ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00722

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 314 del 21/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: SCOTTO ARTURO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 21/10/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FARINA DANIELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 21/10/2014
SANNICANDRO ARCANGELO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 21/10/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 21/10/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 21/10/2014
Stato iter:
24/10/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 24/10/2014
Resoconto FARINA DANIELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 24/10/2014
Resoconto FERRI COSIMO MARIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 24/10/2014
Resoconto FARINA DANIELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 24/10/2014

SVOLTO IL 24/10/2014

CONCLUSO IL 24/10/2014

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00722
presentato da
SCOTTO Arturo
testo presentato
Martedì 21 ottobre 2014
modificato
Venerdì 24 ottobre 2014, seduta n. 317

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
   ad oggi – e nonostante un'interrogazione a risposta immediata presentata dagli interroganti in Commissione giustizia in data 16 settembre 2014 (n. 5-03554) – non si è ancora provveduto alle nomine del capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, del capo del dipartimento delle politiche antidroga, nonché del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, nomine evidentemente fondamentali per la tutela dei diritti dei soggetti più deboli della società;
   a fronte di tali mancate nomine, da fonti di stampa, si apprende invece che sia allo studio, alla Presidenza del Consiglio dei ministri – e senza alcun formale atto di istituzione – un progetto di riforma della gestione penitenziaria che, in particolare, verrebbe affidata, nell'elaborazione concreta, al procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, il quale, nel mese di settembre 2014, alla festa de Il Fatto Quotidiano, avrebbe parlato di chiudere il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria per risparmiare denaro pubblico;
   forte è la preoccupazione, a parere degli interpellanti, che tale progetto possa includere il trasferimento della gestione carceraria al Ministero dell'interno e non più al Ministero della giustizia, con la conseguenza che le carceri potrebbero essere dunque dirette dalla polizia, con ciò relegando la questione carceraria ad una mera questione di ordine pubblico;
   Mario Gozzini, autore della nota riforma carceraria del 1986, scriveva di direttori penitenziari straordinari, motivati e democratici che agivano in perfetta sintonia con il dettato costituzionale in materia di finalità rieducativa della pena, ovvero «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato» (articolo 27, comma 3, della Costituzione);
   è evidente che, proprio in ossequio al dettato costituzionale, dentro gli istituti di pena debbano continuare ad operare principalmente operatori civili esperti nel trattamento, tutti funzionalmente dipendenti dal direttore, e che la competenza istituzionale sugli istituti penitenziari debba continuare ad essere del Ministero della giustizia e non del Ministero dell'interno, avendo quest'ultimo funzioni di ordine pubblico;
   alcuni Paesi, come gli Usa e il Regno Unito, hanno sì privatizzato parte del sistema carcerario, ma hanno comunque riservato la relativa competenza al Ministero della giustizia;
   fra i suggerimenti che le organizzazioni internazionali danno alle nuove democrazie vi è quello di togliere le carceri dal controllo dei ministeri che hanno competenza sulla polizia;
   un dipartimento con circa 50.000 dipendenti, come da «piano Gratteri» illustrato nelle notizie di stampa, verrebbe abolito e sostituito da un organo non ancora chiaro. La polizia penitenziaria, invece, con un più ambizioso nome («polizia della giustizia») amplierebbe le sue competenze, dall'esecuzione degli ordini di reclusione alla ricerca dei latitanti, dal controllo dell'esecuzione penale esterna (detenzione domiciliare in primis) alla protezione dei collaboratori di giustizia e anche dei tribunali e dei singoli magistrati;
   in particolare, poi, ai commissari della polizia penitenziaria andrebbe la responsabilità diretta e formale degli istituti di pena che verrebbero abbandonati progressivamente dagli attuali dirigenti «civili», incanalati in un ruolo professionale ad esaurimento;
   i caratteri del «piano Gratteri», come sopra illustrato, erano stati peraltro anticipati dallo stesso procuratore nell'ambito di un'audizione sull'articolo 41-bis presso la Commissione diritti umani del Senato della Repubblica, dove questi aveva rappresentato le sue idee in tema di carcere –:
   se il Governo non ritenga di fornire con urgenza ogni utile elemento sulle reali ed effettive intenzioni di riforma del settore carcerario, ivi compresi i problemi che non hanno ancora portato all'individuazione del capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, del capo del dipartimento delle politiche antidroga, nonché del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale;
   se, nell'ambito della paventata riorganizzazione del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, non ritenga necessario avviare al più presto un confronto con le associazioni, nonché con gli operatori carcerari e del diritto che si sono da sempre occupati della questione carceraria;
   se, in particolare, non ritenga di mantenere la competenza sulla gestione carceraria in capo al Ministero della giustizia, evitando con ciò di compromettere la realizzazione della funzione rieducativa della pena, ad avviso degli interpellanti, evidentemente conseguente ad un mero inquadramento della questione carceraria nell'ambito dell'ordine pubblico.
(2-00722) «Scotto, Daniele Farina, Sannicandro».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

stabilimento penitenziario

Commissione dei diritti dell'uomo