ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00521

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 221 del 30/04/2014
Firmatari
Primo firmatario: ZAN ALESSANDRO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 30/04/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 30/04/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-00521
presentato da
ZAN Alessandro
testo di
Mercoledì 30 aprile 2014, seduta n. 221

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   l'osteopatia è un metodo terapeutico, olistico, di cura-prevenzione fondato su una conoscenza precisa della fisiologia e dell'anatomia del corpo umano. Utilizza le mani come strumento di diagnosi, per evidenziare le disfunzioni e l'assenza di mobilità dei tessuti che comportano un'alterazione dell'equilibrio generale dell'individuo e cura, per ristabilire la mobilità e l'armonia funzionale delle articolazioni, del rachide, del sistema mio-fasciale, viscerale, cranio-sacrale, psicosomatico, vascolare ed energetico;
   si può anche definirla una filosofia e un'arte, oltre che una scienza olistica, basata sull'approccio globale alla persona. L'osteopatia infatti non si limita a curare le evidenze di una malattia, bensì agisce sulle sue cause, all'origine, escludendo l'utilizzo di farmaci. Gli osteopati, peraltro, sono professionisti della salute di «primo contatto», il che significa che non occorre essere riferiti a loro da un medico;
   l'osteopata non prescrive farmaci, sia per legge che per vocazione. Andrew Taylor Still, fondatore dell'osteopatia nel 1874, ha formulato una disciplina terapeutica che non si fonda sugli stessi principi della medicina ufficiale, bensì su una filosofia metodologica manipolativa utile sia per la diagnosi che per la terapia;
   il 9 novembre 2010, l'Organizzazione mondiale della sanità ha definito le Linee guida per la formazione in osteopatia;
   l'osteopata è diplomato in scuole private che, dopo una formazione di 6 anni (se ha frequentato il corso part-time) o di 5 anni (allievo di scuole full-time), diventa libero professionista in campo osteopatico dopo aver sostenuto l'esame unico nazionale, con la discussione di una tesi specifica in osteopatia di fronte a Commissione esterna;
   più nello specifico, gli esperti in osteopatia dividono in due tipologie i programmi formativi a seconda della formazione pregressa e dell'esperienza clinica degli studenti. I programmi formativi di tipo I (full-time) sono destinati a coloro che hanno alle spalle una formazione di tipo sanitario scarsa o assente, ma che hanno conseguito un diploma di scuola superiore o equivalente. Elemento essenziale è una formazione clinica in presenza di supervisori presso un'idonea struttura clinica osteopatica, oltre alla richiesta agli studenti di elaborare una tesi. I programmi formativi di tipo II (generalmente full-time) si rivolgono invece a soggetti con una formazione precedente in qualità di operatori sanitari. I programmi di tipo II hanno gli stessi obiettivi e lo stesso contenuto dei programmi di tipo I, ma il contenuto e la durata del corso si possono modificare in base all'esperienza e alla formazione pregressa dei singoli partecipanti;
   il piano di studio per la formazione omeopatica comprende una formazione nelle scienze di base (dalla storia e filosofia scientifica all'anatomia macroscopica e funzionale, dalla batteriologia, biochimica e fisiologia cellulare fondamentale fino alla biomeccanica e cinetica), nelle scienze chimiche, nella scienza osteopatica e successivamente una serie di verifiche delle capacità pratiche, con relative supervisioni;
   tutti gli elementi del piano di studi vengono impartiti tenendo conto della centralità del paziente piuttosto che della malattia, considerando il paziente come un soggetto che cerca di favorire il raggiungimento di uno stato di salute ottimale, e sottolineando l'importanza della collaborazione terapeutica che si deve instaurare tra paziente e operatore;
   i percorsi formativi osteopatici part-time e full-time, a oggi, sono tenuti da scuole private per via del mancato riconoscimento statale. Ciononostante sono diverse le scuole di osteopatia in Italia che collaborano con ospedali o con centri universitari, così come si fa sempre più importante l'integrazione di questa disciplina con i medici delle diverse specializzazioni;
   a oggi sono 18 le scuole di osteopatia italiane riconosciute dal Roi, Registro osteopati italiani;
   la legge n. 4 del 14 gennaio 2013 recante «Disposizioni in materia di professioni non organizzate in ordini e collegi» fornisce l'opportunità all'osteopatia di entrare a pieno titolo nelle professioni riconosciute secondo un modello di autoregolamentazione basata sul rispetto della norma UNI, assicurando, di fatto, una forma di garanzia per gli utenti per la scelta di operatori «accreditati» del settore;
   il Sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, all'interrogazione 5-01832 recentemente presentata in Commissione affari sociali dall'onorevole Paola Binetti sul profilo professionale dell'osteopata e del chiropratico, ha risposto che l'osteopatia è attività riservata alle professioni sanitarie e come tale può essere esercitata solo da professionisti sanitari regolarmente abilitati, con il possesso cioè di una laurea in materia. È stato precisato inoltre, riferendosi all'osteopatia, che i soggetti non autorizzati all'esercizio delle professioni sanitarie sono perseguibili dall'autorità giudiziaria;
   tale interpretazione non solo contrasta con la filosofia e i principi stessi della disciplina, ma avrebbe l'effetto di portare a un arretramento rispetto alla legge del 2013 in materia di professioni non regolamentate. Comporterebbe infatti due gravissime conseguenze: la gran parte degli osteopati, formatisi nelle scuole di cui sopra e operanti su tutto il territorio nazionale, si renderebbero responsabili del delitto di cui all'articolo 348 del codice penale (esercizio abusivo della professione medica); inoltre, si determinerebbe di fatto una vera e propria epurazione di circa 10mila professionisti adeguatamente formati, con conseguente perdita di lavoro di un indotto pari a circa 45.000 lavoratori –:
   se intenda davvero il Ministro limitare l'esercizio della professione di osteopata ai soli professionisti in possesso di laurea sanitaria, pregiudicando migliaia di professionalità adeguatamente formate nelle scuole di cui in premessa;
   quali iniziative il Ministro intenda adottare al fine di predisporre un obiettivo e adeguato riconoscimento della figura professionale di osteopata anche in Italia, così come in numerosi Paesi dell'Unione europea, senza pregiudizi di sorta, in linea con le direttive dell'Organizzazione mondiale della sanità e soprattutto con i principi della disciplina stessa, e al fine di evitare una eccessiva, e quanto mai inappropriata, medicalizzazione del sistema terapeutico-olistico, che il cittadino ha il pieno diritto di scegliere quale trattamento almeno complementare alle cure cosiddette tradizionali offerte dalla scienza medica.
(2-00521) «Zan».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

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