbene nel Consorzio trovino spazio tante cooperative, il rilievo assegnato a Buzzi è dimostrato anche dal fatto che egli occupa un posto nel consiglio di sorveglianza dello stesso Consorzio nazionale servizi;
   il Consorzio nazionale servizi, negli ultimi anni, ha portato a casa vari appalti nazionali assegnati dalla Consip, la società del Ministero dell'economia e delle finanze che si occupa di approvvigionamento di beni e servizi per la pubblica amministrazione. E le cifre che «ballano» sono enormi, da far impallidire le commesse di ambiente romano;
   insomma, il Consorzio nazionale servizi di Legacoop muove cifre impressionanti. E la «29 giugno» di Buzzi è molto ben inserita in questo contesto. Sebbene gli appalti vengano divisi tra i vari aderenti al Consorzio la cooperativa di Buzzi fa grande affidamento sulle commesse affidate al Consorzio nazionale servizi e ciò è confermato dal bilancio 2013 del gruppo;
   del resto lo stesso bilancio dice che per il gruppo di Buzzi il 2013 è stato un anno d'oro, con un fatturato di 60 milioni di euro e un patrimonio che ha raggiunto i 16,4 milioni di euro. Ieri il Consorzio nazionale servizi ha fatto sapere di voler espellere Buzzi dal consiglio di sorveglianza;
   si ricorda, inoltre, che erano già emersi dubbi sull'indipendenza e l'assenza di conflitti di interesse del Ministro interpellato, tant’è che in un precedente atto di indirizzo al Senato della Repubblica, n. 1-00220, era emerso che il Ministro interpellato, dopo una lunga carriera politica (nel Partito comunista italiano e nel Partito dei democratici di sinistra), è diventato nel 2002 presidente della Legacoop nazionale e, dal 2013, presidente dell'Alleanza delle cooperative italiane;
   Legacoop e Alleanza delle cooperative italiane rappresentano aziende attive in tutti i settori e in tutte le regioni italiane. Emergono, tra le altre, il colosso delle polizze assicurative leader nel ramo da anni in Italia Unipol-Sai, la cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna che si occupa della realizzazione del tunnel Tav Torino-Lione, la Nova coop e la Coop Adriatica;
   Legacoop, inoltre, detiene interamente il pacchetto azionario di Coopfond, società che gestisce il fondo mutualistico per la promozione cooperativa alimentato dal 3 per cento dagli utili annuali di tutte le cooperative aderenti a Legacoop e dai patrimoni residui di quelle poste in liquidazione;
   spicca, inoltre, un saldo rapporto con il gruppo «Obiettivo Lavoro», società cooperativa operante nell'ambito del lavoro interinale, nato, come evidenziato sul sito internet, «dall'incontro dei mondi e delle iniziative di Legacoop e Compagnia delle Opere (Comunione e Liberazione)»;
   ai sensi del decreto legislativo 2 agosto 2002, n. 220, il Ministero dello sviluppo economico, e dunque, in senso lato, il potere Esecutivo a cui appartiene anche il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, esercita la vigilanza di tutte le forme di società cooperative e dei loro consorzi, mediante revisioni cooperative ed ispezioni straordinarie;
   in particolare, il decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, disciplina organicamente il potere di vigilanza e di controllo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali sulle agenzie per il lavoro, anche attraverso la verifica del corretto andamento dell'attività svolta cui è subordinato il rilascio dell'autorizzazione, nonché i criteri e le modalità di revoca dell'autorizzazione medesima, nonché ogni altro profilo relativo all'organizzazione e alle modalità di funzionamento dell'albo delle agenzie per il lavoro;
   emergerebbe, dunque, ad avviso degli interpellanti un conflitto di interessi in capo al Ministro interpellato, derivante dalla sua provenienza professionale ed i compiti di vigilanza e di controllo assegnati dalla legislazione vigente all'Esecutivo e, in particolare, al suo dicastero;
   il profilo soggettivo del Ministro interpellato sembrerebbe agli interpellanti incompatibile con l'incarico affidatogli, stante un personale intreccio politico ed imprenditoriale non solo in ambiti attigui a quelli della pubblica amministrazione, ma con riferimento ai poteri di vigilanza e di controllo del Ministero da lui attualmente guidato su enti dallo stesso precedentemente amministrati –:
   se il Ministro interpellato non ritenga comunque opportuno offrire un'approfondita disamina degli eventi citati in premessa per le parti che lo hanno riguardato, ed eventualmente assumersi ogni responsabilità anche valutando l'opportunità di permanere nell'incarico, nelle more della raccolta di ogni elemento utile finalizzato a fugare ogni dubbio, anche di carattere etico e di responsabilità politica, in capo al medesimo Ministro;
   se al Ministro interpellato risulti che la cooperativa «29 giugno» intrattenga al momento rapporti con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e, in caso positivo, quali siano e attraverso quali procedure sia stata selezionata.
(2-00782) «Cominardi, Cecconi, Dadone, Lombardi, Tripiedi, Ciprini, Chimienti, Di Battista, Ferraresi, Daga, Rizzetto, Baroni».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

gestione dei rifiuti

inchiesta giudiziaria

partito politico