ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00305

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 121 del 19/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: MIGLIORE GENNARO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 19/11/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 19/11/2013
FERRARA FRANCESCO DETTO CICCIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 19/11/2013
GIORDANO GIANCARLO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 19/11/2013
RAGOSTA MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 19/11/2013
ZAN ALESSANDRO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 19/11/2013
PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 19/11/2013
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 19/11/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 19/11/2013
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-00305
presentato da
MIGLIORE Gennaro
testo di
Martedì 19 novembre 2013, seduta n. 121

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   in un lungo reportage, il settimanale L'Espresso riporta lo studio realizzato dal comando della «Us Navy» di Napoli, sull'inquinamento nelle province di Napoli e Caserta;
   un lavoro di indagine costato 30 milioni di dollari per capire quanto fosse pericoloso vivere in Campania per i militari americani e le loro famiglie;
   dal 2009 al 2011 è stata scandagliata un'area di oltre mille chilometri quadrati, analizzando aria, acqua, terreno di 543 case e dieci basi statunitensi alla ricerca di 214 sostanze nocive. I risultati sono stati definiti «inediti e sconvolgenti»;
   secondo gli americani, in tutta la regione si dovrebbe usare acqua minerale «per bere, cucinare, fare il ghiaccio e anche lavarsi i denti». Le conclusioni sono state rese note da diversi mesi, ma sostanzialmente ignorate dalle autorità italiane;
   gli esperti americani hanno individuato luoghi con «rischi inaccettabili per la salute» disseminati ovunque nelle due province, persino nel centro di Napoli. Per tali motivi scrivono che è impossibile indicare zone sicure dove risiedere: i pericoli sono dappertutto. Nelle due province non si deve abitare al piano terra, dove penetrano i veleni che evaporano dal terreno, e vanno evitate cantine o garage sotterranei;
   nello studio americano, vengono individuate tre «zone rosse» intorno a Casal di Principe, Villa Literno, Marcianise, Casoria e Arzano dove in pratica vietano di prendere casa: i rubinetti pescano da pozzi contaminati da composti cancerogeni e dal suolo escono gas micidiali mentre la concentrazione di discariche tossiche è troppo alta. Nei grandi complessi statunitensi di Capodichino e di Gricignano d'Aversa le minacce per la salute sono considerate «accettabili» solo «perché il personale vi resta in media per 2,2 anni e comunque per meno di sei anni»: una scadenza che non va superata. Dallo scorso giugno i contratti per tutti gli altri centri residenziali in Campania sono stati disdetti;
   riguardo all'inquinamento idrico e delle falde, risulta che il 92 per cento dei pozzi privati che riforniscono le case costituiscono «un rischio inaccettabile per la salute». Negli acquedotti uscirebbe acqua pericolosa dal 57 per cento dei rubinetti esaminati nel centro di Napoli, e dal 16 per cento a Bagnoli. Il motivo di tale inquinamento risiederebbe nel fatto che l'acqua dei pozzi clandestini riesce a entrare nelle condotte urbane, soprattutto in provincia. In oltre la metà dei pozzi, gli esperti trovano una sostanza usata come solvente industriale – il Pce o tetracloroetene – considerato a rischio cancro. La diossina invece è concentrata nel territorio tra Casal di Principe e Villa Literno, ma pur essendo alta non costituisce una minaccia;
   nello studio degli esperti USA, si fa anche riferimento all'uranio. Gli esami lo individuano in quantità alte ma sotto la soglia di pericolo nel 31 per cento delle case servite da acquedotti (ben 131 su 458). Quando si va ad analizzare i pozzi, il mistero aumenta: è rilevante nell'88 per cento dei casi, mentre nel 5 per cento il livello diventa «inaccettabile». Ossia in un pozzo su venti si riscontra una quantità di uranio che mette a rischio la salute;
   vengono quindi estesi i riscontri ai vapori di gas tossici individuati nel terreno e alla situazione dell'aria, dove sono state scoperte sostanze cancerogene bandite da decenni;
   il comune di Napoli ha quindi risposto al suddetto studio americano dichiarando che l'acqua erogata in città «risulta controllata e potabile, i dati delle analisi sono pubblici e consultabili sul sito dell'azienda Abc». Anche la regione difende la qualità dei prodotti locali e si dice pronta ad azioni legali a tutela «dei cittadini, dei produttori e delle istituzioni» –:
   se non si intenda acquisire immediatamente la relazione di progetto completa, contenente i dettagli dei campionamenti georeferenziati e dei relativi protocolli analitici;
   se si ritenga indispensabile istituire una «task, force» di ricercatori multidisciplinare, al fine di avviare una seria e approfondita analisi critica dei dati disponibili, funzionale per la predisposizione di un piano di interventi e/o mitigazione dei rischi ambientali e sanitari, e per la bonifica di tutti i fattori di rischio riscontrati dalle ricerche dell'Us Navy;
   se non si reputi necessario assumere iniziative per provvedere nei limiti di competenza ad un campionamento delle acque destinate al consumo umano, non riferito ai normali parametri di potabilità, ma ricercando le sostanze denunciate nello studio americano esposto in premessa.
(2-00305) «Migliore, Scotto, Ferrara, Giancarlo Giordano, Ragosta, Zan, Pellegrino, Zaratti».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

consumo alimentare

Campania

sostanza tossica

sostanza pericolosa

acqua potabile

analisi dell'acqua

nocivita'

rischio sanitario

inquinamento