ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00142

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 53 del 15/07/2013
Firmatari
Primo firmatario: CAUSIN ANDREA
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 15/07/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI 15/07/2013
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI 15/07/2013
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 16/09/2013
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-00142
presentato da
CAUSIN Andrea
testo di
Lunedì 15 luglio 2013, seduta n. 53

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   Porto Marghera ha rappresentato, a distanza di anni, prima una risorsa produttiva fondamentale per lo sviluppo industriale del Veneto e del nostro Paese, poi un'area di crisi legata alle trasformazioni economiche e una conseguente minaccia ambientale;
   la sfida che si è oggi chiamati a vincere è quella di disegnare una nuova Porto Marghera capace di rappresentare, ancora, un polo produttivo d'eccellenza che possa essere assolutamente sostenibile in termini sociali ed ambientali, senza escludere la scommessa della riconversione urbana e dei servizi legati alla dimensione internazionale della città di Venezia;
   si tratta di un equilibrio certamente non semplice da individuare, ma sicuramente indispensabile per gli assetti futuri del Nord est e, più in generale, di tutta l'Italia;
   non si deve dimenticare come l'area industriale di Venezia sia stata per anni la realtà produttiva maggiormente significativa a livello nazionale e, proprio per questo, non può cedere alla tentazione, certamente popolare, di decretarne la morte. Se Porto Marghera muore da un giorno all'altro significa gettare un velo di assoluta incertezza sul futuro ambientale, sociale ed economico di un'intera regione;
   la presenza del più grande e integrato polo chimico italiano ha profondamente inciso, e non soltanto per i mutamenti indotti nell'economia industriale di Marghera e nei traffici portuali di Venezia, ma anche sul tessuto produttivo del Veneto, nel passaggio dall'agricoltura all'industria, ma ancora nel più vasto ambito della produzione e dei consumi in tutta Italia – basta associare alla parola «chimica» la parola «plastica», per rendersene conto – nonché sulle vicende sindacali e politiche, anche nazionali, e, infine, nella drammatica emersione della problematica della salute in fabbrica e dell'inquinamento ambientale. Negli ultimi anni, per queste ragioni, porto Marghera è stata sinonimo di crisi occupazionali e pericoli per la salute dei cittadini;
   i Governi che si sono succeduti hanno colto l'urgenza di avviare le bonifiche, nonostante il loro costo altissimo, poiché senza il risanamento delle aree, non vi è la possibilità alcuna di riqualificazione e riutilizzo delle aree;
   dopo la bella notizia dell'accordo sulla chimica firmato a Roma a dicembre dello scorso anno, che prevedeva un piano di investimenti sui 600-700 milioni di euro, e che il Consiglio comunale ha ratificato con un larghissimo confortante consenso, si registrano notizie di varie difficoltà: procedure controverse e prolungate, incomprensioni e conflitti tra enti, rischi di chiusure o di dismissioni di impianti, intrico di competenze, ostacoli finanziari;
   a complicare la situazione, in data 20 maggio 2013, con il n. di protocollo 4641, è arrivato il parere del Ministero per i beni e le attività culturali che ritiene debba ribadirsi all'amministrazione locale la sussistenza, nelle aree de quibus, del vincolo paesaggistico di cui all'articolo 142, commi 1, lettera a), del codice dei beni culturali e del paesaggio;
   tale vincolo di fatto blocca qualsiasi sviluppo e riconversione urbanistica e produttiva dell'area di Marghera vincolando 2.200 ettari di superficie in prossimità di Venezia –:
   quali iniziative anche di tipo normativo, si ritengono utili al fine di permettere la riqualificazione definitiva della zona di Marghera, immensa area ex industriale che costituisce una ricchezza incalcolabile per l'Italia e il fronte dello sviluppo economico e urbano della città di Venezia.
(2-00142) «Causin».

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

VENEZIA - Prov,VENETO

EUROVOC :

traffico portuale

degradazione dell'ambiente

zona inquinata